La dispensazione delle singole dosi di farmaci è ormai completamente automatizzata, grazie ad armadi robotizzati e carrelli intelligenti in grado di dispensare le terapie già pronte all’uso e di avvisare sullo stato delle scorte. L’esperienza dell’ospedale 3.0 avviata già da tempo in Lombardia permette di tracciare, grazie ai software, l’intero ciclo di dispensazione del farmaco, dalla sua prescrizione da parte del medico alla somministrazione al paziente, e di registrare tutti i dati clinici e amministrativi aggiornati in tempo reale. L’associazione dei medicinali a uno specifico paziente può essere effettuata mediante braccialetti identificativi, senza rischio di errore. Le nuove modalità di gestione si estendono anche al corretto utilizzo dei dispostivi medici di cui necessita il singolo paziente, e hanno permesso di ottenere vantaggi concreti in termini di sicurezza e appropriatezza delle cure, controllo dei costi, efficientamento e creazione di valore in sanità. 

Il punto sull’implementazione del nuovo modello, che sta venendo introdotto anche nelle prime Residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stato fatto nel corso del recente convegno “Tracciabilità, sicurezza ed efficienza nella sanità lombarda del futuro”, promosso da Value Relations in collaborazione con la Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia.

L’automazione del percorso intraospedaliero del farmaco oggi è già realtà in diverse strutture sanitarie lombarde, dove la tracciabilità si è rivelata uno strumento di governo fondamentale per le sue ricadute in termini di appropriatezza delle cure, controllo e sostenibilità della spesa sanitaria”, ha dichiarato Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e politiche sociali della Regione Lombardia. “Siamo precursori di una nuova frontiera della tutela della salute e della sicurezza, che potrà essere presa ad esempio dalle altre Regioni e anche dal Parlamento italiano”.

Snellire i processi per ottimizzare la gestione

L’acquisto e la logistica di farmaci e dispositivi medici rappresentano la seconda voce di spesa degli ospedali, con un’incidenza del 20% sui costi totali sostenuti. La gestione manuale di tali processi complessi, ancora spesso presente, può portare ad errori terapeutici (spesso influenzati da stanchezza, carenza di personale o cattive condizioni ambientali), prolungamento delle degenze e crescita di contenziosi sanitari. Anche l’attuale contrazione della forza lavoro in ospedale richiede uno snellimento dei processi, nell’ottica di ottimizzare i tempi e valorizzare le diverse figure professionali.

In Lombardia, gli errori terapeutici sono la prima causa di risarcimento danni da parte delle ATS (54% degli importi liquidati) e la terza causa per le ASST (11,3%), dopo gli errori chirurgici e quelli diagnostici. A livello nazionale, si stima che circa 320mila (il 4% circa) persone ricoverate riportino ogni anno danni e malattie dovuti a errori nelle cure o a un’organizzazione inadeguata delle strutture sanitarie. Sul fronte regolatorio, d’altro canto, sono sempre più stringenti le richieste in termini di tracciabilità dei medicinali e dei dispositivi medici.

I progetti avviati in diversi ospedali lombardi – tra cui Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, ASST Brianza, ASST Spedali Civili di Brescia – hanno visto l’adozione di sistemi che, integrando hardware e software, permettono la gestione informatizzata dei medicinali a livello di farmacia e di reparto, fino al letto del paziente o, per i dispositivi medici, fino alla sala operatoria. 

È stato così possibile ridurre gli errori di prescrizione e somministrazione fino al 100% e azzerare i farmaci scaduti,  con un risparmio medio del 15-25% sui consumi e del 20-40% sulle giacenze di magazzino e con un generale recupero del tempo di infermieri e farmacisti ospedalieri. 

Il servizio di automazione attivato presso l’Ospedale di Vimercate, e recentemente esteso anche agli altri ospedali di ASST Brianza, è stato implementato dal 2010, quando pochi in Italia potevano vantare simili esperienze – ha spiegato Marco Trivelli, direttore generale dell’ASST Brianza. – Abbiamo adottato sin da allora il modello tecnico e organizzativo della ‘dose unitaria’, che ha permesso di allestire terapie personalizzate per il paziente. Un modello favorito dalla realizzazione di infrastrutture tecnologiche ospedaliere all’avanguardia e dallo sviluppo della Cartella Clinica Informatizzata. Il fabbisogno terapeutico di tutta l’area della degenza coinvolta dal processo di automazione, per un totale di 357 posti letto, è coperto per l’85%. Nel corso di questi anni abbiamo abbattuto significativamente la possibilità di errore in tutto il percorso della gestione del farmaco”.

Le nuove fasi di evoluzione del progetto

Le RSA sono l’obiettivo della seconda fase del progetto, che punta a migliorare sicurezza del paziente e tracciabilità del farmaco/dispositivo medico lungo l’intera filiera della presa in carico. Gli anziani ospiti delle RSA sono spesso soggetti a trattamenti di politerapia, con maggior rischio di errori nella somministrazione di farmaci.

Un’ulteriore futura evoluzione del progetto, dopo conferma del suo potenziale anche a livello di RSA, potrebbe vedere il coinvolgimento delle farmacie aperte al pubblico, che potrebbero essere il luogo deputato all’allestimento di terapie personalizzate.

La recente riforma sanitaria regionale coinvolgerà sempre più la farmacia dei servizi nella presa in carico della cronicità e nel monitoraggio della compliance del paziente”, ha sottolineato Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia. “In questo contesto, la terapia in dosi personalizzate offrirà importanti vantaggi, non solo in termini di tracciabilità e sicurezza ma anche per favorire l’aderenza terapeutica e contenere gli sprechi”.