Per fronteggiare la diffusione delle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, le linee guida di SITA (Società Italiana di Terapia Antinfettiva) si affiancano al PNCAR (Progetto Nazionale di Controllo dell’Antibioticoresistenza).

Per fronteggiare la diffusione delle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, le linee guida di SITA si affiancano al PNCAR
L’abuso e l’uso non corretto degli antibiotici sono le prime cause delle antibiotico-resistenze

In Italia il numero delle infezioni resistenti è superiore alle medie europee per alcuni dei principali superbatteri come:

  • KPC (Klebsiella pneumoniae carbapenemasi-produttrice),
  • Escherichia coli resistente ai fluorochinoloni e all’aminopenicillina,
  • MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina),
  • Acinetobacter resistente ai fluorochinoloni.

Questi batteri difficili, dagli ospedali, si stanno diffondendo alle residenze per anziani e alle case di riposo e anche negli ambienti esterni alle strutture sanitario-assistenziali. Il rischio è quello di entrare in un’era post-antibiotica dove anche infezioni banali mettono a rischio la vita. L’emergenza non è solamente italiana, ma globale. Perciò l’antibioticoresistenza, insieme ai cambiamenti climatici e alla salute di genere, è stata una delle tre priorità al centro del G7 dei Ministri della Salute che si è svolto a Milano il 5 e 6 novembre 2017.

Il Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR), lanciato dal Governo agli inizi di settembre 2017 e ispirato all’approccio “One Health”, con il coinvolgimento di tutti i settori interessati (medicina umana, veterinaria, ricerca, zootecnia etc.) è stata la prima risposta organica, attesa da anni.

Ma da Santa Margherita Ligure (16 novembre 2017), e in occasione dell’European Antibiotic Awareness Day del 18 novembre, i maggiori infettivologi italiani, riuniti per l’International Meeting on Antimicrobial Chemotherapy in Clinical Practice, lanciano l’allarme: se non si intensificano gli sforzi, se non si destinano risorse adeguate, se si pongono troppi vincoli all’uso di nuovi antibiotici, se medici e pazienti non si impegnano a usare gli antibiotici in modo appropriato, i programmi potrebbero non bastare a fermare l’avanzata dei superbatteri.

Claudio Viscoli, presidente della SITA e direttore Clinica Malattie Infettive, Università degli Studi di Genova IRCCS San Martino–IST, afferma:

«Gli antibiotici sono un’arma miracolosa, che abbiamo solo dalla metà del secolo scorso e che non dobbiamo assolutamente perdere. Non dobbiamo abusare di un rimedio altrimenti il rimedio stesso rischia di non funzionare più. L’uso degli antibiotici quando non necessari, infatti, è collegato all’aumento di resistenze. L’informazione è cruciale. SITA è in prima linea per contrastare l’abuso e l’uso non corretto degli antibiotici, prima causa delle antibiotico-resistenze. Fino a oggi ci siamo concentrati soprattutto sui cittadini con la campagna “Antibiotici-La nostra difesa numero 1”, e adesso ci rivolgiamo anche ai medici prescrittori, perché sappiamo che di antibiotici se ne prescrivono troppi senza necessità. Ci proponiamo di organizzare incontri in collaborazione con i medici di medicina generale e di proseguire le attività di informazione negli ospedali e sui canali social».

SITA, innanzi tutto, ha messo a punto delle Linee Guida, pubblicate come expert opinion su Clinical Microbiology and Infection, che forniscono alcuni suggerimenti su come gestire al meglio queste infezioni dal punto di vista della prevenzione e della terapia. Il messaggio più forte riguarda la necessità di trattare queste infezioni con più di un antibiotico, ovvero con la cosiddetta terapia di combinazione.

Inoltre, SITA ricorda la campagna social “Antibiotici – La nostra difesa numero 1”, partita nel 2016 per promuovere il corretto uso degli antibiotici che restano la difesa primaria e insostituibile dai batteri e dalle infezioni.

La strada maestra che SITA promuove fa leva sull’uso consapevole e appropriato degli antibiotici secondo i principi dell’antimicrobial stewardship.

Le linee guida del SITA per gestire le infezioni da KPC (Klebsiella pneumoniae carbapenemasi-produttrice)

Oltre all’importanza di controllare i fattori di rischio (attraverso isolamento dei pazienti infetti, igienizzazione di mani, attrezzature e ambienti sanitari e prescrizione degli antibiotici solamente quando necessari), le Linee Guida sottolineano la necessità di avvalersi delle risorse diagnostiche per prendere decisioni informate di trattamento e di trattare queste infezioni con cocktail di antibiotici diversi, nell’auspicio che almeno uno funzioni e in modo che comunque si potenzino uno con l’altro.

