Dal 24 settembre scorso, atezolizumab, prodotto da Roche, potrà essere utilizzato in pazienti adulti e in associazione con carboplatino ed etoposide per la terapia di prima linea del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso (ES-SCLC). Sempre a partire dalla stessa data, atezolizumab potrà essere anche impiegato, questa volta in associazione con il farmaco chemioterapico nab-paclitaxel, per la cura di pazienti adulti con carcinoma mammario triplo-negativo localmente avanzato non resecabile o metastatico (mTNBC), positivo al biomarcatore PD-L1 (≥ 1%). I malati non devono essere stati trattati in precedenza con chemioterapia specifica per tale malattia. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti appena approvato queste due nuove indicazioni terapeutiche.

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Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-ematologia dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino, dopo aver ricordato che è comunque assolutamente necessario essere tempestivi sia nella diagnosi che nella somministrazione della terapia fin dal primo ciclo di cura, se si vuole incidere in modo significativo sulla sopravvivenza dei malati di questa forma grave di cancro del polmone, ha espresso la sua soddisfazione per la decisione dell’Agenzia Italiana del Farmaco e ha dichiarato: “Per la prima volta con atezolizumab in associazione a chemioterapia possiamo proporre al paziente un’immunoterapia che ha dimostrato di essere efficace in termini di aumento della sopravvivenza anche nel microcitoma. Dopo anni in cui l’unica opzione era rappresentata dalla chemioterapia, oggi questa combinazione è il nuovo standard di cura nella malattia estesa. Si tratta di un passo avanti molto significativo”. 

Per quello che riguarda l’efficacia del farmaco della casa farmaceutica svizzera nella cura di questa grave patologia polmonare, Gridelli ha affermato che: “Con atezolizumab, negli studi clinici si è ottenuta una riduzione del 30% del rischio di morte. La sinergia tra immunoterapia e chemioterapia ha dimostrato di avere un effetto di controllo sulla malattia che aumenta la sopravvivenza”. 

AIFA, come detto in precedenza, ha autorizzato l’uso di Atezolizumab anche per trattare il cancro della mammella triplo-negativo, in associazione con il chemioterapico nab-paclitaxel. Tale forma di carcinoma rappresenta il 15% di tutti i tumori che colpiscono la mammella e, fino ad ora, l’unica opzione terapeutica disponibile era quella chemioterapica.

Lucia Del Mastro, Professore di Oncologia dell’UniversitĂ  di Genova, Responsabile Breast Unit IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Membro Direttivo Nazionale AIOM, ha dichiarato in merito: “Il valore di atezolizumab per questa tipologia di tumore è che si può avere un farmaco che migliora la performance della chemioterapia e quindi offre nuove opportunitĂ  di cura per le donne che possono essere trattate con questa nuova opzione terapeutica”. Sull’efficacia terapeutica del farmaco, la prof.ssa approfondisce il tema e spiega che: “L’impiego del farmaco ci consente di migliorare il controllo della malattia e influisce positivamente sull’aspettativa di vita. I dati derivanti da studi pubblicati mostrano che la somministrazione della chemioterapia associata a atezolizumab in un sottogruppo che rappresenta circa il 40% di tutte le pazienti con carcinoma mammario metastatico triplo negativo determina un prolungamento della sopravvivenza rispetto all’utilizzo del trattamento standard rappresentato dalla sola chemioterapia”.

I dati clinici

Gli ultimi dati emersi dagli studi di Fase III, Impassion130, destinati a valutare l’azione di atezolizumab in combinazione con nab-paclitaxel in pazienti con carcinoma mammario metastatico triplo-negativo con un’espressione PD-L1 positivo, sono stati presentati da Roche al Congresso Virtuale ESMO 2020. L’analisi finale ha dato conferma del fatto che atezolizumab, associato con nab-paclitaxel, prolunga in modo significativo la sopravvivenza dell donne affette da questo tipo di cancro.

Infatti, “Si parla di una riduzione del rischio di morte del 33%, associata al prolungamento della sopravvivenza di queste pazienti di 7,5 mesi”, spiega ancora Lucia Del Mastro.

Anna Maria Porrini, Direttore Medico Roche Italia, esprimendo la sua soddisfazione per la doppia autorizzazione concessa da AIFA, ha dichiarato: “L’approvazione italiana conferma il percorso nel campo delle immunoterapie antitumorali intrapreso da Roche, azienda da sempre orientata verso la continua ricerca e innovazione per offrire ai pazienti soluzioni terapeutiche in grado di colmare significativi bisogni clinici insoddisfatti”.