In un recente comunicato, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha reso noto che il governo cinese ha accettato di cominciare quanto prima possibile un’indagine volta a cercare l’origine del virus SARS-CoV-2, l’agente causale della malattia Covid-19, comparso per la prima volta nella città di Wuhan nel mese di dicembre del 2019. Come noto, il nuovo coronavirus ha dato inizio a una pandemia tutt’ora in corso che sta devastando il mondo.

In realtà la ricerca dell’origine del virus era già cominciata con studi di fase 1, ma si era successivamente interrotta. Ora però ci sono i presupposti per dare inizio alla fase 2 e, per tale scopo, verrà organizzata prossimamente una spedizione in terra cinese. L’esperto per le Emergenze dell’Oms, Mike Ryan, ha dichiarato in merito: «Ci aspettiamo di poter avere una squadra sul posto per collaborare con i colleghi cinesi che stanno compiendo studi epidemiologici sui primi casi di polmonite anomala, poi identificata come Covid-19, e sulle condizioni del mercato Huanan di Wuhan, primo focolaio riconosciuto dell’epidemia: un team di esperti internazionali verificherà i dati ottenuti dagli studi di fase 1».

Per non perdere tempo, intanto, una squadra coordinata dall’Oms e formata da esperti internazionali è già pronta per recarsi in Cina dopo che un precedente team dell’Organizzazione mondiale della sanità, giunto nel Paese Asiatico nello scorso mese di luglio, ha già definito e organizzato gli aspetti logistici oltre ad avere stabilito quali saranno le aree da sottoporre a indagine scientifica.

Il governo cinese, tramite Zhao Lijian, portavoce del Ministero degli Esteri, ha confermato di aver preso contatto con l’OMS per l’inizio della fase 2 e ha sottolineato che: «La ricerca del virus è una questione scientifica e gli scienziati dovrebbero svolgere ricerca scientifica internazionale e cooperazione su scala globale per promuovere la comprensione dei metodi di trasmissione». Il portavoce del governo cinese ha anche sottolineato il fatto che trovare l’origine del virus è una questione complicata e bisogna risolverla in ambito internazionale con una ricerca scientifica sotto la guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. La Cina vuole un’azione “aperta, trasparente e responsabile”, e si oppone alla strumentazione politica della vicenda e a “indagini fondate sulla presunzione di colpevolezza” ha affermato ancora Zhao Lijian.

La questione dell’origine del virus, già affrontata dall’Assemblea Mondiale della Sanità, nello scorso mese di maggio, aveva scatenato non poche polemiche a causa delle dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che aveva chiamato il nuovo coronavirus con l’appellativo “il virus cinese”, e del segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, il quale aveva indicato il laboratorio di bio-sicurezza del Wuhan Institute of Virology come sorgente dell’agente virale. Ovviamente, l’accusa di aver fatto ‘scappare’ il virus dal laboratorio di Wuhan aveva provocato la reazione irritata del Governo cinese e diverse secche smentite da parte degli scienziati del gigante asiatico, tra i quali la virologa Shi Zhengli.