L’importanza dell’aderenza alla terapia per il rischio di fratture ossee conseguenti a precedenti fratture causate dall’osteoporosi è sottolineata dalla campagna Stop Alle Fratture.

MOC densimetria ossea
L’importanza dell’aderenza alla terapia per il rischio di fratture ossee è il tema della campagna Stop alle fratture e di altre iniziative delle Società Scientifiche italiane

Stop Alle Fratture è un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alle donne sopra i 50 anni di età per informarle sulle possibili conseguenze dovute alla fragilità scheletrica.

L’iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose società scientifiche come la SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), la SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), la SIR (Società Italiana di Reumatologia), l’ORTOMED (Società Italiana di Ortopedia e Medicina) e il GISOOS (Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa) e, da quest’anno, anche il GISMO (Gruppo Italiano di Studio Malattie Metabolismo Osseo).

Dagli esperti di Stop alle Fratture arrivano le indicazioni per medici, pazienti e caregiver, contro una delle emergenze sanitarie in Italia ed Europa.

L’osteoporosi, infatti, è definita un’emergenza sanitaria dall’OMS per il numero di persone che colpisce oggi e che, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, potrebbe colpire nei prossimi anni senza adeguate attività preventive.

Dati allarmanti secondo gli esperti di Stop alle Fratture, anche alla luce della consapevolezza che una scarsa aderenza alla terapia porta ad un aumento del rischio di rifrattura.

Osteoporosi e fragilità ossea

L’osteoporosi è una patologia cronica degenerativa che causa un progressivo e cronico indebolimento delle ossa. Nella sua forma più grave, chiamata fragilità ossea, può portare fino alla frattura, anche in assenza di traumi che la giustifichino.

In Italia, ne sono affette 3.500.000 donne e 1.000.000 uomini, con 250.000 fratture all’anno dovute alla patologia, di cui 80.000 dell’anca e 70.000 del femore.

Spesso, la patologia rimane silente fino a un evento traumatico che necessita di un intervento chirurgico. Successivamente, per evitare che si verifichi un’ulteriore frattura, è però fondamentale avviare un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) corretto. È necessario che il paziente aderisca allo schema terapeutico prescritto dal proprio medico per rafforzare le ossa, nei dosaggi e per il tempo stabilito, pena il suo mancato effetto e quindi, un aumentato rischio di una nuova frattura.

L’aderenza alla terapia per il rischio di fratture ossee

Soltanto il 50% dei pazienti aderisce alle cure prescritte per l’osteoporosi e la fragilità ossea.

«L’aderenza alla terapia – spiega Umberto Tarantino, direttore U.O.C. di ortopedia e Traumatologia, Policlinico Tor Vergata di Roma, e presidente del Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa (GISOOS) – è un fattore determinante per garantire che il farmaco prescritto abbia effetto. È dimostrato, infatti, che la sospensione prima del tempo, piuttosto che la mancata assunzione del farmaco, mina la sua efficacia. Purtroppo, oggi, ad un anno dalla prima frattura, solo il 50% dei pazienti aderisce alle cure prescritte per l’osteoporosi e la fragilità ossea. Una delle soluzioni che si sono rivelate più efficaci per garantire che ciò non avvenga è la corretta ed esaustiva informazione alle pazienti. Per questo motivo, anche in Italia, ci stiamo impegnando molto per promuovere, oltre alle Fragility Fracture Unit, che include tutti gli specialisti dedicati alla gestione della patologia osteoporotica, anche il Fracture Liaison Service, che tenga sotto controllo l’aderenza alla terapia da parte del paziente».

Le motivazioni che portano ad una mancata aderenza alla terapie sono molteplici.

«Nella pratica clinica abbiamo identificato quattro ragioni che determinano la non aderenza alla terapia – afferma Giancarlo Isaia, direttore della Struttura Complessa Geriatria e Malattie metaboliche dell’osso dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino e Past President della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) –. La prima è una mancata percezione, da parte della paziente, del beneficio della terapia nel breve periodo. La seconda è che la paziente è spesso anziana e assume più farmaci, che sono sentiti come maggiormente necessari o con benefici più immediati. La terza è l’influenza di familiari o amici, che tendono a minimizzarne l’importanza. La quarta è una mancata cultura da parte della classe medica, che vede queste terapie come poco utili, mentre sono fondamentali. Come si può intendere dalla molteplicità di questi fattori e delle figure coinvolte, è importante educare ognuno di loro, a partire da specialisti e Medici di Medicina Generale, per ottenere una buona aderenza alla terapia e, quindi, diminuire il numero di fratture».

Per ribadire l’importanza dell’aderenza alla terapia GISOOS ha organizzato il IV Congresso “Osteoporosi Severa. Nuove Acquisizioni per l’Appropriatezza Diagnostico Terapeutica”, che si è tenuto dal 30 giugno al 2 luglio 2016 a Palermo.

SIOMMMS, invece, ha fondato la Commissione Intersocietaria dell’Osteoporosi, che riunisce sette Società Scientifiche Italiane con l’obiettivo di superare le numerose criticità presenti a livello nazionale nella gestione dell’osteoporosi.

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