Le principali associazioni europee del mondo life sciences (EFPIA, EuropaBio, MedTech Europe, Vaccines Europe, Cocir, Nanomedicines) figurano tra le oltre cento associazioni di categoria rappresentanti i vari stakeholder del mondo della ricerca e sviluppo firmatarie di un position paper a sostegno della richiesta di maggiori investimenti da parte delle istituzioni europee nel nuovo programma quando di ricerca FP10.

Un obiettivo che il modo industriale e dell’innovazione ritiene fondamentale per permettere all’Europa di contrastare la competizione degli altri attori presenti sulla scena internazionale, in particolare per quanto riguarda gli investimenti privati e la capacità di risultare attrattiva per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione

Le richieste del mondo dell’innovazione

Il position paper sottolinea come, oltre a maggiori investimenti del programma quadro per la ricerca FP10, anche gli investimenti nazionali in attività RD&I dovrebbero crescere in parallelo, con un target minimo del 3% del prodotto interno lordo. 

La competitività dell’Unione dovrebbe anche essere rafforzata grazie a un focus maggiore sulla attività RD&I collaborative di eccellenza transfrontaliere, con una forte partecipazione industriale. Secondo i firmatari del position paper, quindi, la competitività dovrebbe venire rinforzata all’interno del Pilastro II del FP10, e diventare un driver chiave anche per i Pilastri I e III. Le attività del secondo pilastro, inoltre, dovrebbero essere guidate dalle priorità strategiche dell’UE e da bisogni industriali chiaramente definiti.

Il documento sottolinea come il Pilastro II del programma quadro di ricerca sia un elemento fondamentale per costruire una fiducia di lungo termine per le partnership pubblico-privato. Da qui, infatti, passa spesso l’adozione delle nuove tecnologie da parte dell’industria e lo scaleup di nuove soluzioni, prodotti e servizi. Le attività comprese nel secondo Pilastro, inoltre, sono ritenute fondamentali anche per ridurre il rischio e le incertezze dal punto di vista industriale, e per stimolare gli investimenti privati in Europa, dimostrando il supporto dell’Unione in favore dei settori technology-intensive e preservando al contempo la neutralità tecnologica per garantire condizioni di parità del mercato interno. Secondo le associazioni firmatarie, questo approccio metterebbe a disposizione dell’industria i “giusti incentivi” per investire in Europa, invece che in paesi terzi, e per realizzare le agende europee green e digitale.

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