Il problema del calcolo dei fabbisogni farmaceutici su cui basare le gare per le forniture  dei farmaci al Servizio sanitario nazionale rappresenta spesso uno dei problemi alla base di una scarsa efficacia delle gare stesse. Problema che, come spiega Egualia dal suo sito, risulta spesso in una vera e propria “fuga” dei possibili fornitori, stretti sempre più tra le basse quantità di prodotti messe a bando e le pochissime gare con alti volumi di acquisto. A ciò si sommano dinamiche spesso contrastanti nella stima dei fabbisogni, che in alcuni casi vedono una sovrastima il consumo, in altri l’indicazione di fabbisogni molto inferiori ai consumi reali e il conseguente ricorso ad acquisti fuori gara.

Per contribuire a determinare in modo corretto i fabbisogni per le forniture farmaceutiche pubbliche, i ricercatori dell’Healthcare Datascience LAB della LIUC-Università Cattaneo in collaborazione con Egualia, l’associazione rappresentativa delle industrie dei generici, biosimilari e value added medicines, hanno dato vita al progetto Steinbocc (STima dEI fabbisogNi di gara: variaBili di impattO e prediCtive data analytiCs).

Lo studio modello presentato nel corso di un recente convegno ha preso in esame tre diversi principi attivi a brevetto scaduto (daptomicina, midazolam e paclitaxel), che sono stati analizzati a livello regionale con riferimento ai dati AIFA e IHS (Information Hospital Service) per le gare bandite dal 2016 al 2021. I farmaci prescelti presentano anche un grado di innovazione medio-basso e ambiti di applicazione diversi, e l’ottimizzazione dei loro consumi potrebbe risultare in una fonte di risparmio per il Sistema sanitario nazionale.

La prima fase dell’analisi ha comportato un confronto con i clinici per individuare le variabili che possono influenzare i consumi del singolo principio attivo. Consumi che sono stati poi analizzati in rapporto alla prevalenza della patologia. Il progetto ha visto, infine, la creazione di un algoritmo per simulare il consumo totale di principio attivo all’interno di una determinata popolazione regionale.

Le simulazioni così condotte hanno permesso di identificare due elementi cruciali per rendere efficienti i processi d’acquisto: il processo di aggregazione e accentramento delle gare a livello regionale (o comunque la loro centralizzazione, nel tentativo di ridurre la complessità determinata dalla frammentazione delle richieste provenienti dalle singole ASL/AO) e l’individuazione del prezzo ottimale al di sotto del quale aumenta la probabilità di gare andate deserte. Più in particolare, dall’analisi dei dimensionamenti è emerso che circa il 20% delle gare contiene l’80% dei fabbisogni.

L’analisi ha evidenziato forti scostamenti fra il consumo effettivo e le richieste di approvvigionamento da parte delle stazioni appaltanti in specifici momenti storici – ha spiegato Emanuela Foglia, ricercatore della Scuola di Ingegneria Industriale e HD LAB – LIUC – In alcuni casi viene sovrastimato il fabbisogno, creando gravi disagi alle aziende farmaceutiche, impossibilitate a programmare la produzione in modo efficiente; in altri contesti, invece, si evidenzia una sottostima del fabbisogno, che ha costretto le strutture sanitarie e ASL/ATS ad acquistare a costi maggiori fuori gara, o approvvigionandosi all’estero con una qualità inferiore della fornitura”.

L’algoritmo è disponibile gratuitamente 

L’algoritmo previsionale sviluppato nell’ambito del progetto Steinbocc è accessibile tramite un’interfaccia web ed è potenzialmente adattabile per qualsiasi principio attivo, sulla base di una calibrazione con dati a supporto. Come spiegato dal coordinatore di HD LAB Fabrizio Schettini, l’algoritmo può essere utilizzato in modo gratuito dagli enti appaltanti regionali e dalle aziende farmaceutiche interessate a identificare i futuri fabbisogni o dimensionare gli acquisti di gare future. Le previsioni del fabbisogno totale di farmaco sono espresse in milligrammi, e il sistema potrebbe venire dimensionato per la previsione dei consumi interni delle aziende sanitarie o come supporto per la definizione del case mix delle diverse forme farmaceutiche da acquistare all’interno di ogni bando di gara. “Il modello è costruito per effettuare una previsione degli anni 2023, 2024 e 2025, ma può essere aggiornato estendendone l’orizzonte temporale anno dopo anno e può essere arricchito dotandolo di KPI di monitoraggio sul processo d’acquisto”, ha sottolineato Schettini 

Lo studio realizzato da LIUC offre la conferma scientifica di quanto le aziende farmaceutiche denunciano da tempo sulla frammentazione regionale e sulla insostenibilità economica dei modelli di acquisto pubblici in gare per farmaci fuori brevetto, basati su di un unico aggiudicatario al prezzo più basso. È ormai indispensabile introdurre anche per i farmaci fuori brevetto di sintesi chimica, come già accaduto per i biosimilari, la regola degli accordi quadro con più fornitori, con quote predeterminate. Questo, nel panorama attuale, sarebbe l’unico elemento veramente innovativo capace di garantire razionalizzazione della spesa e nel contempo un’ampia disponibilità delle terapie, perché i pazienti avrebbero la possibilità di essere trattati con uno dei primi tre farmaci nella graduatoria dell’accordo-quadro, classificati secondo il criterio del minor prezzo o dell’offerta economicamente più vantaggiosa”, ha aggiunto il vicepresidente di Egualia, Massimiliano Rocchi.