Il rischio influenza per i pazienti con BPCO (broncopneumopatia cronico ostruttiva) non vaccinati determina anche un aumentato rischio di riacutizzazione della BPCO stessa. Per questo è essenziale prevenire l’influenza con la vaccinazione.

Rischio influenza per i pazienti con BPCO non vaccinati
Numerosi studi evidenziano che vaccinarsi contro l’influenza riduce la mortalità dei pazienti con BPCO

La bronco pneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) è una malattia cronica invalidante caratterizzata da lenti e progressivi mutamenti strutturali dell’apparato respiratorio con una conseguente limitazione al passaggio dell’aria attraverso i bronchi, il che conduce gradualmente alla sensazione di difficoltà respiratoria fino a una vera e propria “fame d’aria.

In questi pazienti sussiste una perenne ostruzione e infiammazione bronchiale. Nella storia naturale della malattia giocano un ruolo fondamentale le riacutizzazioni, ossia gli eventi acuti caratterizzati da peggioramento dei sintomi respiratori, che possono incidere sulla progressione della malattia.

«È dimostrato che chi ha frequenti riacutizzazioni, rispetto a coloro che ne hanno di meno, ha un declino della propria funzionalità respiratoria più accentuata – Afferma Claudio Micheletto direttore dell’UOC di Pneumologia Ospedale di Legnago, Verona. – Le conseguenze sono un incremento delle ospedalizzazioni, degli accessi al pronto soccorso, del ricorso ad antibiotici e steroidi, ma soprattutto un aumento del rischio di mortalità di almeno quattro volte rispetto a coloro che non sono ospedalizzati per riacutizzazione. Le cause delle riacutizzazioni nei pazienti con BPCO possono essere varie. Le più frequenti sono le infezioni, in particolare quelle batteriche e virali».

Ridurre il numero delle riacutizzazioni diventa fondamentale. Le attuali linee guida internazionali GOLD hanno dimostrato che le vaccinazioni, insieme alla terapia farmacologica inalatoria usata regolarmente, rappresentano una strategia efficace per raggiungere questo obiettivo.

Di particolare importanza è la vaccinazione antinfluenzale.

Per i pazienti con BPCO, soprattutto negli stadi più gravi della patologia come ad esempio chi ha una severa ostruzione o è già in ossigenoterapia, l’influenza rappresenta un evento severo.

La vaccinazione per ridurre il rischio influenza per i pazienti con BPCO non vaccinati

Vaccinarsi contro l’influenza riduce la mortalità di questi pazienti come numerosi studi evidenziano da diversi anni.

Maggiore protezione, inoltre, si raggiunge se accanto alla vaccinazione antinfluenzale si aggiunge la vaccinazione antipneumococica in modo da unire una protezione dai virus a una batterica (pneumococco).

Il vaccino antipneumococcico ha dimostrato di ridurre l’incidenza di polmonite acquisita in comunità nei pazienti con BPCO severa.

«Un aspetto importante da non sottovalutare è il ricorso alla vaccinazione influenzale anche per i famigliari che convivono con un paziente BPCO. – Conclude Fabrizio Pregliasco virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e Responsabile scientifico di www.osservatorioinfluenza.it. – La protezione deve avvenire a livello di comunità per garantire l’abbattimento dei rischi di contagio. Per questo motivo non si dovrebbe mai dimenticare che la vaccinazione influenzale è importante per tutelare la salute della popolazione a 360°».

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