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È stata autorizzata anche in Italia l’indicazione della collagenasi di Clostridium histolyticum per il trattamento della malattia di La Peyronie. Il farmaco di Swedish Orphan Biovitrum AB (Sobi™), non rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale, è a disposizione degli specialisti per il trattamento di pazienti adulti con una placca palpabile e una curvatura del pene di almeno 30 gradi.

La collagenasi di Clostridium histolyticum per la malattia di La Peyronie è stata autorizzata in Italia
La collagenasi di Clostridium histolyticum per la malattia di La Peyronie è stata autorizzata in Italia

«La notizia è che, grazie a questa nuova terapia con collagenasi, di cui si è ampiamente discusso anche in occasione del nostro 89° Congresso annuale svoltosi a Venezia, gli urologi possono finalmente disporre di un trattamento dedicato – ha affermato Vincenzo Mirone, segretario generale della Società Italiana di Urologia (SIU) -. Fino ad oggi, ci siamo affidati a soluzioni terapeutiche “prestate” alla malattia di La Peyronie, come il cortisone e, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico. L’operazione, tuttavia, che può consistere, ad esempio, nel semplice raddrizzamento del pene o nell’applicazione di patch autologhi o eterologhi, è necessaria solo nel 10% dei casi; questo perché la maggior parte dei pazienti si stabilizza in una fase non particolarmente grave della malattia. Questa nuova terapia farmacologica specifica porterà alla quasi completa eliminazione del bisturi».

Collagenasi di Clostridium histolyticum

La collagenasi di Clostridium histolyticum è un trattamento farmacologico indicato per la malattia di La Peyronie e per la contrattura di Dupuytren. Può rappresentare un’alternativa all’intervento chirurgico.

Il farmaco è una combinazione di due collagenasi purificate prodotte da clostridium, che distruggono per reazione enzimatica il tessuto fibroso o la placca di collagene.

È somministrato attraverso iniezione locale, direttamente nel tessuto fibroso formatosi nell’area palmare (malattia di Dupuytren) o nella placca del pene (malattia di La Peyronie).

Nel primo caso, nelle 24/72 ore ore successive  all’iniezione, è possibile attivare una procedura di estensione del dito per rompere la “corda” patologica di collagene.

All’iniezione di collagenasi di Clostridium histolyticum è necessario associare una attività di modellamento della placca fibrotica. Tale azione deve essere effetuata dal medico durante ogni ciclo di trattamento, nelle 24/72 ore successive alla seconda iniezione. Deve essere proseguita secondo le istruzioni del medico dal paziente, per le successive sei settimane.

«Grazie all’azione anti-fibrotica della collagenasi sulla placca provocata dalla patologia, siamo finalmente in grado di modellare efficacemente la curvatura del pene, raddrizzandolo – ha spiegato Alessandro Palmieri, presidente della Società Italiana di Andrologia (SIA) – L’iter per ogni ciclo di trattamento è semplice (sono previsti un massimo di 4 cicli): si procede con due iniezioni distanziate da un lasso di tempo di 24/72 ore. Trascorse altre 24/72 ore il medico procede con un modellamento del pene e poi, per le successive sei settimane, il paziente dovrà provvedere personalmente a esercizi giornalieri di modellamento e allungamento del pene. È una soluzione che blocca il peggioramento della malattia garantendo, in oltre il 40% dei casi, un netto miglioramento».

L’impiego della collagenasi di Clostridium histolyticum per la malattia di La Peyronie è stato approvato ad aprile 2015 nei 28 paesi membri dell’UE e a dicembre 2013 dalla FDA negli USA.

La malattia di La Peyronie

La malattia di La Peyronie o Induratio Penis Plastica (IPP) comporta lo sviluppo di una placca di collagene o tessuto cicatriziale sull’asta del pene.

La placca di La Peyronie, può indurire il pene o ridurne l’elasticità e causarne la curvatura durante l’erezione.

La malattia può manifestarsi con una curvatura variabile misurata in gradi. Può comportare diversi stadi di gravità, variamente caratterizzati da:

  • dolore durante l’erezione,
  • impatto negativo sui rapporti sessuali,
  • qualità di vita dei pazienti.

Si tratta di una patologia con una iniziale componente infiammatoria. Di questa fase preliminare si ha una scarsa consapevolezza. Il decorso è variabile e tende a risolversi spontaneamente in meno del 13% dei casi. Dopo circa 12 mesi dalla comparsa della malattia si giunge a una forma stabile. Questa è caratterizzata da una curvatura più o meno accentuata durante la fase di erezione del pene.

L’incidenza della malattia di La Peyronie è stimata tra il 3% e il 9% della popolazione mondiale. In Italia si stima che ne soffra il 7% degli uomini tra i 50 e i 70 anni. Si tratta comunque di una patologia sottodiagnosticata e, spesso, sottotrattata.

«La diagnosi precoce è molto importante per interrompere il processo di deposizione del collagene. – continua Alessandro Palmieri  È bene, quindi, che gli uomini pratichino l’autopalpazione, una procedura che può permettere di scoprire la presenza, ad esempio, di piccoli noduli. In alternativa, basta sottoporsi a una visita andrologica. Lo strumento diagnostico più efficace è l’ecografia».

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