Nell’ultimo decennio fenomeni quali il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale, la crescente cronicizzazione di molte patologie e il sensibile aumento dei costi dell’innovazione in ambito sanitario si sono associati a una globale riduzione delle disponibilità finanziarie pubbliche.

Tale situazione sta generando un nuovo scenario dove inevitabilmente sarà necessario effettuare selezioni sempre più mirate per cercare di mantenere il sistema di welfare in equilibrio.

In questo contesto il paziente sta assumendo un ruolo fondamentale nell’indirizzare le scelte attuali e future.

A differenza del passato, dove generalmente il suo ruolo era marginale e periferico, il paziente oggi ha in media una discreta consapevolezza del suo stato di salute e certamente ha a disposizione miriadi di fonti a cui attingere in caso di bisogno.

Alcuni definiscono questa era come quella dell’”empowered patient”, un paziente consapevole e in grado singolarmente o in associazione di influenzare le scelte in ambito sanitario.

Questa situazione si traduce nel panorama farmaceutico nella influenza a ricercare sempre più farmaci in grado di portare un reale valore aggiunto, prevenire e trattare malattie attualmente incurabili e migliorare in generale la qualità di vita con particolare attenzione alla safety, considerata da molti una necessità più che un “nice to have”.

L’industria, anche se ancora in modo frammentato e disomogeneo, inizia a farsi carico del paziente con un approccio sicuramente più olistico, meno farmaco-centrico e finalizzato alla gestione globale della sua patologia.

Attività quali il coinvolgimento dei pazienti nelle fasi di pianificazione delle attività di ricerca e sviluppo o campagne di sensibilizzazione relative alla malattia oggetto delle cure o programmi patient-support cartacei, web e mobile, sono sempre più frequenti.

Alcune aziende hanno già inserito nel loro modello organizzativo posizioni apicali direttive “patient oriented” con lo scopo di far entrare la “voce” del paziente nel processo operativo e decisionale.

Questo nuovo approccio è certamente molto interessante ma necessita di essere ben strutturato e coordinato per impedire la messa in atto di iniziative isolate che potrebbero essere interpretate come l’ultima moda del marketing farmaceutico.

In realtà questo approccio “patient centric” rappresenta un’ulteriore interessante opportunità per l’Industria Farmaceutica per elevarsi sensibilmente da un perdurante e sempre più grave stato di bassa reputazione sociale ed essere considerata una parte integrante e vitale del mondo sanitario.

Marco Scatigna – Direttore Medico e Direttore Scientifico Sanofi – Italia, Presidente Fondazione Sanofi-Aventis