Il progetto Printmed-3D, che vede la collaborazione dell’Università Statale di Milano e di Regione Lombardia, punta a rendere disponibile al sistema sanitario lombardo una piattaforma integrata per le tecnologie mediche tridimensionali. I primi risultati nel campo della chirurgia pediatrica e dei trapianti d’organo sono stati recentemente presentati alla presenza del rettore dell’Università milanese, Elio Franzini, e dell’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti.
Il progetto è coordinato da Paolo Milani, direttore del Centro interdisciplinare materiali e interfacce nanostrutturati (CIMaINa) della Statale, e vede la partecipazione di esperti accademici e industriali, tra cui Maurizio Vertemati in qualità di responsabile delle attività di realtà virtuale. Printmed-3D ha ottenuto oltre 3,1 milioni di euro di finanziamento da parte di Regione Lombardia nell’ambito della “Call Hub Ricerca e Innovazione”, su un valore totale del progetto di 7,2 milioni €. Il partnenariato vede la partecipazione anche del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche “L. Sacco” e del Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche ed odontoiatriche, della Fondazione Istituto neurologico “Carlo Besta” e dei partner industriali Dolphin Fluidics, NRGsys, Intelligenza Trasparente e Kentstrapper.
Modelli virtuali e stampa 3D
Obiettivo del progetto è sostenere l’ottimizzazione e la personalizzazione di molte attività cliniche in un’ottica di medicina personalizzata attraverso la realizzazione di modelli virtuali aderenti alla realtà anatomica e funzionale del paziente. I chirurghi avranno anche modo di utilizzare la realtà virtuale per simulare le procedure complesse che dovranno affrontare sul teatro operatorio; diventa in tal modo possibile massimizzare la precisione d’intervento, con riduzione dei rischi per i pazienti da un lato, e miglioramento dell’efficienza delle prassi chirurgiche e della qualità dell’assistenza e sostenibilità del sistema sanitario dall’altro. Non mancano anche le possibili applicazioni nel campo della formazione dei giovani medici, che potranno così mettersi alla prova in un ambiente chirurgico simulato.
Il progetto prevede la ricostruzione 3D di organi e apparati sulla base delle immagini radiologiche ottenute tramite Tac e risonanza magnetica. Questi modelli tridimensionali possono essere quindi utilizzati all’interno di ambienti di realtà virtuale immersiva o per la stampa 3D dei corrispondenti oggetti fisici. In quest’ultimo caso, vengono utilizzati materiali che mimano le caratteristiche strutturali dei materiali organici, con l’obiettivo di riprodurre il più fedelmente possibile l’anatomia del singolo paziente.
Tra i risultati ottenuti dai ricercatori del progetto Printmed 3D, si segnala la realizzazione di un modello di fegato che replica in modo accurato sia le caratteristiche anatomiche desunte dai dati radiologici, compresi i vasi sanguigni cavi, che le sensazioni tattili del contatto con l’organo. In modo analogo, è stato ottenuto anche un modello tattile del cervello umano, che replica la risposta viscoelastica al tocco dei tessuti cerebrali.