Le interazioni tra farmaci sono un problema che può minare gli effetti sinergici derivanti dalla somministrazione di farmaci diversi in combinazione tra loro. I ricercatori della Vanderbilt University hanno considerato, in particolare, come ottimizzare la terapia di combinazione per il tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc) e per il melanoma. La strategia individuata ha visto la creazione dell’algoritmo MuSyC (Multi-dimensional synergy of combinations) in grado di distinguere tra le interazioni tra farmaci che possono dare una maggiore efficienza e velocità nell’uccidere le cellule tumorali da quelle che invece portano a minori effetti collaterali. Il lavoro è stato pubblicato su Cell Systems; l’algoritmo è stato sviluppato sulla base di mezzo milione di test su cellule tumorali con 12 mila diverse combinazioni di farmaci. L’obiettivo primario dello studio era il calcolo del profilo di sinergia di 64 diversi farmaci antitumorali in combinazione con osimertinib, uno standard di cura per i tumore del polmone Nsclc.

Alcuni esempi di dati generati dall’algoritmo MuSyC (credits: Quaranta Lab)

Il giusto mix tra potenza ed efficacia

“Quando si tratta di trovare nuovi candidati antitumorali, l’universitĂ  e l’industria farmaceutica mescolano in qual modo la potenza e l’efficacia. Questa è una pecca fondamentale”, ha commentato Vito Quaranta, docente di Biochimica e Farmacologia e leader del progetto. Nel combinare due o piĂą farmaci, la sinergia di potenza favorisce la riduzione dei dosaggi e, di conseguenza, gli effetti collaterali sperimentati dai pazienti. La sinergia di efficacia, invece, favorisce l’innalzamento del tetto terapeutico, un punto importante da considerare per quelle malattie – come i tumori – che possono andare incontro a recidiva in quanto non è stato possibile eliminare completamente la causa (i.e. tutte le cellule tumorali presenti).

Identificare i target d’azione

I farmaci testati dai ricercatori della Vanderbilti University sono stati divisi in quattro diverse categorie, sulla base del target d’azione (checkpoint mitotici, regolatori epigenetici, recettori e/o canali e chinasi). Ciò ha permesso di identificare che le combinazioni di farmaci che agiscono a livello di checkpoint mitotici e regolatori epigenetici del recettore per l’epidermic growth factor (Egfr) provocano un forte aumento della velocità di morte cellulare. La combinazione osimertinib-vindesina (un farmaco che agisce sui microtubuli), ad esempio, è risultata essere settanta volte più efficace che osimertinib da solo.

La speranza del gruppo di ricerca americano è che ora l’algoritmo MuSyC possa contribuire a cambiare le modalità per scoprire e tradurre in vera innovazione clinica le combinazioni di farmaci più efficaci. I prossimi passi della ricerca vedono la sua espansione a combinazione di tre medicinali diversi e la valutazione in modelli pre-clinici più complessi, come gli organoidi che replicano diversi tipi di tumori.