Nel 2020, sotto la spinta propulsiva della pandemia, il mercato farmaco-medicale ha conosciuto un incremento che la stessa World Trade Organizationnon ha esitato a definire “fenomenale”. Il trend di per sé non sorprende, ma è con le statistiche alla mano, fornite per l’appunto dalla WTO con l’aggiornamento riferito alla prima metà dell’anno reso noto lo scorso dicembre, che se ne ravvisa concretamente l’entità. Nelle prime 97 economie del mondo, i flussi del settore sono cresciuti del 16%, per un valore totale di 1.139 miliardi di dollari, a fronte di un calo complessivo dell’import-export del 14% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Se si guarda ai soli articoli connessi alla gestione dell’epidemia, l’aumento raggiunge il 29% per un valore di 381 miliardi, con al primo posto i dispositivi di protezione individuale (+50,3%), rappresentati principalmente dalle protezioni facciali (+87,4%), e a seguire le forniture e attrezzature mediche (+15,1%) e i farmaci (+11,6%). Importante per l’inquadramento del fenomeno anche la localizzazione geografica dei flussi: la graduatoria per i soli articoli Covid-critical vede in testa la Cina per le esportazioni, triplicate in valore rispetto all’anno precedente (da 18 a 55 miliardi di dollari) e più che raddoppiate in quota di mercato (dal 12 al 29%), mentre Stati Uniti e Germania, secondi e terzi classificati, hanno riportato una lieve flessione delle rispettive quote export, risultando invece i primi due maggiori importatori con aumenti nell’acquisto di prodotti esteri rispettivamente del 34,9 e del 40,6%. In Europa incrementi dei comparti import a due cifre si sono registrati anche per Francia (+61,9%) e Italia (+51,5%).

Il case study nell’analisi del WTO, così come nel rapporto della Organization for Economic Co-operation and Development (OECD) “Policy Responses to Coronavirus (COVID-19)”, è quello delle mascherine (chirurgiche e filtranti), il cui approvvigionamento da parte dei vari Paesi, che ha raggiunto in sei mesi il valore totale di 74 miliardi di dollari, è stato scelto come componente cruciale e paradigmatica della risposta politico-economica di breve periodo all’emergenza, con le relative sfide all’intera catena produttiva e distributiva.