Eletto con un’unanimità pressoché totale dei consensi (99,8%) da parte dell’odierna Assemblea di Federchimica, il nuovo presidente, Paolo Lamberti, ha dato avvio al proprio mandato “nel segno della continuità” con il suo predecessore Cesare Puccioni. Il nuovo presidente, classe 1952, è alla guida di Lamberti S.p.A come presidente e amministratore delegato, azienda leader mondiale nel settore della chimica delle specialità.

Paolo Lamberti è il nuovo presidente di Federchimica

La chimica è in ripresa

L’altra sfida che attende Lamberti è quella del cambiamento, “come condizione necessaria per contribuire, come settore industriale, alla vera ripresa del Sistema Paese”. Una sfida che trova pronto il comparto della Chimica, in netto miglioramento e con una crescita attesa di circa il 3% per il primo semestre 2017. In forte ripresa è soprattutto l’export, che è arrivato quasi in doppia cifra in valore nel primo quadrimestre (+9,5%), trainato soprattutto dai paesi extra-europei come Cina (+34,5%) e Russia (+20,1%). “I dati delle vendite all’estero dimostrano l’impegno delle nostre imprese su innovazione e internazionalizzazione, con una crescita dei valori esportati (+22% tra il 2010 e il 2016) rilevante e, soprattutto, superiore a quella di gran parte dei concorrenti europei”, ha riportato Lamberti nel suo intervento.

Il buon momento della chimica italiana è testimoniato anche dalla bassa incidenza delle sofferenze bancarie per il settore, in quanto non si è dovuto affrontare una crisi strutturale come in altri campi. Un esito positivo dovuto, secondo Lamberti, alla naturale inclinazione all’innovazione continua del comparto chimico, sia in termini di attività di R&S che di continuo miglioramento tecnologico, anche nell’ottica della Chimica Industria 4.0 che rappresenta una vera, grande opportunità.

Gli obiettivi per il futuro

Ma c’è ancora spazio per il miglioramento di quella che per il nuovo presidente è, a tutti gli effetti, una “infrastruttura tecnologica irrinunciabile” del paese. Un primo, importante segnale del ruolo che l’Europa potrà avere negli anni a venire per andare nella direzione auspicata dalla Federazione dell’industria chimica italiana per Paolo Lamberti è testimoniato dal fatto che il presidente del Parlamento europeo, Paolo Tajani, abbia già dato prova di comprendere le esigenze dell’industria: “Abbiamo bisogno di più Europa e all’Europa serve un’industria chimica forte, decisiva per la ripresa del Continente e del ruolo che può giocare sul mercato globale. Dobbiamo fare una vera battaglia per un recepimento più armonizzato delle direttive, oggi attuate nei ventotto paesi in modo difforme, cosa che finisce per vanificare il valore aggiunto del Mercato Unico”.

Allo stesso Tajani, presente all’assemblea Federchimica insieme al presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, Lamberti ha segnalato l’urgenza di perseguire una vera politica industriale europea, fatta di una politica commerciale più aggressiva, una politica della concorrenza più coerente con il mercato globale e una politica ambientale migliorata, ovvero più compatibile con la competitività industriale.

Gli ostacoli da rimuovere in Italia

Come spesso accade, i problemi principali sono tutti a livello nazionale e vanno rimossi al più presto. A partire dai vincoli imposti dal Sistema Paese, ad esempio nel rilascio di autorizzazioni, e che per Paolo Lamberti non sono più tollerabili: “Tempi lunghissimi, ritardi, incertezze, costi sono il peggior nemico della nostra competitività. Per non dire della difformità delle regole sul territorio: è inaccettabile che le imprese si trovino ad affrontare procedure diverse non solo da regione a regione, ma spesso da comune a comune nella stessa regione. È ormai improcrastinabile una vera policy per la semplificazione normativa e l’efficienza della Pubblica Amministrazione, che avrebbe un potenziale propulsivo enorme per l’economia del Paese”.

Il nuovo presidente di Federchimica ha riconosciuto lo sforzo della Presidenza del Consiglio per mitigare queste differenze, a partire dai recenti provvedimenti di Riforma come quello sulla nuova Conferenza dei Servizi. Lamberti ha citato nel suo intervento uno studio recentemente avviato da Federchimica, secondo cui l’Italia risulta il paese con il peggior rapporto tra pubblica amministrazione e imprese, con riferimento alle principali procedure amministrative di interesse del settore chimico.

Serve un confronto tecnico più aperto e proficuo e un maggior coordinamento tra enti pubblici per dare risposte tempestive e univoche alle imprese, così come avviene negli altri paesi europei, dove l’autorizzazione per la costruzione di un nuovo impianto chimico si ottiene in pochi mesi, mentre da noi ci vogliono anni, in molti casi lustri”, ha sottolineato Lamberti. Lungaggini che si traducono nella perdita d’importanti opportunità di crescita e sviluppo, che vedono sovente gli investimenti delle multinazionali spostarsi verso paesi con regole più favorevoli per le attività delle imprese. La nuova Federchimica guidata da Paolo Lamberti si propone, in tal senso, di guidare il cambiamento anche in figura di partner delle istituzioni. “Guidare il cambiamento – ha concluso Lamberti – è il solo modo per essere protagonisti nei prossimi anni. Una sfida per tutti noi, diversa da quelle affrontate in passato per l’estrema velocità e globalità del cambiamento. L’industria chimica è pronta, con le proposte e con le azioni indispensabili per modernizzare il Paese”.