Il rischio è il ritorno di malattie che non ci ricordiamo più, che forse non conosciamo perché le pensavamo sconfitte. Un rischio non così lontano.
È già successo in Spagna, dove lo scorso anno un bambino di 5 anni è morto per difterite. È successo a oltre 1600 bambini italiani che lo scorso anno hanno avuto il morbillo e sono stati ricoverati in ospedale (30% dei casi) o hanno avuto una complicanza (25%).
L’allarme è stato lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità che chiede l’urgente approvazione del Piano Nazionale dei Vaccini da parte delle Regioni.
La copertura vaccinale ai limiti di sicurezza
Secondo i dati pubblicati dall’ISS, il tasso di vaccinazioni è sceso drammaticamente raggiungendo il limite della soglia di sicurezza. Si attesta al 95% la copertura vaccinale per poliomelite, tetano, difterite ed epatite B, mentre ha perso 4 punti percentuali, arrivando all‘86%, quella per morbillo, parotite e rosolia. Non si tratta di una flessione temporanea, ma piuttosto di una tendenza che sembra consolidarsi e che peggiora di anno in anno.
Questa situazione rischia di compromettere l’immunità di gregge e quindi aumenta il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie e che malattie che pensavamo scomparse e debellate non vengano riconosciute e trattate in tempo. Proprio come è successo lo scorso anno al bambino spagnolo che per scelta dei genitori non era stato sottoposto ad alcuna vaccinazione. Purtroppo l’assenza per un lungo periodo di casi di difterite nel Paese, ha reso più difficile il riconoscimento della malattia da parte degli operatori sanitari, con conseguente ritardo nella diagnosi e nel trattamento. Per sapere di più leggi l’articolo Morbillo, parotite, rosolia Il ritorno delle malattie esantematiche.
«I vaccini vanno sostenuti con ogni mezzo possibile da tutti gli attori coinvolti nel sistema vaccinale, affinchè venga scongiurata la concreta minaccia che malattie infettive, oggi eliminate o controllate, possano riemergere, provocando devastanti epidemie» conclude Nicoletta Luppi, presidente e CEO di SPMSD Italia.
I genitori di oggi, poco consapevoli dei rischi
«C’è purtroppo poca consapevolezza del rischio anche grave connesso alla mancata vaccinazione» sottolinea il presidente Aifa Sergio Pecorelli. «Molti genitori di oggi sono cresciuti senza avere alcuna cognizione dei rischi causati dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni e dei benefici che derivano dall’immunizzazione per l’individuo e per la comunità – rinforza Walter Ricciardi, neopresidente dell’Iss – I nostri nonni comprendevano invece il valore dei vaccini perché hanno avuto un’esperienza diretta o indiretta dei danni causati da queste malattie». Secondo le stime più recenti dell’OMS i vaccini consentono di salvare ogni anno 2,5 milioni di vite, 5 al minuto.
Ma il problema non è solo una questione di consapevolezza. Al rifiuto o ritardo vaccinale concorrono diversi fattori, tra i quali spiccano le convinzioni negative basate su falsi miti (come ad esempio la credenza che la vaccinazione renda sterili le donne), la disinformazione, la sfiducia negli operatori o nell’assistenza sanitaria. Tutti questi fattori sono stati accomunati nella definizione stilata dall’Oms “opposizione ai vaccini” (vaccine hesitancy). Per saperne di più leggi l’articolo Opposione ai vaccini, una sfida crescente per l’Oms.
Tutti uniti contro il trend negativo
Non c’è tempo da perdere. Per contrastare il trend negativo serve innanzitutto l’approvazione del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale proposto dal Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità, Istituto Superiore di Sanità e Aifa al tavolo di coordinamento per la prevenzione delle Regioni italiane.
Le istituzioni sottolineano inoltre la necessità di puntare sulla collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, dagli operatori sanitari, il mondo accademico, l’industria e anche i pazienti. «Bisogna far fronte comune contro la disinformazione sui vaccini che rischia di compromettere i grandi passi avanti fatti dalla medicina» dichiara Luca Pani, direttore generale Aifa. Walter Ricciardi sottolinea il ruolo degli operatori sanitari che «di fronte ai dubbi dei cittadini, devono essere in grado di far comprendere che il rischio della mancata vaccinazione è enormemente più alto rispetto a quello temuto di eventuali effetti collaterali». Aifa conclude con un doppio richiamo agli operatori: «La comunicazione trasparente e continua sulla sicurezza dei vaccini, soprattutto con gli operatori sanitari, rappresenta dunque una sfida quotidiana ed è di fondamentale importanza per continuare a infondere fiducia nelle vaccinazioni».
Attivo il Numero Verde per tutte le informazioni su Vaccini e Vaccinazioni
Contro la disinformazione, è stato attivato lo scorso 5 ottobre il numero verde “Vaccini e vaccinazioni” – 800561856, il call center nazionale, attivo ogni lunedì dalle ore 10:00 alle 18:00 per la durata di un anno.
L’iniziativa è promossa dal Centro nazionale per la prevenzione e controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute e dall’Università di Foggia, e vede il patrocinio della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp), dalla Società italiana di pediatria (Sip) e dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg).
Per approfondire
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