È disponibile in Italia pegasparaginasi per la leucemia linfoblastica acuta nei bambini.

Studi clinici ne hanno dimostrato l’efficacia nei pazienti pediatrici dalla nascita a 18 anni e negli adulti come componente di una terapia di associazione antineoplastica. Il tasso di sopravvivenza libera da eventi a 3 anni è dell’83% nei bambini affetti da questo tumore del sangue, raro ma in crescita.

Commercializzato in Europa da Shire, pegasparaginasi è ora anche in Italia in regime di rimborsabilità in fascia H.

Disponibile in Italia pegasparaginasi per la leucemia linfoblastica acuta nei bambini. Ha dato un tasso di sopravvivenza libera da eventi a 3 anni dell’83%
È disponibile in Italia pegasparaginasi per la leucemia linfoblastica acuta nei bambini. Ha garantito un tasso di sopravvivenza libera da eventi a 3 anni dell’83%

Pegasparaginasi è una forma pegilata della L-asparaginasi, trattamento noto della leucemia linfoblastica acuta (LLA). La pegilazione prolunga l’emivita della L-asparaginasi permettendo al principio attivo di rimanere più a lungo nel sangue riducendone l’immunogenicità. Ad oggi, pegasparaginasi è riconosciuto come un trattamento di prima linea in associazione al trattamento antineoplastico per i pazienti pediatrici e adulti con LLA.

Robin Foà, professore ordinario di Ematologia presso l’Università Sapienza di Roma, e Past-President della Società Europea di Ematologia (EHA) descrive la leucemia linfoblastica acuta:

«La leucemia linfoblastica acuta (LLA) è un tumore ematologico che colpisce i progenitori dei globuli bianchi, della linea linfoide, nel midollo osseo in forma “acuta”, ovvero con una progressione rapida della malattia. Possono essere affetti pazienti di tutte le età. Nei bambini è la neoplasia più frequente mentre è rara negli adulti. I sintomi sono legati alla proliferazione superiore alla norma e conseguente accumulo di cellule ematopoietiche immature (blasti) nel midollo osseo con riduzione delle cellule ematologiche normali. Ciò porta ad una diminuzione dei globuli rossi, dell’emoglobina, dei granulociti neutrofili e delle piastrine. Ne conseguono stanchezza, infezioni e manifestazioni emorragiche, talvolta ingrossamento di milza, fegato e linfonodiNegli adulti, la LLA ha un andamento clinico più aggressivo e quindi i pazienti sono maggiormente sintomatici».

Il trattamento della LLA negli adutli

«La terapia – continua Foà – deve mirare ad eradicare la malattia, eliminando tutti i blasti a livello del midollo osseo (dove nasce la malattia)».

I capisaldi della terapia sono:

  • polichemioterapia,
  • inibitori delle tirosin-chinasi per le LLA Ph+ (Philadelphia positiva, il sottogruppo genetico più frequente negli adulti),
  • trapianto di cellule staminali ematopoietiche,
  • anticorpi monoclonali per le LLA della linea B.

«La formulazione pegilata della L-asparaginasi nativa permette di ridurre la frequenza di somministrazione, senza diminuire l’efficacia terapeutica. Inoltre – aggiunge Foà – risulta meno immunogenica rispetto alla formulazione convenzionale e, quindi, potenzialmente associata a meno effetti collaterali. Nei protocolli nazionali GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie EMatologico dell’Adulto) per il trattamento delle LLA dell’adulto viene utilizzata da tempo pegasparaginasi. Come per tutti i farmaci, anche pegasparaginasi, come asparaginasi da cui deriva, non è priva di effetti collaterali, soprattutto a livello epatico e pancreatico. La tossicità aumenta con l’aumentare dell’età».

Il trattamento della LLA nei bambini

La LLA è il tumore più frequente nei bambini mentre negli adulti ha un’incidenza molto inferiore. 

«I progressi compiuti per contrastare questo tumore nell’età pediatrica sono notevoli –  dichiara Andrea Biondi professore di Pediatria presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e presidente di AIEOP (Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica. – Negli ultimi 30 anni, infatti, siamo riusciti ad arrivare a una percentuale di guarigioni di circa l’80-85%. L’asparaginasi assume un ruolo essenziale nel trattamento della LLA nei bambini: infatti, rappresenta una delle prime forme di farmaco intelligente. Il suo meccanismo d’azione si basa su un deficit dei linfoblasti: queste cellule leucemiche necessitano infatti di un enzima, l’asparagina, per funzionare e riprodursi. In presenza di questo farmaco le cellule leucemiche non hanno più fonti di approvvigionamento di asparagina e quindi, con la deplezione dell’enzima, le cellule leucemiche muoiono mentre le cellule normali sopravvivono prendendo una via alternativa».

«Shire, azienda leader nelle malattie rare, è orgogliosa di annunciare l’arrivo di pegasparaginasi in Italia: un ulteriore risultato del forte e continuativo impegno dell’azienda nei confronti dei pazienti rari.- conclude Francesco Scopesi, General Manager di Shire Italia – Peraltro l’Italia, con i suoi centri di eccellenza, gioca un ruolo fondamentale per i pazienti con leucemia linfoblastica acuta, fornendo a livello globale un contributo fondamentale agli studi dedicati al piano di sviluppo clinico del farmaco».

Meccanismo d’azione di pegasparaginasi

Il meccanismo d’azione della L-asparaginasi è la scissione enzimatica dell’amminoacido L-asparagina in acido aspartico e ammoniaca. La deplezione dell’aminoacido L-asparagina nel siero determina l’inibizione della sintesi proteica e della sintesi del DNA e dell’RNA, soprattutto nei blasti leucemici che non sono in grado di sintetizzarlo e dunque subiscono l’apoptosi. Le cellule normali sono, invece, in grado di sintetizzare la L-asparagina e quindi risentono in misura minore della sua rapida diminuzione durante il trattamento con l’enzima L-asparaginasi. La pegilazione non modifica le proprietà enzimatiche della L-asparaginasi, ma incide sulla farmacocinetica e sull’immunogenicità dell’enzima.

Pegasparaginasi viene impiegato nell’ambito di protocolli chemioterapici di associazione con altri agenti antineoplastici.

Efficacia e tollerabilità clinica

L’efficacia e la sicurezza di pegasparaginasi sono state valutate sulla base di numerosi studi clinici che hanno utilizzato pegasparaginasi nel trattamento di prima linea della ALL in pazienti a rischio standard ed alto rischio (CCG-1962; CCG-1991, DFCI -87-001, DFCI-91-01, AIEOP-BFM 2009, UKALL14, HOVON 100ALL, GMALL 07-2003, GMALL 08-2012, AALL07P4 ed atri).

Per le malattie ematologiche recidivati o refrattarie, l’efficacia di pegasparaginasi si è basata su un aggregato di 94 pazienti con diagnosi di ALL, con anamnesi positiva per una precedente reazione allergica clinica alla L-asparaginasi nativa da E. coli, tratti da sei studi in aperto [ASP-001, ASP-201A, ASP-302, ASP-304, ASP-400 e ASP-001C/003C].

Riassunto del profilo di sicurezza

Complessivamente, le reazioni avverse più comuni di grado 2 secondo il criterio comune di terminologia (common terminology criteria, CTC) e riportate in più del 20% dei casi sono:

  • ipersensibilità inclusa reazione anafilattica,
  • neutropenia febbrile,
  • anemia,
  • iperglicemia,
  • conta piastrinica diminuita,
  • conta dei neutrofili diminuita,
  • bilirubina ematica aumentata.

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