In Italia l’infezione da HIV non cala: 3.443 nuove diagnosi registrate nel 2017 (dati COA, Centro Operativo AIDS), pari al 5,7 nuovi casi ogni 100.000 residenti, con un andamento pressoché stabile dal 2015.

Le persone con infezione da HIV in terapia sono oltre 100.000 in Italia.

L’incidenza maggiore di infezione è nella fascia di età 25-29 anni.

La diffusione dell'HIV in Italia non cala: 3.443 nuove diagnosi registrate nel 2017, pari al 5,7 nuovi casi ogni 100.000 residenti
La diffusione dell’HIV in Italia non cala: 3.443 nuove diagnosi registrate nel 2017, pari al 5,7 nuovi casi ogni 100.000 residenti. Se ne è parlato a ICAR 2019 presieduto da Antonella Castagna, Antonella d’Arminio Monforte, Massimo Puoti e Giuliano Rizzardini

La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano nel 2017 l’84,3% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,8%; uomini con uomini 38,5%), mentre i consumatori di sostanze rappresentano il 3% dei casi.

È grave il fatto che circa la metà delle persone arrivi tardivamente alla diagnosi e in fase clinica avanzata.

Si stima che nel nostro paese circa 15.000 persone siano infette dal virus senza esserne consapevoli. Questi soggetti non diagnosticati e non in trattamento progrediscono verso la malattia e sono potenziale fonte inconsapevole di trasmissione.

Cambia anche la fotografia della popolazione di pazienti con HIV oggi: si tratta soprattutto di persone tra i 40 e i 50 anni, trattate con le terapie più innovative, ma gravate dalle comorbidità infettive quali le malattie epatiche da HCV e HBV nonché comorbidità associate a un invecchiamento prematuro, quali le malattie cardiovascolari, l’insufficienza renale, i deficit neurocognitivi.

Diffusione dell’HIV a Milano

Milano è sicuramente una delle città più colpite, con 430 nuove diagnosi nel 2018 (dati di ATS Milano) nella sola città, più di una nuova diagnosi al giorno. Questo dato è costante ormai da diversi anni.

I nuovi soggetti affetti da HIV sono per l’88% maschi e di questi il 66% ha acquisito l’infezione per rapporti con maschi. Il 42% è rappresentato da non italiani.

Nel 10% circa dei casi, l’HIV è già progredito in AIDS.

Iniziativa del Comune di Milano per portare a zero i nuovi casi di HIV nel 2030

Il 1° dicembre 2018 il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha firmato la ‘Paris Declaration’, con cui la municipalità di Milano, prima città in Italia, si è impegnata a ridurre al massimo, fino a zero, i nuovi casi di infezione da HIV nel 2030, puntando a diventare una Fast Track City.

Particolarmente importanti risultano quindi le azioni che il Comune vorrà intraprendere per ridurre i casi di nuove infezioni specie nelle popolazioni a rischio: uomini che fanno sesso con uomini, migranti, detenuti, homeless.

In questo contesto si inserisce anche la recente apertura del check point milanese 4 febbraio 2019, frutto della collaborazione di tutte le associazioni che operano a Milano (Anlaids, ASA, CIC-Arcygay Lila, NPS Italia) che ha lo scopo di fornire gratuitamente screening per HIV e malattie sessualmente trasmesse (HCV, sifilide, gonorrea, clamidia) e counselling per la PrEP.

Pochi mesi dopo Milano, anche il comune di Bergamo ha firmato il protocollo internazionale di Parigi, rendendo la Lombardia capofila in questa sfida.

Accesso ai trattamenti per il controllo della replicazione dell’HIV e successo terapeutico

in Italia, oltre il 90% dei pazienti che accede alle cure è undetectable, ossia in grado di controllare completamente la replicazione virale. Si tratta di una buona percentuale rapportata a quella globale: in molti paesi del nel mondo, degli oltre 37 milioni di persone che vivono con l’infezione da HIV, la percentuale che è in grado di controllare la replicazione del virus oscilla tra il 50 e il 60%.

Abbiamo tuttavia necessità di opzioni terapeutiche semplici, ben tollerate, con un’efficacia terapeutica superiore al 90%, per favorire l’aderenza alla terapia, per mantenere il successo virologico nel tempo e per prevenire e combattere la resistenza, fenomeno limitato in Italia ma che affligge già i paesi a risorse terapeutiche limitate.

Entro l’autunno 2019 dovrebbero essere disponibili in Italia due nuove opzioni terapeutiche in STR (single tablet regimen) che prevedono rispettivamente l’utilizzo di bictegravir, inibitore dell’integrasi di seconda generazione, e di doravirina, inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa di ultima generazione.

