Gli italiani e l'influenza

Nonostante quest’anno sia prevista una stagione influenzale meno pesante rispetto allo scorso biennio, i virus che colpiranno gli italiani potrebbero essere più insidiosi per i bambini piccoli e per i soggetti anziani e fragili a causa dell’arrivo delle due varianti virali H3N2 2 H1N1. Il vaccino antinfluenzale quadrivalente disponibile per questa stagione, contiene l’antigene analogo a questi due ceppi.

L'influenza attesa nell'inverno 2019-2020
Gli italiani e l’influenza

Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi, illustra le caratteristiche dell’influenza attesa per questa stagione.

«Si sono diffuse due nuove varianti dei virus, H3N2 e H1N1, le quali, oltre ad avere una maggior capacità diffusiva, sono quelle forme influenzali che (soprattutto l’H1N1 nei bambini piccoli e l’H3N2 nei soggetti anziani e fragili) possono provocare maggiori severità e un più alto rischio di complicanze. Oltre a questi, saranno presenti anche i virus B/Colorado e A/Kansas che sono varianti già conosciute dalle precedenti stagioni».

«Per capire che influenza ci aspetterà nell’inverno 2019 come sempre guardiamo all’altro emisfero, che rappresenta un’anticipazione di quello che succederà da noi. Ad oggi la stagione influenzale in Australia non sembra essere pesantissima, con un numero di casi leggermente sotto la media. Tuttavia, non va dimenticato che in Australia il periodo a rischio non è finito e che le cose potrebbero ancora cambiare – spiega Fabrizio Pregliasco. – Ci aspettiamo di avere circa 6 milioni di casi, con un’incidenza leggermente inferiore rispetto allo scorso anno e al 2017 (quando si è arrivati a 8 milioni). Ai 6 milioni che saranno colpiti da “vera” influenza, vanno poi aggiunte altre 8 milioni di persone che contrarranno gli altri virus simil-influenzali». 

Virus influenzali e para-influenzali

«Oltre ai virus influenzali veri e propri, esistono oltre 262 tipi di virus simil-influenzali, riconoscibili dal fatto che provocano un’intensità inferiore nella sintomatologia. Questi vengono trattati allo stesso modo dei virus influenzali, ovvero con farmaci di automedicazione» – aggiunge Fabrizio Pregliasco. Se dopo tre giorni la sintomatologia non migliora, è opportuna una visita dal medico di base. 

L’influenza si distingue da tutte le altre forme virali per la presenza contemporanea di tre caratteristiche:

  • Insorgenza brusca della febbre oltre il 38°
  • Presenza di almeno un sintomo sistemico: dolori muscolari/articolari
  • Presenza di almeno un sintomo respiratorio: tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola.

Se invece mancano (salvo alcune variazioni nei bambini e negli anziani), non si parla di vera influenza, ma di forme parainfluenzali (come il raffreddore).

Queste sono chiamate “infezioni respiratorie acute”, e presentano una minore intensità.

Fabrizio Pregliasco spiega che i virus possono essere classificati  a seconda della loro intensità in una scala: si parte dal Rino Virus, la forma di virus simil-influenzale più blanda, fino ad arrivare alle vere e proprie forme influenzali.A queste vanno ad aggiungersi le forme di virus gastrointestinali.

Il trattamento delle infezioni virali influenzali e simil-influenzali

«Sia che si tratti di influenza vera e propria sia di patologie simil-influenzali, l’obiettivo dei farmaci di automedicazione è quello di attenuare i sintomi e tenerli sotto controllo, senza azzerarli, per seguire l’andamento della malattia e per non subire quegli effetti collaterali che sono più evidenti se si va oltre le quantità previste nella posologia del foglietto illustrativo. È inoltre importante utilizzare in modo responsabile i farmaci di automedicazione, leggendo sempre il foglietto illustrativo. Mai, ad esempio, esagerare nelle dosi per azzerare completamente i sintomi dell’influenza (se ad esempio si abbassa troppo la temperatura, si fa il gioco del virus, rischiando che l’influenza non passi e aumentando il rischio di eventuali complicanze respiratorie). Gli antibiotici invece vanno utilizzati solo ed esclusivamente dietro prescrizione medica. Oltre ai farmaci di automedicazione – aggiunge Fabrizio Pregliasco – i probiotici sono un’opzione per l’aumento delle difese immunitarie, perché se si ha una flora intestinale sana il sistema immunitario può “concentrarsi” nel combattere le infezioni delle vie respiratorie e i virus dell’influenza. Se invece c’è un intestino dalla flora intestinale debole, il sistema immunitario deve “dividersi” su più fronti, riducendo la sua efficacia contro i virus».

Comportamenti utili a limitare le complicanze dell’influenza

«Il primo comportamento corretto da assumere è quello di non “fare gli eroi”. Meglio riposare molto ed evitare di fare sforzi fisici in caso di influenza, perché questo riduce le difese immunitarie esponendo maggiormente al rischio di complicanze – evidenzia Fabrizio Pregliasco. – È utile scegliere una corretta alimentazione ed evitare gli sbalzi di temperatura». 

«Se la guarigione non è completa, aumenta il rischio di esporsi con maggiore facilità a sovra-infezioni batteriche delle vie respiratorie – ammonisce inoltre Fabrizio Pregliasco. – Non bisogna avere fretta e, anche quando si torna alla vita di sempre, meglio riprendere gradualmente i ritmi consueti per evitare di stressare il sistema immunitario esponendoci al rischio di complicanze».

