Una nuova collaborazione multistakeholder centrata sull’incorporare i principi del Quality by Design (QbD) a un caso di studio di terapia CAR-T (Chimeric antigen receptor T-cell) – il progetto A-Cell – è stata siglata tra la Alliance for Regenerative Medicine (ARM) in rappresentanza dell’industria delle terapie avanzate e il National Institute for Innovation in Manufacturing BioPharmaceuticals (NIIMBL) statunitense. 

Il progetto A-Cell intende, più in particolare, trasferire anche in questo settore le best practice e le metodologie standard per le attività di Chemistry, Manufacturing e Controls (CMC) tipiche dello sviluppo medicinale. Obiettivo finale è superare gli attuali colli di bottiglia che frenano lo sviluppo di nuove terapie cellulari, in particolare per quanto riguarda le attività di scaling up delle produzioni e la loro costo-efficacia, attribuita da ARM proprio alla mancanza di metodologie standardizzate e training adeguato sui programmi CMC.

Lo studio di caso può essere approfondito grazie al report dettagliato pubblicato sul sito di ARM, che discute i diversi aspetti del problema. L’esempio illustrativo prospettato nel documento si basa su dati non proprietari e intende offrire una fotografia dello stato attuale delle best practice del settore, senza voler essere in alcun modo un indirizzo di tipo regolatorio né un esempio di simulazione del dossier regolatorio. Il progetto è stato sviluppato con il contributo di oltre cinquanta esperti industriali provenienti da una trentina di aziende diverse, a cui si sono aggiunti esperti in campo regolatorio e dello Standards Coordinating Body. I contenuti del report saranno approfonditi anche con una serie di webinar in programma da settembre fino a inizio 2023. 

La scelta di approfondire le terapie CAR-T autologhe come case study è legata al loro successo (sei i prodotti finora approvati da FDA) e dall’interesse che rivestono per gli investitori. ARM sottolinea come molti dei concetti evidenziati dal report si possano applicare anche ad altri tipi di terapie cellulari, tra cui quelle a base di cellule staminali mesenchimali, cellule stromali o cellule staminali pluripotenti. 

Il progetto A-Cell segue l’esempio di quanto già fatto con progetti analoghi nel campo della produzione degli anticorpi monoclonali (A-Mab), dei vaccini (A-Vax) e delle terapie geniche (A-Gene). Nei primi due casi, in particolare, ci si era trovati di fronte a barriere simili a quelle identificate per le terapie cellulari, che i due progetti hanno contribuito a superare. Il progetto A-Gene, ad esempio, è utilizzato come strumento educational dall’University College di Londra.