L’emittente televisiva cinese CGTN ha dato la notizia che un team di ricercatori dell’università della provincia di Zhejiang avrebbe trovato e messo a punto una cura efficace contro il coronavirus 2019-nCoV, l’agente responsabile dell’epidemia che ha causato finora oltre 500 morti, la stragrande maggioranza dei quali nel Paese asiatico. Si tratta di due farmaci, Abidol e Darunavir. Li Lanjuan, una tra i più importanti scienziati cinesi impegnata nella lotta contro l’epidemia e responsabile del gruppo di ricercatori cinesi dell’università della provincia di Zhejiang, ha infatti annunciato di aver ottenuto  “un’importante scoperta” e ritiene che i due medicamenti possano “effettivamente inibire il virus”. Proprio per questo motivo la professoressa Li Lanjuan ha trasferito il suo team nella provincia di Hubei, il primo e principale focolaio dell’epidemia, con l’obiettivo di “rafforzare il trattamento” di chi è stato colpito dalla malattia che colpisce l’apparato respiratorio causando una forma di polmonite che può risultare letale.

La smentita dell’OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha però gettato acqua sul fuoco smorzando l’entusiasmo provocato dall’annuncio dell’importante scoperta. “Non ci sono terapie efficaci conosciute contro il 2019-nCoV (coronavirus)“, ha dichiarato un portavoce dell’Oms al Financial Times.

I due farmaci in questione sarebbero efficaci solo ‘in vitro’ mentre non ci sono prove riguardanti la loro utilità nel curare i malati. Della stessa opinione è anche Massimo Galli, esperto di malattie infettive dell’Università di Milano e primario dell’ospedale Sacco.

Insomma, si è ancora lontani dall’aver trovato un rimedio contro questa malattia che conta 25.000 casi finora registrati in tutto il mondo, e solo nelle ultime 24 ore si sono manifestati ulteriori 3.887 contagi accertati.

Più collaborazione richiesta

L’OMS, peraltro, ha criticato il comportamento di alcuni paesi ricchi, ‘colpevoli’ di non fornire informazioni sufficienti e dettagliate sul coronavirus. In particolare, in occasione di una riunione tecnica specificamente dedicata all’epidemia virale, il direttore dell’agenzia delle Nazioni Unite, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha infatti dichiarato: “dei 176 casi segnalati al di fuori della Cina finora l’OMS ha ricevuto moduli completi per solo il 38% di essi. Alcuni Paesi ad alto reddito sono molto indietro nel condividere questi dati vitali con l’OMS”. Per avere a disposizione una cura efficace bisognerà quindi attendere ancora.