Amgen ha annunciato che la Commissione Europea (CE) ha approvato per blinatumomab in monoterapia un’estensione delle indicazioni, che include pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta (LLA) da precursori delle cellule B positiva per CD19 negativa per il cromosoma Philadelphia (Ph-) in prima o seconda remissione completa con malattia residua minima (MRD, minimal residual disease) maggiore o uguale allo 0,1%.

Blinatumomab per la malattia minima residua nella LLA della linea B Ph-
La Ce ha approvato blinatumomab per la malattia minima residua nella leucemia linfoblastica acuta della linea B Ph-

Blinatumomab è la prima immunoterapia prodotta tramite la piattaforma BiTE® di Amgen, un approccio terapeutico senza precedenti, che aiuta il sistema immunitario ad attaccare le cellule tumorali senza modificare geneticamente le cellule immunitarie del paziente.

Blinatumomab è inoltre la prima immunoterapia indicata per la malattia residua minima approvata in UE.

L’approvazione di blinatumomab si basa sui dati dello studio di fase II BLAST, condotto in pazienti con LLA alla diagnosi e recidivante/refrattaria, e rappresenta la più ampia sperimentazione clinica prospettica sulla leucemia linfoblastica con malattia minima residua mai condotta.

«Questa approvazione rappresenta un cambio di paradigma nella gestione della LLA nell’Unione Europea e fa di blinatumomab il primo e unico trattamento con autorizzazione all’immissione in commercio a includere l’indicazione per la MRD», – ha dichiarato David M. Reese, MD, vicepresidente esecutivo di R&D presso Amgen.

Blinatumomab, un anticorpo bispecifico CD19-CD3 che recluta le cellule T (BiTE®, Bispecific T-cell Engager), è la prima immunoterapia BiTE® a ricevere questa approvazione regolatoria a livello globale.

La malattia minima residua

La malattia minima residua (MRD) è un indicatore che segnala la presenza di una quota minima di malattia non visibile morfologicamente, nonostante il paziente abbia raggiunto la remissione completa.

È misurabile solo mediante test altamente sensibili, che rilevano le cellule tumorali nel midollo osseo con una sensibilità di almeno una cellula cancerosa su 10.000, parametro di gran lunga superiore alla misurazione al microscopio, effettuata in passato, che rilevava circa una cellula cancerosa su 20.

Oggi l’obiettivo primario in tutti i protocolli clinici per il trattamento dei pazienti con LLA è ottenere uno stato di negatività alla MRD, che si associa ad un ridotto rischio di recidiva e può significare l’eradicazione della malattia.

«Lo studio della malattia residua minima ha rivoluzionato i protocolli di trattamento più avanzato della LLA sia in campo pediatrico che nel paziente adulto – dichiara Alessandro Rambaldi, Direttore Unità Strutturale Complessa di Ematologia, Azienda ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo – la possibilità di utilizzare blinatumomab nei pazienti nei quali la presenza di malattia è limitata aumenterà non solo il numero di pazienti che saranno curati in prima linea, ma diminuirà verosimilmente il numero di coloro che dovranno essere sottoposti alle tossicità del trapianto allogenico. Si tratta di un esempio concreto e straordinario di medicina personalizzata con un farmaco innovativo, efficace e caratterizzato da ridotta tossicità per il paziente».

Lo studio BLAST

L’approvazione CE si basa sullo studio di fase II BLAST, i cui dati hanno rilevato che blinatumomab induce una risposta, nel 78% dei pazienti, entro il primo ciclo di trattamento. I risultati di sicurezza tra i pazienti positivi alla MRD sono stati coerenti con il profilo di sicurezza noto di blinatumomab nella LLA da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria.

«A sottolineare l’importanza di questo anticorpo bispecifico, primo farmaco approvato per il trattamento della MRD, va ricordato che blinatumomab è stato incorporato per la prima volta nei protocolli multicentrici italiani GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto) per il trattamento di prima linea delle LLA dell’adulto della linea B Ph- e Ph+ – dichiara Robin Foà, Direttore Divisione di Ematologia, Sapienza Università di Roma – l’obiettivo principale degli studi è appunto la percentuale di pazienti che ottiene uno stato di negatività alla MRD. L’approvazione del blinatumomab per il trattamento della MRD nella LLA dell’adulto della linea B, per ora Ph-, permetterà quindi di ottenere risposte cliniche molto più profonde e e offrire ulteriori possibilità ai pazienti affetti da questa patologia».

Nel marzo 2018, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato blinatumomab per il trattamento di adulti e bambini con leucemia linfoblastica acuta (LLA) da precursori delle cellule B in prima o seconda remissione completa con malattia residua minima maggiore o uguale allo 0,1%.

La tecnologia BiTE

Sviluppata da Amgen, la tecnologia BiTE per la produzione di anticorpi rappresenta un approccio terapeutico senza precedenti, che guida il sistema immunitario a colpire le cellule tumorali in modo mirato senza modificare geneticamente le cellule immunitarie del paziente: i costrutti di anticorpi BiTE aiutano a collegare le cellule T alla cellula target, per fare in modo che le cellule T iniettino tossine che innescano la morte delle cellule tumorali (apoptosi).

Amgen sta studiando una serie di immunoterapie sperimentali BiTE, con obiettivi distinti in una vasta gamma di tumori ematologici e solidi.

Blinatumomab

Blinatumomab (Blincyto®) è un anticorpo bispecifico CD19-CD3 reclutatore delle cellule T (BiTE) che si lega al CD19 espresso sulla superficie delle cellule leucemiche di origine B e al CD3 espresso sulla superficie delle cellule T effettrici del paziente stesso.

Nel 2014 blinatumomab ha ricevuto dalla FDA la designazione di “terapia fortemente innovativa” (Breakthrough Therapy) e lo status di revisione prioritaria.

Blinatumomab è ora approvato in 57 Paesi, tra cui tutti gli Stati membri della UE e del SEE, Canada, Giappone e Australia.

In UE questo farmaco è soggetto a monitoraggio supplementare. Tutte le reazioni avverse
sospette devono essere segnalate in conformità ai sistema nazionali di reporting.

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