È  appena apparso su Cell Death & Disease un articolo a firma italo-cinese in cui viene comparata l’esperienza delle due nazioni su COVID-19.

Ad annunciarlo, tra gli altri, Walter Ricciardi, tra le firme del lavoro, sul suo canale twitter.

COVID-19 infection: the China and Italy perspectives“, questo il titolo della review, come si legge nell’abstract iniziale, ha lo scopo di “aggiornare le competenze acquisite circa le caratteristiche cliniche, le strategie diagnostiche e la gestione clinica di COVID-19, secondo le esperienze di Italia e Cina a confronto, essendo i primi due paesi ad aver affrontato l’emergenza”.

I fatti

  • La pandemia di Covid-19 è esplosa prima in Cina e successivamente in Italia. Nello studio si confrontano quindi i due paesi.
  • Con oltre 5.525.245 casi, inclusi 2.315.909 recuperati e 347.108 decessi in tutto il mondo al 25 maggio 2020, la diffusione dell’infezione sembra ancora difficile da contenere.
  • Sia la disponibilità di cure intensive che il sistema sanitario locale sul territorio possono essere responsabili della vasta eterogeneità osservata sia nel contenimento delle infezioni che della mortalità.

Domande aperte

  • La terapia, specialmente nelle fasi avanzate, sembra complicata e si aspetta il risultato di diverse centinaia di studi clinici, spesso duplicati e non coordinati. I principali farmaci sono principalmente non virali: idrossiclorochina, lopinavir / ritonavir, remdesivir, plasma / anticorpo monoclonale, camostat e ivermectina. Lo sviluppo di nuovi farmaci è chiaramente la prima priorità.
  • Il ruolo dell’immunità è cruciale.
  • Uscire dalla fase acuta e stabilire il nuovo protocollo per la fase post-acuta ha la massima priorità.

Strategie attuali

In attesa di farmaci specifici, “il modo migliore per ridurre la mortalità è quindi legato innanzitutto alla riduzione del rischio di infezione da SARS-CoV-2. Ciò potrebbe essere ottenuto combinando sei azioni principali:

  • distanza sociale,
  • mascherine,
  • raccomandazioni igieniche,
  • tracciabilità dei contatti,
  • ampio uso di strumenti di diagnosi precoce,
  • quarantena di casi confermati e sospetti.