Il ventunesimo Rapporto nazionale sull’uso dei farmaci in Italia 2021 (qui il link per scaricarlo), realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) di AIFA,   ha analizzato come ogni anno i dati relativi alla prescrizione farmaceutica attraverso i diversi flussi informativi disponibili. La fotografia degli andamenti della spesa farmaceutica in ambito territoriale e ospedaliero, sia a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN) che diretta a carico del cittadino, si è focalizzata quest’anno sui trend temporali, con l’obiettivo di cogliere i cambiamenti negli andamenti prescrittivi, intercettare mutamenti di salute nella popolazione e analizzare l’impatto delle azioni regolatorie sull’appropriatezza prescrittiva. L’indagine di quest’anno ha anche approfondito l’andamento temporale dei prezzi, nell’ambito dell’assistenza convenzionata, con analisi dell’effetto sui prezzi dell’ingresso di nuovi medicinali in lista di trasparenza e, nell’ambito degli acquisti diretti, dell’ingresso sul mercato di nuove specialità.

Nell’analisi dell’aderenza al trattamento farmacologico è stato valutato l’andamento nel triennio 2019-2021, anche con la finalità di verificare eventuali cambiamenti intervenuti nel periodo pandemico; oltre alla prevalenza, è stata valutata anche l’incidenza della patologia, attraverso l’analisi della prescrizione da parte dei medici di medicina generale. Infine è stata introdotta una sezione specifica sull’evoluzione della spesa per valorizzare e monitorare l’impatto sulla spesa farmaceutica SSN delle nuove molecole, anche ai fini della programmazione. Ulteriori approfondimenti sono stati condotti in merito alle modalità di erogazione dei farmaci a livello regionale, in particolare, riguardo la distribuzione diretta (DD) e in nome e per conto (DPC), analisi che ha portato ad evidenziare una notevole variabilità tra le diverse Regioni

I principali dati della spesa farmaceutica

La spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) nel 2021 è stata pari a 32,2 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2020). La spesa pubblica (€ 22,3 miliardi) ha rappresentato il 69,2% della spesa farmaceutica complessiva e il 17,4% della spesa sanitaria pubblica, con un aumento del 2,6% rispetto al 2020. La spesa farmaceutica pro capite, comprensiva dei medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelli erogati attraverso il canale della convenzionata, è stata nel 2021 pari a €396,81 (+2,8% vs 2020). A livello di popolazione, lo scorso anno poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. I dati indicano un aumento sia della spesa pro capite che dei consumi con l’aumentare dell’età. Gli over-64, in particolare, hanno ha assorbito il 70% della spesa e delle dosi, con una prevalenza inferiore nelle regioni del Nord (59,3%) rispetto al Centro (64,7%) e al Sud Italia (66,7%). Il dato di spesa riferito alla popolazione anziana indica una media per utilizzatore pari a 558 euro (599 negli uomini e 525 nelle donne). Le strutture sanitarie pubbliche hanno speso 13,8 miliardi di euro per l’acquisto di farmaci (233,5€ pro capite), con un aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente, mentre i consumi sono rimasti sostanzialmente stabili (-0,3%).

Per quanto riguarda la popolazione pediatrica, più di un terzo (35,1%) ha ricevuto nel 2021 almeno una prescrizione di farmaci. Si segnala, inoltre, il dato (53,8%) relativo ai bambini nella fascia di età prescolare; il Rapporto 2021 evidenzia un aumento delle  delle confezioni pro capite erogate ai bambini nei primi cinque anni di vita rispetto all’anno precedente, a fronte di una riduzione dei consumi nei bambini in età scolare e negli adolescenti. I consumi sono risultati in aumento rispetto al 2020 del 2,8% (1.306,8 DDD/1000 abitanti die), con valori ancora maggiori in regime di assistenza convenzionata (+3,2%). Nel 2021 la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino ha raggiunto 6,1 miliardi di euro circa, con un incremento del 7% rispetto al 2020; di questi il 57% (3,5 miliardi) è relativo a farmaci con ricetta e il 43% (2,6 miliardi) a farmaci di automedicazione (SOP e OTC), comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali. Le benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa. Considerando solo i farmaci di automedicazione, i primi principi attivi per spesa sono diclofenac, ibuprofene e paracetamolo.