La prevenzione dell’influenza

Vaccinazione anti-influenzale

«La vaccinazione è un’opportunità per tutti – sottolinea Fabrizio Pregliasco, – ma ha una impellenza sempre più alta al crescere della fragilità del soggetto (anziani, chi soffre di patologie a livello cardiaco e respiratorio a tutte le età, malattie tumorali ecc.). A tutti i soggetti a rischio, il Servizio Sanitario Nazionale offre la vaccinazione gratuita. Anche per le donne in gravidanza, le nuove circolari suggeriscono la vaccinazione a qualsiasi meseIl vaccino contro l’influenza non ci mette a riparo da tutti i virus in circolazione, ma da quelli influenzali. Quest’anno il vaccino sarà prevalentemente quadrivalente, conterrà cioè 4 virus. I vaccini nascono negli anni ’60 come vaccini monovalenti. Poi, con l’insorgere di stagioni con la presenza di più virus, sono nati i vaccini bivalenti, trivalenti fino ad arrivare ai quadrivalenti, per allargare il più possibile l’ombrello protettivo. I vaccini quadrivalenti di quest’anno conterranno:

  • antigene analogo al ceppo A/Brisbane/02/2018 (H1Nl) pdm09;
  • antigene analogo al ceppo A/Kansas/14/2017 (H3N2);
  • antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87)
  • antigene analogo al ceppo B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata/16/88) 

Nel caso dei vaccini trivalenti, l’OMS raccomanda, per il virus dell’influenza B, l’inserimento dell’antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87). Va ricordato che la vaccinazione non garantisce protezione totale dai virus dell’influenza ma ne riduce notevolmente la probabilità di contagio o di un contagio in modo pesante. Mentre, come detto, il vaccino non mette al riparo dagli altri virus simil-influenzali. Il successo del vaccino va comunque misurato in ottica salvavita: i dati testimoniano infatti che il vaccino riduce la mortalità legata all’influenza nei soggetti a rischio. L’obiettivo principale del vaccino è proprio quello di dare copertura ai soggetti fragili e ridurne la mortalità associata».

Prevenzione del contagio

Fabrizio Pregliasco sottolinea che ci sono accorgimenti utili per prevenire il contagio, per esempio lavarsi spesso le mani ed evitare comportamenti e situazioni che abbassano le difese immunitarie. Inoltre, quando si manifestano i segni e i sintomi dell’influenza, bisogna evitare di andare subito al pronto soccorso: anche se non è un comportamento rischioso per la propria salute, si rischia di intasare il servizio e infettare gli altri. È fondamentale assumere dei comportamenti di responsabilità sociale ed evitare il più possibile di contagiare altri soggetti. 

Come affrontano l’influenza gli italiani

«Negli ultimi tempi si nota una tendenza alla disaffezione alla vaccinazione e una sottovalutazione della malattia. Si sottostimano i rischi di una patologia che, se mal gestita, può invece creare guai e mortalità nei soggetti a rischio. È importante invece trattarla correttamente a tutte le età e proteggersi sempre di più man mano che l’età avanza.  In merito ai vaccini, quando i Medici di Medicina Generale sono coinvolti attivamente, i numeri aumentano. Nei soggetti a rischio, come gli anziani, c’è un trend in crescita, arrivando al 52% di anziani vaccinati. Prendendo invece tutta la popolazione, i vaccinati contro l’influenza sono circa il 14%» – osserva Fabrizio Pregliasco.

Come si comportano gli italiani in caso di influenza?

Una ricerca condotta da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica) delinea alcuni dei comportamenti più comuni.

La maggioranza degli italiani, il 55%, dichiara di assumere un comportamento corretto in caso di influenza: si mette a riposo, assume farmaci di automedicazione e contatta il medico solo se dopo 3 giorni non nota un miglioramento. La percentuale di coloro che sanno come è bene comportarsi è più alta tra le donne (61,7%) rispetto agli uomini (48,5%). 

Tuttavia, il resto della popolazione non sempre, di fronte ai sintomi influenzali, si comporta nel modo corretto. 

L’indagine permette di delineare alcune caratteristiche degli influenzati italiani:

  • Gli iper-apprensivi: sono soprattutto uomini (18,4% vs 15% delle donne) e, in caso di influenza, contattano subito il medico o addirittura si recano al pronto soccorso
  • Gli stakanovisti: un altro comportamento comune ma sbagliato è quello di trascurare l’influenza: il 22,4% (24,6% tra gli uomini e il 20,2% tra le donne) cerca di continuare la vita di sempre, caso mai assumendo farmaci con la convinzione di azzerare in fretta i sintomi.
  • I disinformati: una percentuale di persone si affida al consiglio di amici e parenti o a ricerche su internet per curare l’influenza. Ricorrere a internet è un comportamento diffuso soprattutto tra gli uomini (8,8%, rispetto all’1,2% delle donne). 
  • I frettolosi: ovvero coloro che non aspettano di essere guariti completamente dall’influenza e riprendono prima del tempo la vita di sempre

In caso di influenza, quindi, per alleviare i sintomi e favorire una totale ripresa, il pilastro del trattamento è rappresentato dai farmaci di automedicazione, riconoscibili grazie alla presenza del bollino rosso che sorride sulla confezione.

Come trattano l’influenza gli italiani?

Nel 64% dei casi scelgono proprio i farmaci di automedicazione come primo rimedio in caso di influenza. A seguire, le “bevande della nonna” (bevande calde, spremute, latte e miele), opzione preferita dal 24%. 

Ancora alta la percentuale di chi crede che gli antibiotici siano un rimedio efficace contro l’influenza (16,2%), soprattutto tra i giovanissimi, dove si arriva al 29,2%. 

Ovviamente, per molti italiani la migliore cura contro l’influenza è la prevenzione. Su questo, la maggioranza mette in atto comportamenti corretti come evitare gli sbalzi di temperatura (55,2%) e lavarsi spesso le mani (41,3%). 

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