Cominciamo a scoprire i temi che toccheremo il prossimo 4 dicembre durante il convegno “Oltre le molecole, scenari futuri per l’industria Pharma” insieme al Direttore Scientifico di NCF, Alberto Bartolini. Terapie avanzate, tracciabilità, intelligenza artificiale… sono solo alcuni dei pezzi di questo puzzle in via di definizione.

Nell’industria chimico-farmaceutica, l’innovazione e la capacità di rinnovarsi svolgono un ruolo essenziale. Quali sono, a suo parere, le principali trasformazioni in atto?
L’innovazione è sicuramente necessaria e vorrei sottolineare, in particolare, due aspetti. In primis, penso che sia d’obbligo essere sempre pronti a rivedere i processi in atto, aspetto questo comune a tutto il mondo del lavoro, perché attraverso tecnologie e metodi innovativi si può aumentare l’efficienza, con risparmi economici rilevanti. In secondo luogo, vorrei evidenziare come in seno all’industria chimico-farmaceutica (che ormai chiamerei “biochimico-farmaceutica”) sia in atto una vera e propria rivoluzione. Farmindustria prevede che, nel 2030, l’80% dei nuovi prodotti farmaceutici che verranno introdotti sul mercato saranno di origine biologica. Ciò comporterà esigenze specifiche, come una tracciabilità ancora più attenta: se questa ad oggi si ferma alla farmacia, domani potrebbe spingersi fino alla destinazione finale, ovvero il paziente, perché con le terapie avanzate ci troveremo di fronte a farmaci “tailor-made”, costruiti su misura sulle esigenze del singolo. Ulteriore elemento fondamentale sarà il controllo della temperatura, di vitale importanza per questi farmaci a base di cellule, che dovrà essere sempre più reale e puntuale. Non si parlerà più solo di gestione del “freddo”, ma bensì del “fresco”, in quanto viaggeremo con temperature intorno ai 22°C.

Tra i temi più in voga del momento, abbiamo le applicazioni di IA e machine learning. Crede che il loro ruolo sarà determinante anche nel Pharma?
Durante l’ultimo Simposio AFI, parlando di IA, ho fatto un’affermazione scherzosa (anche se non troppo): dal mio punto di vista le parole “intelligenza” e “artificiale” sono un ossimoro. L’intelligenza è una prerogativa umana. L’IA si basa su sistemi informativi che gestiscono degli algoritmi molto complessi. Questi fanno in modo che le macchine possano svolgere delle attività che sono assimilabili a quelle dell’Uomo. Durante il convegno del 4 dicembre forniremo esempi concreti di applicazioni di intelligenza artificiale sia a livello di gestione di processi produttivi sia di controllo e monitoraggio della qualità. Come rovescio della medaglia, è evidente che l’IA comporta alcune criticità, in particolare lato privato, che bisognerà monitorare: parlo, ad esempio, dei rischi relativi alla tutela della privacy.

A proposito del convegno di dicembre. Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, in termini di pubblico e contenuti, quali sono le sue aspettative per il 2024?
Credo che l’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di migliorare in ciò che si fa. La prima edizione ha ottenuto sicuramente un risultato positivo: affermo ciò sulla base dei feedback dei presenti e dei contenuti portati dai relatori. Queste premesse rappresentano uno stimolo per fare ancora meglio e sono sicuro che sarà così, conoscendo il valore degli esperti che interverranno e i temi di cui tratteremo. Usando una metafora gastronomica, in questa sede non voglio svelare troppo del menù… ma certamente il pranzo sarà gustoso e composto da molte portate.