Pfizer acquista il gruppo biotech californiano Medivation, con un’operazione da 14 miliardi di dollari.

Come un valzer che non finisce mai, giro dopo giro, continua il grande shopping nel settore pharma. Al centro della virtuale sala da ballo, questa volta si trova la coppia Pfizer-Medivation. La prima, infatti, ha annunciato di essere pronta a firmare un assegno da 14 miliardi per acquistare i farmaci anti-cancro della seconda, una delle star del biotech.

L’offerta di Pfizer è stata particolarmente allettante sotto il profilo finanziario: la valutazione dell’azienda è stata di gran lunga superiore al valore di Medivation in Borsa (11,1 miliardi di dollari al momento dell’offerta).

Pfizer acquista Medivation per 14 miliardi di dollari
Pfizer acquista Medivation per 14 miliardi di dollari

A ingolosire Pfizer è stato soprattutto il farmaco contro il cancro alla prostata Xtandi, che promette, secondo gli analisti, di generare da solo 1,33 miliardi di dollari di ricavi al 2020. Insomma, come un un calciatore all’inizio della carriera costa di più di uno rodato ma usurato, Pfizer scommette sulla giovane e brillante società che però ha già un asso nella manica. D’altra parte, il ceo del gruppo americano, Ian Read, aveva spiegato mesi fa di voler puntare su farmaci già affermati, dato che il portafoglio di prodotti di Pfizer elenca già un buon numero di farmaci allo studio. Da notare che 14 miliardi sono di sicuro tanti (sono più della metà dell’intera legge di Bilancio dello Stato italiano), ma ad acquisire Medivation ci avevano già provato i francesi di Sanofi, che la scorsa primavera avevano offerto 10 miliardi di dollari. Troppo poco. Si erano così fatti avanti Gilead, Celgene e Amgen, ma senza successo. Così Pfizer ha alzato la posta. Questa acquisizione resta comunque la top dopo l’acquisto di Hospira lo scorso anno, per 17 miliardi di dollari.

Ma li vale davvero, 14 miliardi, Medivation?

A proposito di Medivation

Medivation è una società biofarmaceutica americana che punta sul rapido sviluppo di nuove terapie per il trattamento di malattie per le quali esistono limitate opzioni di trattamento. La maggior parte dell’attività è concentrata sulla ricerca. In particolare l’azienda ha puntato sui trattamenti antitumorali (prostata e seno). È stata fondata solo 12 anni fa, nel 2004, a San Francisco (California) e ha solamente 628 dipendenti full-time: se si dividono i 14 miliardi per il loro numero, si scopre che ogni impiegato e manager dell’azienda genera in media 22,3 milioni di dollari, che è forse una cifra record. Presidente e amministratore delegato di Medivation è David Hung, co-fondatore dell’azienda.

I conti

Nel 2015 l’azienda ha registrato ricavi di poco inferiori al miliardo di dollari (943 milioni) in sostanzioso aumento rispetto all’anno precedente (710 milioni). Il risultato operativo è stato di 414 milioni, in aumento rispetto ai 281 del 2014. L’utile netto è però sceso a quota 244 milioni rispetto ai 276 milioni dell’anno precedente. Anche perché le spese per ricerca e sviluppo sono aumentate da 189 milioni a 232 milioni. Xtandi è il principale driver delle entrate di Medivation, che è distribuito grazie a un accordo con Astellas. «Siamo molto soddisfatti dei sostanziali progressi nel 2015 su molti fronti, in particolare per le forti vendite rete mondiale di Xtandi», ha commentato Hung. E il 2016? Procede bene: nel trimestre chiuso 30 giugno 2016, le vendite del farmaco sono arrivate a 31,8 milioni (+ 11% rispetto al secondo trimestre del 2015). La crescita anno su anno vendite nette è stata guidato da un aumento del 18% della domanda di fondo, che ha parzialmente compensato un prezzo netto di vendita più basso. Il farmaco blockbuster ha mantenuto la sua leadership con il 51% di share. Anche il risultato complessivo dell’azienda è in linea: nel secondo trimestre del 2016 i ricavi sono stati 206,2 milioni, rispetto ai 175,7 del corrispettivo periodo 2015. Attenzione, però: l’azienda ha segnalato anche una perdita netta di 403,9 milioni, per il trimestre chiuso 30 giugno 2016, a fronte di un utile netto di 25,8 milioni per lo stesso periodo nel 2015. È il risultato dell’aumento delle spese relative per il talazoparib, acquisito da BioMarin Pharmaceutical.

Il futuro

Pfizer prevede di completare l’acquisto di Medivation nel terzo trimestre successivo alla scadenza di un periodo di attesa, come da regolamento Usa. Bisognerà vedere se poi manterrà inalterata la strategia dell’azienda, studiata per conservare le vendite di Xtandi. Per raggiungere questo obiettivo Medivation aveva annunciato di aver aumentato la propria forza vendita di oltre il 40 per cento: l’azienda californiana aveva spiegato che la mossa poteva permettere un aumento dell’utilizzo di Xtandi per circa l’80%, contando che molti urologi non hanno ancora prescritto il farmaco ai propri pazienti. Anche se qualche analista, come rilevato dall’agenzia Bloomberg, nutre dei dubbi sulla efficacia di questa mossa: Xtandi è presente sul mercato dal 2012 ed è difficile che gli specialisti che non l’hanno mai prescritto ne ignorino l’esistenza. In realtà, molto del potenziale di questo farmaco è condizionato all’approvazione del suo utilizzo per una selezione più ampia di pazienti uomini, e persino per un particolare tipo di cancro al seno. E se Medivation a suo tempo ha indicato in 2,5 miliardi di fatturato il traguardo di ricavi per il 2020, con la maggior parte degli introiti generati da Xtandi, gli analisti interpellati da Bloomberg hanno abbassato l’asticella a 1,85 miliardi di dollari di ricavi totali. Insomma, qualche dubbio sulla possibilità di continuare la crescita vertiginosa c’è. Chissà se con l’acquisizione da parte di Pfizer riuscirà a centrare l’obiettivo.