Il rapporto del Gruppo di esperti della Commissione per la valutazione ad interim di Horizon Europe (da poco pubblicato sul sito della Commissione UE) prende avvio da quanto evidenziato dal rapporto Draghi sul futuro della competitività europea, ovvero dalla necessità di forti investimenti pubblici e privati a favore della ricerca e dell’innovazione. Il rapporto “Align Act Accelerate. Research, Technology and Innovation to boost European Competitiveness” si propone di fare il punto sull’esperienza fin qui acquisita dai programmi quadro per la ricerca al fine di delineare come essi possano venire migliorati per il futuro, a partire dagli ultimi anni di vigenza di Horizon Europe e dal prossimo FP10.

Dodici raccomandazioni per il futuro dei programmi R&I

Il rapporto discute in modo approfondito dodici diverse raccomandazioni su come migliorare i programmi europei per la ricerca e l’innovazione. Lo spunto iniziale dovrebbe vedere l’allineamento delle politiche trasformative R&I con l’agenda strategica europea e le raccomandazioni di alto livello. La scienza e la tecnologia dovrebbero figurare al centro dell’economia europea (secondo l’approccio “Europe’s Choice”) al fine di sostenere la competitività del continente. Il gruppo di quindici esperti sottolinea anche l’importanza di perseguire gli obiettivi del rapporto Letta, con maggiore integrazione del mercato unico e promozione del libero movimento negli ambiti della ricerca, innovazione, conoscenza ed educazione. L’effettiva creazione di una “Unione della ricerca e dell’innovazione” richiederebbe, inoltre, l’implementazione di un forte quadro europeo per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione (RD&I). Un programma quadro più robusto dovrebbe anche permette di stimolare gli investimenti pubblici e privati RD&I a sostegno della competitività europea. Il rapporto individua quattro diverse sfere d’azione, tra loro correlate: l’eccellenza competitiva, la competitività industriale, le sfide sociali e un più forte ecosistema R&I. A loro sostegno, il budget del prossimo programma quadro andrebbe aumentato a 220 miliardi di euro, e andrebbero finanziate tutte le domande giudicate eccellenti, grazie a un mix di diversi strumenti. Gli esperti raccomandano anche di creare un’apposita unità sperimentale per testare i nuovi programmi e strumenti con tempi di finanziamento rapidi.


Tra i punti per migliorare l’eccellenza competitiva figurano, il rafforzamento dei criteri per l’eccellenza RD&I, l’espansione delle attività e del budget del Consiglio europeo della ricerca e del Consiglio europeo dell’innovazione, il potenziamento del programma MSCA per l’attrattività dei talenti e del Fondo EIC. La creazione di un Consiglio industriale della competitività e tecnologia dovrebbe permettere di stimolare gli investimenti RD&I, con monitoraggio delle catene di valore critiche per l’autonomia strategica e la competitività di lungo periodo dell’UE. A tal fine, secondo il rapporto andrebbe anche supportata la ricerca collaborativa pan-europea e andrebbero rafforzati strumenti più user-friendly. A livello sociale, un nuovo Consiglio per le sfide sociali dovrebbe permettere di identificare in modo più efficace le priorità e di allinearle meglio all’agenda strategia europea. L’attrattività e inclusività dell’ecosistema RD&I europeo dovrebbe basarsi su infrastrutture di livello mondiale, alleanze tra le università e a ambiziosi piani nazionali e investimenti RD&I all’interno del Semestre europeo e con utilizzo dei fondi strutturali.

Gli esperti hanno anche indicato la necessità di una radicale semplificazione, con eliminazione dei programmi rindondanti o sottoperformanti e l’adozione di un approccio agile per il finanziamento dei progetti, basato sul principio “trust first/evaluate later”. Il potenziale insito nella domanda dovrebbe venire liberato mediante lo sviluppo di un programma innovativo di procurement volto a stimolare un rapido scaling-up da parte dell’industria. A livello internazionale, andrebbe adottato un approccio granulare e basato sullo scopo, che riconosca come uno stesso paese possa di volta in volta rappresentare un partner, un competitor o un rivale sistemico. Andrebbe infine riconosciuto l’utilizzo dual-use di molte tecnologie (militare e sociale), vista l’attuale presenza pressoché ubiquitaria dell’intelligenza artificiale, dei droni o della scienza dei materiali.