La Commissione della Farmacopea europea ha dato il via libera, nella sua riunione di novembre 2022, alle revisioni delle monografie n. 2034 (Sostanze per uso farmaceutico) e n. 2619 (Preparazioni farmaceutiche). La revisione ha inserito in entrambe le monografie una specifica sezione dedicata ai requisiti riferiti a una possibile contaminazione da nitrosamine, una necessità emersa nell’ultima sessione di consultazione pubblica.  Le due monografie revisionate saranno pubblicate nel supplemento 11.3 della Farmacopea europea, la cui pubblicazione è prevista a luglio 2023, e diventeranno applicabili a partire dal 1° gennaio 2024.

Le novità introdotte prevedono che per ogni principio attivo farmaceutico, i produttori conducano una valutazione di rischio sulle possibili impurezze di nitrosammine, a livello dell’intero processo produttivo dell’API e del suo immagazzinamento. In caso venga identificato un rischio è necessario adottare le opportune misure di mitigazione, quali ad esempio modifiche del processo produttivo. È, inoltre, necessario, implementare una strategia di controllo in gradi di rilevare e monitorare in modo affidabile la contaminazione.

L’identificazione di nitrosamine potenzialmente cancerogene in alcuni farmaci anti-ipertensivi risale al 2018. In particolare, al centro dell’attenzione sono la N-nitrosodietilammina (NDEA) e la N-nitrosodimetilammina (NDMA). Queste sostanze possono formarsi all’interno dei principi attivi farmaceutici a seguito di diversi fattori, tra cui le condizioni di processo, una cross-contaminazione accidentale, le procedure di recupero dei solventi o la degradazione della sostanza attiva. 

Nel corso degli anni, l’Agenzia europea dei medicinali ha richiesto alle aziende di mettere in atto precise procedure per valutare il rischio di presenza di impurezze di nitrosammine nei propri prodotti. Attualmente, la fase 3 di questo processo, che nei casi identificati come a rischio può richiedere una variazione dell’AIC del medicinale, ha visto spostare la data ultima per il deposito di tali variazioni al 1° ottobre 2023, di modo da dare più tempo alle aziende interessate per approfondire il problema e mettere in atto le azioni di mitigazione del rischio. La stessa proroga della scadenza per la fase 3 è stata adottata anche da EDQM con riferimento alla necessità di richiedere una revisione dei Certificati di conformità (CEP).