I dati del primo report della Fondazione Gimbe sui trasferimenti di valore effettuati dalle aziende farmaceutiche (le prime quattordici del mercato italiano, che rappresentano complessivamente il 51,5% del fatturato totale del settore) indicano che nel 2017 le organizzazioni sanitarie hanno ricevuto la quota parte maggiore dei 288 milioni di euro complessivi (43%, pari € 124,8 milioni), seguiti dalla ricerca e sviluppo (41%, € 117,3 mln) e dagli operatori sanitari (16%, € 45,9 mln).
Dallo scorso anno, con il recepimento da parte di Farmindustria delle indicazioni del codice deontologico della Federazione europea dell’industria farmaceutica (Efpia) le aziende farmaceutiche associate sono chiamate entro il 30 giugno a rendicontare e pubblicare – tramite l’apposito modulo – i trasferimenti di valore effettuati nell’anno precedente a titolo di erogazioni liberali e donazioni, eventi formativi, servizi e consulenze, oltre a quelli destinati alla ricerca e sviluppo.

L’obiettivo della massima trasparenza

L’iniziativa della Fondazione Gimbe, ha spiegato il suo presidente Nino Cartabellotta, è stata volta a fornire un quadro oggettivo dei dati disponibili e identificare le aree per migliorare la trasparenza. “Volutamente esclusa l’elaborazione di classifiche sulle somme percepite da singoli operatori od organizzazioni sanitarie, per evitare strumentalizzazioni e alimentare la ‘cultura del sospetto’ che danneggia le relazioni di fiducia tra i protagonisti del sistema salute”, ha sottolineato Cartabellotta.
Secondo la Fondazione, la pubblicazione dei dati relativi ai trasferimenti da parte delle aziende farmaceutiche non ha ancora risolto alcuni “problemi strutturali”, con un impatto negativo a livello della piena trasparenza del processo. In particolare, indica il rapporto, risulterebbero inadeguati i formati dei file per l’importazione e l’analisi dei dati; è stata anche osservata la frequente mancanza dei dati facoltativi, ed è stata segnalata anche l’impossibilità di identificare i trasferimenti indiretti in favore degli operatori sanitari. Secondo il Gimbe, inoltre, le aziende non sempre interpreterebbero in modo univoco alcuni punti del codice deontologico di Farmindustria, con ricadute sull’uniformità nel reporting dei dati.
L’invito che il presidente Cartabellotta ha rivolto a Farmindustria e alle aziende farmaceutiche italiane è quindi quello di esaminare meglio i dati e le criticità emerse da questo primo rapporto e di prendere in considerazione le proposte per migliorare la trasparenza “ad esclusivo beneficio del rapporto di fiducia che dall’industria, attraverso professionisti e organizzazioni sanitarie, arriva direttamente ai pazienti”.

I dati principali del rapporto

Nel 2017 il valore medio dei trasferimenti per azienda è stato di € 20,58 milioni (all’interno di un range € 8,1-41,9 milioni), con un impatto medio sul fatturato del 2,9% (0,8%-4,3%). La Fondazione Gimbe ha anche stimato in modo prospettico il possibile valore del trasferimento totale di tutte le aziende associate a Farmindustria, risultato pari a circa € 550-580 milioni.
Circa un terzo dei trasferimenti agli operatori sanitari sono stati pubblicati in forma aggregata (€ 15,1 mln), a seguito del mancato consenso alla pubblicazione da parte degli interessati. Di questi, circa la metà (€ 8 mln) sono stati destinati ad eventi e altrettanti (€ 7,9 mln) a servizi e consulenze.
Sono state poco meno di millecinquecento le organizzazioni sanitare che hanno ricevuto trasferimenti da parte delle quattordici aziende considerate nel rapporto, per un importo medio di € 8,9 milioni (range € 2,0-24,2 mln). Più della metà dei fondi è andata appannaggio di società di servizi (56,6%, € 70,6 mln), seguite dalle società scientifiche (14%, € 17,5 mln), dalle università (6-8%, € 9,9 milioni), dalle strutture di ricovero (€ 8,7 milioni) e da enti di ricerca (€ 7, 4 milioni).
Sono quarantotto le organizzazioni che hanno ricevuto ciascuna piĂą di mezzo milione di euro (3,2% del totale, 39,7% dei trasferimenti), ventuno quelle che hanno ricevuto piĂą di 1 milione di euro (1,4% del totale, 25% dei trasferimenti).
Per quanto riguarda i trasferimenti dedicati alla ricerca e sviluppo, (in media € 8,4 milioni ad azienda, nel range 1,2-20,3 milioni), il codice Efpia non richiede alle aziende di dettagliare maggiormente le tipologie di destinatari (operatori e/o organizzazioni) e la specifica destinazione d’uso (compensi, viaggio e alloggio e altre spese).