Entrambi i trattamenti si sono dimostrati capaci di ostacolare l’ingresso del virus nella cellula con un meccanismo d’azione innovativo e rappresenteranno un aiuto per i pazienti HTE (highly treatment experienced), con limitate opzioni terapeutiche.

Si stima che il 3-5% dei pazienti che ha accesso alle cure sia HTE.

Fostemsavir

Fostemsavir è un farmaco antivirale, somministrabile per via orale, che agisce impedendo il legame tra il virus HIV e il recettore CD4 presente sulle cellule.

«Esistono già trial molto solidi – spiega Antonella Castagna, professore associato Malattie Infettive, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano – in cui sono stati inseriti anche pazienti italiani, che dimostrano l’efficacia e la sicurezza del farmaco nella terapia dei pazienti complessi».

Ibalizumab

L’altra opzione terapeutica, già registrata negli Stati Uniti e in fase di valutazione in Europa, è rappresentata da ibalizumab, il primo anticorpo monoclonale contro l’infezione da HIV. Questo viene somministrato per via endovenosa ogni 14 giorni. I primi pazienti italiani lo stanno utilizzando da alcune settimane grazie al supporto di AIFA.

Nuove strategie terapeutiche per l’infezione da HIV

«Per rispondere ai bisogni clinici dei pazienti, abbiamo necessità non solo di nuovi famaci, ma di nuove strategie terapeutiche – aggiunge Antonella Castagna.

Per ridurre concretamente il numero di nuove infezioni è necessario puntare alla Rapid Art, vale a dire iniziare quasi immediatamente, alla diagnosi, la terapia antiretrovirale. È inoltre opportuno implementare la strategia 2DR (opzioni terapeutiche che prevedono l’utilizzo di due soli antiretrovirali) e la sua oculata collocazione nella terapia di prima linea e nel percorso di ottimizzazione terapeutica.

«Da ultimo – conclude Antonella Castagna – un nuovo scenario si affaccia all’orizzonte: i pazienti italiani di diversi centri sono inclusi nelle sperimentazioni di fase III che utilizzano cabotegravir-rilpivirina in somministrazione Long-Acting, una rivoluzione che intaccherà il dogma della terapia antiretrovirale quotidiana per via orale».

Undicesimo Congresso ICAR, Italian Conference on AIDS and Antiviral Research

Si è svolta dal 5 al 7 giugno 2019, a Milano, l’11° edizione del Congresso ICAR, Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, il punto di riferimento per la comunità scientifica nazionale in tema di HIV-AIDS, Epatiti, Infezioni Sessualmente Trasmissibili e virali.

ICAR è organizzata sotto l’egida della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, e di tutte le maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica e del mondo della community. Tra le società scientifiche sono promotori di ICAR la società italiana di immunologia (SIIC), la società italiana per lo studio di malattie sessualmente trasmesse (SIMaST), la società italiana di terapia antinfettiva (SITA), la società italiana di virologia (SIV), l’associazione microbiologi clinici (AMCLI), nonché l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e l’ISS. Il mondo della community è fortemente rappresentato con sessioni e tavole rotonde all’interno del congresso. Sono promotori attivi le associazioni: ANLAIDS, ARCIGAY, ASA, EpaC, LILA, Mario Mieli, NADIR, NPS, PlusOnlus.

Il Congresso è presieduto dai professori:

  • Antonella Castagna (Professore associato, Malattie Infettive, Università Vita-Salute San Raffaele),
  • Antonella d’Arminio Monforte (Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano e Direttore Struttura Complessa di Malattie Infettive, ASST Santi Paolo e Carlo),
  • Massimo Puoti (Direttore struttura complessa Reparto Malattie Infettive Ospedale Niguarda),
  • Giuliano Rizzardini (Responsabile Malattie Infettive, Ospedale Luigi Sacco – Polo Universitario di Milano).

ICAR ha visto la partecipazione di specialisti e clinici anche dall’estero, ricercatori di base, infermieri, operatori nel sociale, volontari delle associazioni pazienti tutto il mondo della community, con il coinvolgimento diretto di gran parte del tessuto sociale, con studenti delle scuole superiori, giornalisti e decisori politici.

ICAR-CROI Awards

Gli “ICAR-CROI Awards” sono stati assegnati come da tradizione ai migliori contributi dei giovani ricercatori italiani che hanno meritato di presentare i propri lavori al Congresso CROI di Seattle. Dopo CROI, i giovani ricercatori sono stati premiati in occasione della Sessione Inaugurale ICAR 2019, mercoledì 5 giugno. La grande partecipazione dei giovani ricercatori e della Community delle Associazioni Pazienti è testimoniata dai numerosi contributi pervenuti: oltre 300 abstract selezionati per comunicazioni orali, poster discussion e poster exhibition.

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