La sindrome di Angelman è una malattia genetica rara e grave caratterizzata da dismorfismi facciali peculiari.

La sindrome di Angelman è una malattia genetica rara e grave caratterizzata da dismorfismi facciali peculiari
Barbara Magno e Benedetta Sirtori (seconda e terza da sinistra) in rappresentanza de il Sorriso Angelman, con Colin Farrell e altri testimonial impegnati nel fundraising di FAST (Foundation for Angelman Syndrome Therapeutics), durante il convegno annuale della fondazione, nel dicembre 2017 a Chicago

I dismorfismi comprendono macrostomia, prognatismo, ipoplasia mascellare, microcefalia. È caratteristico l’aspetto sorridente.

La sindrome di Angelman comporta anche disturbi di origine neurologica che iniziano a manifestarsi dopo la nascita come alterazioni dell’alimentazione e del sonno. Si ha anche ipotonia e ritardo dello sviluppo generale e intellettivo con assenza di linguaggio verbale al quale si associano disturbi motori e atassia (movimenti stereotipati delle mani, andatura da burattino). I sintomi comprendono anche:

  • iperattività senza aggressività,
  • eccitabilità,
  • aumentata sensibilità termica,
  • deficit dell’attenzione,
  • scoliosi toracica.

In molti casi si verificano crisi di riso e attacchi epilettici. L’EEG evidenzia attività delta trifasica alterata con picchi nelle regioni frontali.

Le implicazioni più severe della malattia, oltre all’epilessia, possono comprendere altre affezioni a carico di diversi apparati.

La malattia non è degenerativa e, con l’età adulta, alcuni segni (come l’iperattività e quindi le difficoltà nella concentrazione e nel sonno) diventano meno accentuati. Tuttavia limita in modo determinante l’autonomia dei pazienti per tutta la vita e comporta la dipendenza costante dalle cure e dalla sorveglianza dei caregiver. L’aspettativa di vita non sembra alterata.

Diffusione della sindrome di Angelman

L’incidenza della malattia è stimata di 1 su 15.000 nati. Il numero dei pazienti affetti da sindrome di Angelman è di circa 500.000 in tutto il mondo. La prevalenza in Italia è di 1-9 su 100.000.

Cause della sindrome di Angelman

Le condizioni genetiche alla base della sindrome di Angelman comprendono:

  • delezione nella regione 15q11.2-q13 che si presenta nel 60-75% dei casi e determina spesso il segno caratteristico dell’iperpgimentazione dell’iride e della coroide,
  • mutazione del gene UBE3A, presente nel 10% dei casi circa;
  • disomia uniparentale paterna, nel 2-5% dei casi,
  • difetto dell’imprinting genomico riconducibile a un altro 2-5% dei casi,

Nel 5-26% dei pazienti, il difetto genetico non è stato identificato.

La ricerca sulle terapie per la sindrome di Angelman

Capire i meccanismi genetici che causano la sindrome è il primo passo per aprire la strada allo studio di possibili modalità di riparazione dell’alterazione.

Gli studi si concentrano sulla ricerca di una terapia genica che sia in grado di sostituire o correggere il gene malato. Questo si potrebbe ottenere inoculando un gene sano attraverso vettori come, per esempio, virus innocui.

Diverse aziende farmaceutiche, quali Roche, Ovid e Agilis, hanno deciso di investire su questi studi. Ovid, in particolare, sta conducendo un trial clinico su OV101, farmaco che ha ottenuto la designazione di farmaco orfano dalla FDA statunitense.

Inoltre, i ricercatori ritengono che gli studi su questa sindrome potrebbero condurre a importanti traguardi anche nella comprensione e nella cura di altri disturbi neurologici, come l’Alzheimer e l’autismo.

Trattamento della sindrome di Angelman

Attualmente le terapie possono prevedere l’uso di anticonvulsivanti (per controllare l’epilessia) e di sedativi (per contrastare i disturbi del sonno). Risultano utili:

  • la fisioterapia, volta anche a ridurre le contratture,
  • la logopedia, soprattutto volta a sviluppare le capacità comunicative non verbali,
  • l’ergoterapia in età adulta.

La funzione visiva e l’alimentazione devono essere tenute sotto controllo.

La presa in carico dei pazienti con sindrome di Angelman in Italia avviene a macchia di leopardo. Ci sono alcuni poli di eccellenza, ma anche aree scoperte dove è più difficile ricevere assistenza medica e riabilitativa adeguata. Inoltre, mancano protocolli d’intervento condivisi.

La storia della sindrome di Angelman

La storia della sindrome è legata anche a quella del dipinto del “Fanciullo con disegno” di Giovan Francesco Caroto. In questo ritratto, nel 1965, il pediatra inglese Harry Angelman aveva ravvisato alcuni dismorfismi tipici dei pazienti che lo portarono a fornire la prima descrizione della malattia.

La onlus “il Sorriso Angelman”

“Il Sorriso Angelman” è una onlus fondata da un gruppo di genitori che hanno figli con la sindrome di Angelman. L’obiettivo è orientare il disordine informativo che contribuisce a complicare la gestione della malattia. “Il Sorriso Angelman” fornisce indicazioni per individuare medici esperti e strutture specializzate. Inoltre, offre la panoramica aggiornata su cure e interventi riabilitativi, sugli aspetti legislativi, sull’inclusione scolastica, sulla progettazione del “dopo-di-noi” e su altri temi importanti della quotidianità.

Un altro scopo della onlus è il finanziamento della ricerca scientifica sulla sindrome attraverso iniziative di fundraising.

Registri globale e italiano della sindrome di Angelman

La prima iniziativa già realizzata dalla onlus è la versione italiana del Global Angelman Syndrome Registry. Si tratta di un database che potrà anche consentire a medici, case farmaceutiche e ricercatori di individuare facilmente i soggetti idonei a partecipare agli studi clinici.

Un’altra iniziativa è stata promossa per contribuire a rendere operativo il Registro italiano Angelman, realizzato da Fondazione FROM di Bergamo e Associazione Angelman onlus. Questo registro raccoglierà e conserverà informazioni anagrafiche, cliniche e genetiche dei pazienti italiani.

È importante che i pazienti siano registrati a entrambi i database per sostenere la ricerca sia a livello globale sia europeo e italiano.

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