Dati a 5 anni su blinatumomab per la leucemia linfoblastica acuta in pazienti con malattia minima residua
Dati a 5 anni su blinatumomab per la leucemia linfoblastica acuta in pazienti con malattia minima residua

Amegen annuncia la presentazione al congresso EHA 2019 dei dati a 5 anni su blinatumomab per la leucemia linfoblastica acuta positiva alla malattia minima residua (MRD, minimal residual disease).

Lo studio clinico di fase II a singolo braccio BLAST mostra una sopravvivenza globale mediana di 36,5 mesi nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta (LLA) positiva alla malattia minima residua (MRD, minimal residual disease). Oltre la metà dei pazienti che hanno ottenuto una negativizzazione della MRD è ancora in vita a cinque anni.

Dati a 5 anni su blinatumomab per la leucemia linfoblastica acuta in pazienti con malattia minima residua
Presentati i dati a 5 anni su blinatumomab per la leucemia linfoblastica acuta in pazienti con malattia minima residua

Amgen ha annunciato l’analisi dei dati di sopravvivenza globale (OS, overall survival) a cinque anni dello studio di fase II a singolo braccio BLAST, che ha valutato blinatumomab in pazienti con leucemia linfoblastica acuta (LLA) da precursori delle cellule B in presenza di malattia minima residua (MRD, minimal residual disease). Lo studio ha rilevato che, con un follow-up mediano di 59,8 mesi, la OS mediana per i pazienti trattati con blinatumomab è stata di 36,5 mesi (IC 95%: 22 mesi-non stimabile [NE]). Oltre la metà dei pazienti che avevano ottenuto una risposta MRD completa (assenza di MRD misurabile) dopo il primo ciclo di trattamento con blinatumomab era ancora in vita a cinque anni.

Questi risultati del più vasto studio prospettico mai condotto finora sulla LLA MRD-positiva sono stati presentati al 24° congresso annuale della European Ematology Association (EHA), tenutosi ad Amsterdam.

«Nelle sue vesti di unica terapia immuno-oncologica specifica per il CD19 a disporre di dati di sopravvivenza a cinque anni, blinatumomab continua a dimostrare risultati convincenti nei pazienti con LLA – dichiara David M. Reese, MD, vice presidente esecutivo di Ricerca e Sviluppo Amgen. -Siamo orgogliosi della scienza su cui si basa la nostra tecnologia BiTE®. Questi dati, provenienti da una popolazione di pazienti con LLA MRD-positiva, ci consentono di nutrire ulteriore fiducia nel beneficio clinico di blinatumomab, che si osserva specialmente quando questi pazienti vengono trattati precocemente».

L’indicatore MRD

MRD è un indicatore che segnala la presenza di una quota minima di malattia non visibile morfologicamente, nonostante il paziente abbia raggiunto la remissione completa.

La presenza di MRD è generalmente considerata il più importante fattore prognostico indipendente nella LLA. La MRD è misurabile soltanto mediante test altamente sensibili, che rilevano le cellule tumorali nel midollo osseo con una sensibilità di almeno una cellula cancerosa su 10.000 cellule, parametro superiore alla misurazione al microscopio convenzionale, che rilevava circa una cellula cancerosa su 20.

Nei pazienti che raggiungono la prima o la seconda remissione ematologica completa, la MRD si associa a un aumento di rischio di recidiva.

Blinatumomab

Blinatumomab è un anticorpo bispecifico CD19-CD3 reclutante le cellule T (BiTE, Bispecific T-cell Engager). È la prima molecola approvata con piattaforma immuno-oncologica BiTE® di Amgen, nonché la prima e unica terapia a ricevere l’approvazione regolatoria a livello globale per il trattamento della MRD.

Lo studio BLAST su blinatumomab

Lo studio di fase II BLAST (tuttora in corso) è il più vasto studio prospettico mai condotto in pazienti con LLA positiva per la MRD. Si tratta di uno studio in aperto, multicentrico, a singolo braccio, che valuta l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di blinatumomab in pazienti adulti con LLA da precursori delle cellule B positiva per la malattia minima residua in completa remissione ematologica dopo tre o più cicli di chemioterapia intensiva.

