«Non sono bastati 11 ricorsi al Tar da parte delle imprese di manutenzione delle apparecchiature elettromedicali per far fare un passo indietro alla Consip (società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo della Pubblica Amministrazione, ndr) e avviare un dialogo costruttivo con l’industria. La convenzione per i servizi integrati per la gestione delle apparecchiature elettromedicali, cosiddetta SIGAE4, bandita da Consip, rischia di introdurre dei parametri economici al massimo ribasso che ledono il mercato dei servizi di ingegneria clinica e soprattutto riducono la qualità della manutenzione delle apparecchiature, con conseguenze anche per l’appropriatezza degli esami diagnostici effettuati dai cittadini». Questo il commento di Armando Ardesi, presidente dell’Associazione Servizi e Telemedicina di Assobiomedica sulla scelta di Consip di procedere alla stipula della Convenzione SIGAE4, nonostante gli 11 ricorsi arrivati ai Tribunali amministrativi, che si pronunceranno il prossimo 25 marzo.
«Centralizzazioni degli acquisti spinte come quella che sta introducendo Consip con questa Convenzione – ha dichiarato Ardesi – non fanno che costringere le imprese ad abbassare la qualità dei servizi a discapito delle prestazioni. È infatti evidente che il costo manutentivo di un’apparecchiatura elettromedicale è correlato a molteplici fattori come la sua vetustà, il grado e l’intensità di utilizzo, la quantità e la continuità di prestazioni eseguite con l’apparecchiatura. Ogni apparecchiatura ha quindi una sua storia personale e non si può fare di tutta l’erba un fascio, fissando un prezzo standard, tra l’altro al ribasso. Soprattutto se si considera che il servizio sanitario sta subendo un allarmante invecchiamento del parco apparecchiature, che richiedono una manutenzione semmai più frequente e accurata».
«La gara Consip – ha concluso Ardesi – rischia inoltre di creare un precedente allarmante, determinando richieste di adeguamento di altri contratti simili con conseguenze gravi per lo stato del parco apparecchiature del nostro Paese. È evidente, infatti, che stabilire per una gara prezzi inadeguati alla fornitura, abbassando il livello di qualità della manutenzione, aumenta di conseguenza la possibilità di guasti alla strumentazione e un suo rapido deperimento, con un conseguente allungamento dei tempi di attesa per i pazienti che debbano eseguire prestazioni di diagnosi e cura, una rapida perdita del valore del patrimonio di apparecchiature istallate, con costi per il Servizio sanitario nazionale che superano di gran lunga i presunti risparmi».