Amgen ha annunciato in un comunicato stampa di aver presentato nuovi dati dal programma di sviluppo clinico di carfilzomib (Kyprolis®) per il trattamento del mieloma multiplo.

Mieloma multiplo
Carfilzomib (Kyprolis) è un inibitore del proteasoma di nuova generazione in fase di studio per il trattamento del mieloma multiplo

I dati sono stati presentati al 57° Congresso Annuale dell’American Society of Hematology (ASH) a Orlando (Florida) e sono basati su analisi di sottogruppi degli studi di Fase III ASPIRE e ENDEAVOR, per valutare l’utilizzo di regimi a base di carfilzomib su pazienti difficili da trattare, inclusi i pazienti over-70, e sui pazienti con profilo citogenetico ad alto rischio.

I risultati dello studio ENDEAVOR sono stati pubblicati su The Lancet Oncology e dimostrano la superiorità di carfilzomib (Kyprolis®) rispetto a bortezomib (Velcade®) nel mieloma multiplo recidivante: 18,7 mesi contro 9,4 mesi di sopravvivenza libera da progressione.

Lo studio ENDEAVOR su carfilzomib e desametasone vs bortezomib e desametasone per pazienti affetti da mieloma multiplo recidivante

Lo studio ENDEAVOR è un trial registrativo testa a testa di Fase III , multicentrico, randomizzato, in aperto in pazienti con mieloma multiplo recidivante, nei quali la patologia è progredita dopo almeno uno, ma non più di tre regimi terapeutici precedenti. Nello studio i pazienti sono stati suddivisi in un braccio 1 e in un braccio 2. I pazienti del braccio 1 sono stati trattati con carfilzomib (Kyprolis) + desametasone a basso dosaggio, quelli del braccio 2 con bortezomib (Velcade, per via endovenosa o sottocutanea, ma preferibilmente con la stessa via di somministrazione durante tutto il trattamento) + desametasone a basso dosaggio.

L’obiettivo primario dello studio è confrontare la sopravvivenza libera da progressione (progression-free survival, PFS) nei due bracci.

Gli obiettivi secondari sono il confronto della sopravvivenza complessiva, del tasso di risposta complessiva, della durata della risposta, degli eventi neuropatici, della qualità della vita correlata alla salute, della sicurezza e della tollerabilità.

I dati hanno mostrato che i pazienti trattati con carfilzomib e desametasone hanno raggiunto una sopravvivenza libera da progressione (PFS) di 18,7 mesi rispetto ai 9,4 mesi di quelli riceventi bortezomib e desametasone (HR = 0,53; 95% CI: 0,44, 0,65 p < 0,0001), l’attuale standard di terapia per questo tipo di tumore.

Tali risultati dimostrano che i pazienti con mieloma multiplo recidivato trattati con carfilzomib hanno vissuto il doppio del tempo senza peggioramento della malattia rispetto a quelli trattati con bortezomib con minori effetti collaterali, in particolare l’endpoint secondario ha dimostrato una riduzione clinicamente e statisticamente significativa degli eventi neuropatici (rispettivamente 32% vs 6%).

«Come ematologi abbiamo necessità di avere a disposizione nuovi farmaci, soprattutto quelli che rappresentano un’innovazione, perché sono quelli che si traducono in un guadagno in termini di efficacia terapeutica – dichiara Fabrizio Pane, presidente della Società Italiana di Ematologia (SIE) – riserviamo dunque una grande attenzione verso questo nuovo prodotto che è atteso con ansia proprio per i risultati che ne hanno consentito la registrazione».

Carfilzomib (Kyprolis)

Carfilzomib è un inibitore del proteasoma di nuova generazione per il trattamento del mieloma multiplo.

Questi farmaci sono in grado di bloccare il proteasoma, sistema che scompone le proteine danneggiate o non più necessarie della cellula, determinando così un accumulo di proteine all’interno delle cellule e provocando la morte delle cellule, in particolare quelle del mieloma che, con maggiore probabilità, contengono un’elevata quantità di proteine anomale. L’irreversibilità del legame di carfilzomib ha mostrato inoltre di offrire una sostenuta inibizione degli enzimi target.

Carfilzomib attualmente è approvato negli Stati Uniti in associazione a lenalidomide e desametasone a basse dosi per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo che hanno ricevuto da una a tre linee precedenti di terapia.

Carfilzomib è inoltre indicato, in base all’approvazione accelerata FDA, come monoterapia per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo che hanno ricevuto almeno due trattamenti precedenti comprendenti bortezomib e un agente immunomodulante e che hanno dimostrato progressione di malattia prima o entro i 60 giorni dal completamento dell’ultima terapia. Tale approvazione dell’indicazione in monoterapia è stata basata sul tasso di risposta globale.

Anche il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha deciso di effettuare la review di carfilzomib nel quadro del programma di valutazione accelerata.

Altre domande di autorizzazione per carfilzomib sono attualmente all’esame delle autorità regolatorie in tutto il mondo.

I benefici clinici, come aumento della sopravvivenza o sintomi, non sono stati verificati.

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