Ha arruolato 116 pazienti con LLA da precursori delle cellule B positiva per la MRD in prima o successiva remissione ematologica completa dopo almeno tre cicli di trattamento chemioterapico intensivo. Tra i 116 pazienti arruolati, è stata valutata la OS per 110 pazienti in remissione ematologica completa ivi inclusi 74 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) in remissione completa continua (CCR, continuous complete remission) dopo il trattamento con blinatumomab.

I pazienti hanno ricevuto un’infusione endovenosa continua di blinatumomab 15 μg/m2/die per quattro settimane, seguita da due settimane di riposo. I pazienti hanno ricevuto fino a quattro cicli di trattamento e, se idonei, potevano essere sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche in qualsiasi momento dopo il primo ciclo.

Endpoint dello studio BLAST

L’efficacia era basata sul raggiungimento di una MRD non rilevabile entro un ciclo di trattamento con blinatumomab e di una sopravvivenza libera da recidiva (RFS, relapse-free survival) ematologica. I risultati dell’analisi primaria dello studio BLAST sono stati presentati nel 2015 al 57° Annual Meeting & Exposition della ASH (American Society of Hematology, Società Americana di Ematologia) e pubblicati su Blood nel 2018.

Ulteriori endpoint secondari hanno incluso l’incidenza e la gravità degli eventi avversi, la sopravvivenza globale, il tempo alla remissione ematologica e la durata della risposta completa alla MRD. Le visite di follow-up per la valutazione della RFS ematologica e della sopravvivenza globale (OS, overall survival) sono state effettuate ogni sei mesi, fino al completamento di un periodo di cinque anni dopo l’inizio del trattamento con blinatumomab.

Risultati dello studio BLAST presentati all’EHA 2019

I risultati presentati all’EHA hanno dimostrato che in 84 pazienti che avevano ottenuto una risposta MRD completa (assenza di MRD misurabile), la sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta (IC 95%: 29,5 mesi-NE), rispetto ai 14,4 mesi di coloro che non avevano ottenuto risposta, (n = 23; IC 95%: 3,8-32,3 mesi). Tra i pazienti con MRD in prima remissione ematologica completa (CR1), la sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta da coloro che avevano ottenuto una risposta MRD completa (IC 95%: 29,5 mesi-NE), rispetto ai 10,6 mesi (IC 95%: 2,7-39,7 mesi) di coloro che non avevano ottenuto uno stato di negatività alla MRD (n = 13; p = 0,008).

«La presenza di MRD è un forte predittore di recidiva nei pazienti con LLA da precursori delle cellule B – afferma Nicola Gökbuget, MD, investigatore responsabile dello studio BLAST e a capo del German Multicenter Study Group for Adult ALL di Francoforte. – I risultati del follow-up finale a cinque anni dello studio clinico BLAST dimostrano che il precoce ottenimento della completa remissione molecolare con blinatumomab è associato a una sopravvivenza prolungata».

I risultati di sicurezza tra i pazienti positivi alla MRD sono stati coerenti con il profilo di sicurezza noto di blinatumomab.

La tecnologia BiTE

La tecnologia con costrutti anticorpali bispecifici reclutatori di cellule T (BiTE, Bispecific T-cell Engager) è una piattaforma mirata immuno-oncologica con approccio innovativo, progettata per guidare il sistema immunitario a colpire in modo mirato le cellule tumorali. 

Infatti, i costrutti anticorpali BiTE collegano le cellule T dei pazienti a specifici antigeni tumorali, attivando in questo modo il potenziale citotossico delle cellule T e innescando la morte delle cellule tumorali. La piattaforma immuno-oncologica BiTE ha il potenziale per trattare diversi tipi di tumore, legandosi a specifici antigeni tumorali.

La piattaforma BiTE permette di ottenere soluzioni implementabili immediatamente, per rendere disponibile a tutti gli operatori sanitari un trattamento innovativo con cellule T quando i loro pazienti ne hanno bisogno. Amgen sta sviluppando più di una dozzina di molecole BiTE® al fine di trattare numerose tipologie di neoplasie ematologiche e di tumori solidi, evolvendo ulteriormente la tecnologia BiTE, allo scopo di migliorare le aspettative del paziente e il potenziale terapeutico.

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