I dati per categoria terapeutica e territorio

Antinfettivi per uso sistemico e farmaci per l’apparato respiratorio si confermano le categorie terapeutiche più prescritte, con un andamento divergente in termini di consumi: in discesa per gli antinfettivi, in ripresa per i farmaci dell’apparato respiratorio. Tutte le categorie ATC di I livello a maggior spesa pubblica hanno fatto registrare un incremento di spesa rispetto all’anno precedente, ad eccezione degli antimicrobici per uso sistemico. Passando al dato riferito alle categorie ATC I livello a maggior consumo, i maggiori incrementi sono stati registrati per i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, in particolar modo in regime di assistenza convenzionata, attribuibile all’aumento dei consumi della vitamina D e analoghi e degli inibitori di pompa protonica. In diminuzione sono risualtati i consumi dei farmaci del sistema respiratorio.

I farmaci cardiovascolari hanno rappresentato la classe terapeutica a maggiore spesa (49,51 euro pro capite) e consumo (486,89 DDD) nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa (111,98 euro pro capite) e consumo (50,56 DDD) tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche. A livello territoriale, la Campania ha visto la spesa lorda pro capite più elevata (199,9 euro pro capite), mentre il valore più basso si è registrato nella provincia autonoma di Bolzano (113,4 euro pro capite, – 76% vs Campania). A livello di consumi il trend è stato analogo, con la Campania che ha fatto ancora segnare i livelli più elevati (1.334,3 DDD/1000 abitanti die), e la provincia autonoma di Bolzano quelli più bassi (821,4 DDD/1000 abitanti die). 

I farmaci a brevetto scaduto hanno costituito nel 2021 il 69,8% della spesa e l’86,0% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. La quota percentuale dei farmaci equivalenti, a esclusione di quelli che hanno goduto di copertura brevettuale, ha rappresentato il 21,0% della spesa e il 29,6% dei consumi. I biosimilari hanno confermato la tendenza a un aumento nel consumo delle specialità medicinali disponibili da più tempo e un trend positivo per i farmaci di più recente commercializzazione (anti-TNF-alfa, bevacizumab, rituximab, trastuzumab e teriparatide), sebbene sia rimasta una certa variabilità regionale per consumo e incidenza di spesa. 

Novità terapeutiche e panorama internazionale

Il Rapporto OsMed 2021 ha preso in esame per la prima volta le nuove entità terapeutiche, che hanno un forte impatto sia in termini di spesa farmaceutica che di benefici attesi. La spesa delle nuove entità terapeutiche è passata da circa 5.371 milioni di euro nel 2014 a circa 8.291 milioni di euro nel 2021. La spesa dei farmaci orfani, comprensiva dell’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche e dell’erogazione in regime di assistenza convenzionata, ha fatto registrare nel 2021 un incremento del 9,4% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1,53 miliardi di euro (6,4% della spesa farmaceutica a carico del SSN). 

I prezzi italiani, inoltre, sono stati confrontati con quelli degli altri paesi europei sia per l’anno 2021 che sul più ampio periodo che va dal 2014 al 2021. I prezzi dei farmaci sono stati confrontati anche in base alla prima data di lancio in Europa e distinguendo il mercato dei farmaci a brevetto scaduto e da quello dei farmaci aventi l’esclusività di mercato. Nel confronto internazionale, il Rapporto ha evidenziato ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri paesi europei, sebbene l’Italia sia al 2° e 1° posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo di farmaci biosimilari. A livello di prezzi, i dati indicano che l’Italia, considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, è caratterizzata da prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia. L’Italia si è collocata al 6° posto per la spesa dei farmaci orfani (€31,2 pro capite), dopo Austria (€43,4), Germania (€41,0), Francia (€40,3), Spagna (€36,7) e Gran Bretagna (€33,9). Dopo la riduzione registrata nel 2020, in tutti i paesi considerati è stata evidenziato un aumento della spesa di questi farmaci rispetto all’anno precedente.