1. Fattori di rischio

  • Esposizione prolungata e continuativa all’uso di antibiotici
  • Durata del ricovero in ospedale
  • Frequenza dei fenomeni di antibiotico resistenza nella comunità o nell’ospedale
  • Immunodepressione
  • Comorbilità
  • Età avanzata
  • Permanenza nelle case di riposo, Rsa, nosocomi
  • Insufficienza renale cronica

2. Strategie di prevenzione/contenimento

  • Implementazione e rafforzamento dei programmi di stewardship negli ospedali
  • Igienizzazione delle mani, dell’ambiente sanitario e delle attrezzature
  • Riduzione dell’uso di strumenti invasivi
  • Adozione di misure di isolamento per pazienti che manifestano sintomi da infezioni multi resistenti
  • Sensibilizzazione sull’uso corretto degli antibiotici
  • Ricerca e promozione di cure non antibiotiche
  • Uso di strumenti diagnostici all’avanguardia per individuare precocemente le infezioni
  • Monitoraggio e rimozione dei dispositivi medici invasivi qualora diano luogo a focolai di infezione

3. Strategie terapeutiche praticabili

  • Combinazione di più molecole (come aminoglicosidi, polimixine, tigeciclina, fosfomicina e carbapenemase)
  • Somministrazione di antibiotici per via inalatoria, specialmente nei pazienti con infezioni polmonari
  • Ottimizzazione della durata del trattamento per fare in modo che duri il meno possibile

4. Strategie terapeutiche in elaborazione

Attualmente sono in fase di valutazione nuove combinazioni di farmaci che appaiono promettenti nella lotta contro la KPC come:

  • meropenem/vaboractam,
  • impinem/relabactam,
  • plazomicin,
  • cefiderocol,
  • eravaciclina.

Tra queste, i maggiori risultati sono emersi dall’uso di meropenem/vaboractam e plazomicin.

La campagna SITA

La campagna è stata resa possibile grazie a un’erogazione di Merck & Co. per il tramite della sua consociata italiana MSD. Ha come obiettivo principale quello di diffondere le 4 regole per il corretto uso degli antibiotici:

  1. Assumere gli antibiotici soltanto dietro prescrizione medica,
  2. Usare l’antibiotico nel modo giusto, senza aumentare o diminuire le dosi indicate dal medico,
  3. Completare il trattamento prescritto dal medico, anche se ci si sente meglio,
  4. Non usare gli antibiotici per curare raffreddore e influenza.

Altre due regole importanti sono:

  • Prevenire le infezioni lavandoci spesso le mani, specie dopo essere stati a contatto con le persone malate,
  • Non trascurare l’importanza di vaccinarsi per prevenire le malattie infettive

La campagna social promossa da SITA fa leva su due risorse:

  1. lo spot “Il Supervampiro”, interpretato da Ricky Tognazzi, che per raccontare i rischi legati all’abuso degli antibiotici utilizza, in chiave metaforica, uno degli archetipi della storia del cinema, la figura del vampiro. Il video con la storia del villaggio la cui popolazione, incautamente, abusa del rimedio efficace per tenere lontani i vampiri è stato approvato come campagna sociale dal Segretariato sociale della Rai e sarà in programmazione a gennaio 2018.
  2. il sito web www.antibioticilanostradifesa.it, una risorsa informativa sull’antibiotico-resistenza, le regole per il corretto uso degli antibiotici, la storia e il meccanismo d’azione di questi farmaci. Sul sito, oltre allo spot di campagna, sono disponibili brevi video pillole informative nelle quali gli esperti infettivologi della SITA rispondono ai principali quesiti sulla terapia antibiotica di interesse per i cittadini.

Il Progetto Nazionale di Controllo dell’Antibioticoresistenza (PNCAR)

«Il programma PNCAR indica una serie di direttive per ridurre l’incidenza delle infezioni da batteri multiresistenti negli ospedali, per ridurre il consumo degli antibiotici negli ospedali e fuori, che è la principale causa di aumento delle resistenze agli antibiotici, e anche per usare correttamente gli antibiotici in veterinaria. La premessa  – ricorda Claudio Viscoli  – è che l’Italia è maglia nera in Europa per l’incidenza di infezioni da germi multiresistenti o meno sensibili agli antibiotici: quindi, anche a seguito di richiami molto pesanti che ci sono arrivati dall’Europa, questo progetto cerca di porre un argine a tale fenomeno per migliorare le prospettive di trattamento dei pazienti ricoverati in ospedale e di noi tutti».

«Il programma PNCAR è sicuramente un passo in avanti, anche se rimane il problema di come finanziare le attività che il PNCAR ritiene si debbano al più presto implementare. Il progetto suggerisce delle tempistiche per raggiungere obiettivi molto precisi e ambiziosi, senza specificare le modalità economiche per ottenerli.  – aggiunge Claudio Viscoli. – Non è chiaro, almeno a me, se questo sia demandato o no alle Regioni, se cioè spetti a queste ultime finanziare il Piano».

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