Le due transizioni gemelle, verde e digitale, al centro delle politiche europee degli ultimi anni, richiedono la disponibilità non solo di adeguate tecnologie, ma anche di personale e competenze in grado di implementarle e utilizzarle in modo corretto. Parliamo di machine learning, robotica e automazione in campo digitale, a cui si affiancano in ambito ecologico soprattutto la misurazione e comunicazione dell’impatto ambientale, la gestione dei rifiuti e l’ottimizzazione dei processi produttivi. 

A questi temi è stato dedicato uno studio realizzato dal centro MEIEC – Milan Economic Impact Evaluation Center dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con Federchimica e condotto dal gruppo di ricerca di Edoardo Della Torre, docente di Organizzazione aziendale del Dipartimento di Economia, le aziende chimiche (lo puoi scaricare a questo link).

Siamo di fronte a veri e propri cambiamenti di paradigma, trasformazioni che interessano trasversalmente, e con una velocità senza precedenti, ogni settore di attività oltre che la società nel suo complesso”, ha commentato la Rettrice dell’Università degli Studi di Milano Marina Brambilla, in occasione dell’evento di presentazione dello studio. “La sfida al centro di questa transizione è quindi capire in profondità come si stanno modificando ed evolvendo le competenze necessarie per superare lo skill mismatch che nel nostro Paese si continua a registrare anche nei settori industriali più avanzati. La formazione deve, quindi, continuamente dialogare con l’indagine scientifica, con il mondo aziendale e delle istituzioni, per dotarsi di tutti gli strumenti per creare professionisti allineati ai nuovi bisogni del mercato: in questo contesto, il carattere multidisciplinare della Statale è indubbiamente un punto di forza, un luogo e un’opportunità unica per superare visioni parziali, sviluppando quella sinergia tra ambiti diversi, premessa necessaria a soluzioni e risposte sistemiche e trasversali”.

I dati principali dello studio

L’analisi condotta tra le 61 imprese che hanno accettato l’invito a partecipare all’indagine del MIEC ha evidenziato come il 70% circa delle aziende del comparto chimico abbia già introdotto (o lo stia per fare) nuovi ruoli con competenze specifiche per gestire la transizione digitale ed ecologica. 

I principali ruoli emergenti in ambito digital comprendono gli ingegneri dell’automazione e della robotica per i processi produttivi e i Production Data Analyst e-Business Analytics Manager che si occupano dell’elaborazione dei dati. Non meno importanti sono i nuovi canali di comunicazione e gestione dei clienti, che richiedono figure quali Digital Campaign Manager e E-Key Account Manager. La gestione del cambiamento, invece, vede l’affermarsi dei ruoli di Innovation Leader e Digital Business Partner. Nel campo della transizione ecologica sono richiesti in particolare Life Cycle Assessment Specialist e specialisti di riciclo e riutilizzo prodotto, oltre che Carbon Neutrality Manager e Sustainability Manager. Lo studio ha evidenziato anche l’importanza di allargare le competenze possedute dai diversi ruoli organizzativi già esistenti

Le nuove sfide al centro di un Patto Sociale

Le nuove sfide formative per lo sviluppo delle competenze necessarie ad affrontare le transizioni gemelle sono anche al centro di un Patto Sociale aperto a tutti gli attori, pubblici e privati, della formazione che condividono la necessità di ridurre l’attuale deficit di competenze. Patto che è stato lanciato da Federchimica, Farmindustria e dalle organizzazioni sindacali di settore FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL e UILTEC-UIL.

La carenza di competenze, tema prioritario a livello europeo, è avvertita anche nel nostro settore, nonostante le retribuzioni siano tra le più alte nel manifatturiero, gli ambienti di lavoro sempre più inclusivi e i sistemi di welfare di altissimo livello”  ha sottolineato il presidente di Federchimica Francesco Buzzella. “Conoscenze ed esperienze devono essere messe a fattor comune, rafforzando le sinergie tra mondo del lavoro, della formazione e delle istituzioni con l’obiettivo di dotare di competenze adeguate e attrarre sempre più talenti verso un settore che, per sua natura, è votato all’innovazione e alla ricerca di altissimo livello ed è, storicamente, all’avanguardia nella gestione e nello sviluppo delle relazioni industriali”.

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay