Medici e ricercatori vicini alla comprensione delle diverse origini di ischemia e infarto: le alterazioni del microcircolo sono tra le indagate
Medici e ricercatori vicini alla comprensione delle diverse origini di ischemia e infarto: le alterazioni del microcircolo sono tra le indagate

Nonostante i progressi degli ultimi decenni le malattie coronariche rimangono il killer numero uno. Abbiamo farmaci efficaci per ridurre i danni da infarto, ma sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i diversi responsabili delle malattie coronariche, primi tra tutti ipertensione, colesterolo ma anche infiammazione. È però sorprendente che a fronte di questa forte evidenza epidemiologica i finanziamenti pubblici e privati a sostegno della ricerca sulle cause e sul trattamento delle malattie coronariche siano stati, negli ultimi anni, progressivamente ridotti.

Con questi presupposti si è svolto a Roma il Simposio internazionale dal titolo Ischemic heart disease: the main cause of morbidity and mortality worldwide. What can we improve?organizzato da Filippo Crea, direttore del Polo di Scienze Cardiovascolari e Toraciche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.

«Lobiettivo del Simposio è stato definire le linee di ricerca più promettenti per ridurre la mortalità causata dalle malattie coronariche – spiega Crea. – In particolare, sono state discusse le cause dellinfarto alla luce del fatto che quella che sembrava una malattia unica è invece causata da diversi meccanicismi che necessitano di terapie diverse. Questo importante innovazione concettuale è stata resa possibile da nuove tecnologie di imaging, in particolare lOCT. Una tecnologia che consente di “curiosare” dentro le coronarie dei nostri pazienti con una risoluzione simile a quella di un microscopio».

Optical Coherence Tomography

OCT è lacronimo di Optical Coherence Tomography, ossia tomografia a coerenza ottica.

Questa tecnica sfrutta le caratteristiche fisiche delle onde luminose trasformando in immagini l’interazione tra le onde elettromagnetiche e le diverse strutture che compongono l’arteria o la placca aterosclerotica. La sua caratteristica principale è di permettere una visualizzazione dall’interno dell’arteria.

Lanalisi OCT viene condotta mediante l’introduzione nella coronaria di una sonda che scansiona l’intera arteria in un tempo molto rapido, attraverso un normale catetere da angioplastica.

Grazie al potere di risoluzione di 10 micron, l’OCT permette di visualizzare le strutture che compongono la parete dell’arteria o la placca aterosclerotica con una precisione unica tra le attuali tecniche cosiddette di imaging. Queste raggiungono appena i 200 micron (coronarografia) o i 600 micron (TAC coronarica).

LOCT permette di vedere in tempo reale all’interno di un cuore battente cose altrimenti visibili solo al microscopio.

Le alterazioni del microcircolo coronarico

Nel corso del Simposio è stato discusso il ruolo delle alterazioni del microcircolo coronarico. Negli ultimi anni, un grande interesse scientifico si è rivolto allo studio della fisiopatologia dei piccoli vasi coronarici.

Alterazioni strutturali e funzionali del microcircolo possono spiegare l’insorgenza di ischemia miocardica in diverse situazioni cliniche, che vanno dalla cardiopatia ischemica a cardiopatie strutturali.

«Questa importante innovazione concettuale è stata resa possibile da nuove tecnologie che hanno permesso unesplorazione funzionale delle coronarie. Hanno così documentato che in circa metà dei pazienti gli episodi di angina, infarto e scompenso cardiaco non sono causati da ostruzioni coronariche “visibili” alla coronarografia ma piuttosto da alterazioni del microcircolo coronarico – prosegue Crea. – Pertanto, moltissimi pazienti che presentavano una malattia coronarica “invisibile” sfuggivano alla diagnosi. Sempre più spesso, nei pazienti in cui risultano ostruite le vie più piccole, si scopre che le disfunzioni del microcircolo coronarico erano in realtà già presenti prima dell’infarto. Queste, perciò, sono una causa della prognosi non positiva»

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