La crisi degli approvvigionamenti energetici, coi costi saliti alle stelle, e le dinamiche inflative in corso pongono seri rischi per la fornitura dei farmaci generici essenziali sul territorio europeo. L’allarme è stato sollevato dall’associazione che rappresenta i produttori di farmaci generici e biosimilari, Medicines for Europe, che ha rivolto una lettera aperta ai ministri europei dell’Energia e alla Commissione europea, riuniti nel recente Consiglio dell’Energia. il tema dell’energia è stato anche al centro dell’incontro informale dei capi di governo che si è tenuto a Praga il 7 ottobre.

I medicinali fuori brevetto rappresentano il 70% di quelli dispensati sul suolo europeo, ricorda Medicines for Europe. L’associazione denuncia un aumento generale dell’inflazione di oltre il 9%, a cui si sommano gli aumenti dei costi delle materie prime (tra il 50 e il 160%) e dei trasporti (fino al 500%), oltre che quelli della componente energetica. Ne risulta un settore messo sempre più sotto pressione, fino ai limiti dell’insostenibilità.

Il rischio paventato nella lettera aperta è che i prezzi record di gas ed elettricità conseguenti alle sanzioni messe in atto per la guerra in Ucraina – aumenti anche fino a dieci volte per l’elettricità per alcuni stabilimenti – potrebbero accrescere il rischio che alcuni produttori vedano razionate le forniture energetiche, o non siano più in grado di mantenere attive le produzioni. 

Medicines for Europe ha accolto positivamente il lavoro del Consiglio europeo per lo stoccaggio del gas e la riduzione coordinata della sua domanda, una misura considerata critica per poter mantenere operativa la produzione dei medicinali. “È anche fondamentale che l’EU introduca misure per abbassare i costi energetici per il settore dei farmaci generici, che non può aumentare i prezzi in modo legale in Europa a causa dei prezzi di riferimento”, è la richiesta rivolta dalla presidente di MfE, Elisabeth Stampa, dalla lettera aperta. 

Medicines for Europe propone interventi su tre livelli a salvaguardia del comparto. Innanzitutto l’introduzione di riferimenti chiari ai settori industriali ritenuti critici, che dovrebbero quindi poter beneficiare delle deroghe proposte per permettere agli stati membri di intervenire sui costi energetici per le piccole e medie imprese. L’industria farmaceutica dovrebbe anche venire esclusa dalle misure di riduzione dalla domanda di energia, all’interno dei piani nazionali di emergenza per la fornitura di gas che dovrebbero venire aggiornati entro fine ottobre. Infine, il settore dei farmaci fuori brevetto dovrebbe essere incluso tra quelli che possono accedere al framework temporaneo di crisi per gli aiuti di stato a supporto dell’economia. 

La lettera aperta pone l’attenzione su produzioni che richiedono grandi quantità di energia per riscaldamento e raffreddamento, come quelle dei farmaci sterili, biologici o degli antibiotici, ed allerta circa il rischio che eventuali chiusure delle produzioni, anche solo temporanee, possano in realtà richiedere tempi lunghi per la ripresa della normale operatività.