Il Rapporto Nazionale 2020 su L’uso dei Farmaci in Italia, pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a luglio 2021, indica una spesa farmaceutica totale pari a 30,5 miliardi di euro, in lieve calo rispetto all’anno precedente (-0,9%). Si è trattato per oltre i tre quarti (76,5%, pari a 23,4 miliardi ) di spesa pubblica rimborsata dal Servizio sanitario nazionale (SSN); tale valore rappresenta anche il 18,9% della spesa sanitaria pubblica totale. 

La classe terapeutica a maggior spesa nel canale della spesa convenzionata è quella dei farmaci cardiovascolari (49,05 euro pro capite, consumo 484,7 DDD), mentre gli acquisiti diretti da parte delle strutture sanitarie pubbliche riguardano soprattutto i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici (102,88 euro pro capite, 49 DDD).

I trend principali

Le strutture sanitarie pubbliche hanno acquistato farmaci per un valore totale di 13,5 miliardi di euro (222,87 euro pro capite), dato sostanzialmente stabile per quanto riguarda la spesa (+0,9%) che i consumi (+1,5%) rispetto all’anno precedente. Oltre il 60% della spesa e circa il 70% delle dosi è riferito a persone di oltre 64 anni di età, con una prevalenza dei consumi leggermente minore nelle Regioni del Nord Italia (59,6%) rispetto a quelle del Centro (64,8%) e del Sud (65,8%). La Campania ha visto la più alta spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A-SSN (197,3 euro), mentre il valore più basso è stato registrato nella provincia autonoma di Bolzano (114,4 euro); andamento simile anche per i consumi,  che hanno visto il massimo in Campania(1.123,8 DDD/1000 abitanti die) e il minimo nella provincia di Bolzano (708,4 DDD/1000 abitanti die). 

I farmaci fuori brevetto hanno rappresentato nel 2020 il 67,6% della spesa e l’84,8% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. I biosimilari hanno visto una conferma dei trend di aumento nel consumo delle specialità medicinali disponibili da più tempo e un andamento positivo per i farmaci di più recente commercializzazione.

L’andamento della spesa farmaceutica

La spesa farmaceutica pro capite (comprendente sia i medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche che quelli erogati attraverso il canale della convenzionata), è stata pari a 385,88 euro. La spesa affrontata direttamente dai cittadini per l’acquisto di medicinali in fascia C è stata pari a circa 5,7 miliardi di euro, di cui il 57,8% (3,3 miliardi) relativi a farmaci con ricetta e il 42,2% (2,4 miliardi) a farmaci di automedicazione (SOP e OTC). La popolazione anziana ha affrontato una spesa media per utilizzatore pari a 560 euro (601 negli uomini e 527 nelle donne).

I consumi totali sono stati pari a 1.163,4 DDD/1000 abitanti die, stabili rispetto al 2019. Il 60% circa dei cittadini ha ricevuto nel 2020 almeno una prescrizione di farmaci, percentuale che scende al 35,7% nella popolazione pediatrica. Al vertice per numero di prescrizioni si sono confermati gli agenti antinfettivi per uso sistemico e per l’apparato respiratorio (entrambi in riduzione rispetto al 2019), mentre in aumento del 4,2% rispetto all’anno precedente sono risultati i farmaci del sistema nervoso centrale. 

I dati su farmaci orfani e innovativi

Il 2020 ha visto il rilascio di 24 nuovi Registri di monitoraggio AIFA; altri 10 sono stati modificati e 24 sono stati chiusi. A livello di nuovi pazienti inseriti, lo scorso hanno ha visto prevalere i farmaci dell’apparato cardiovascolare, quelli della categoria “Vari” e i “Dermatologici” (incremento superiore al 50%), mentre la categoria “Sangue ed organi emopoietici” si è confermata raccogliere il più alto numero di pazienti all’interno della piattaforma dei Registri di monitoraggio. 

Il requisito di innovatività (piena o condizionata) ha beneficiato nel 2020 40 medicinali, soprattutto antineoplastici. Gli anticorpi monoclonali e le molecole di sintesi ha avuto il maggior impatto sulla spesa per i farmaci innovativi (97,8%). La spesa dei farmaci orfani di classe H, A, e C, comprensiva dell’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche e dell’erogazione in regime di assistenza convenzionata, è stata pari a circa 1,4 miliardi di euro, corrispondente al 6% della spesa SSN.