Il 2020 ha segnato una sorta di switch per il mercato farmaceutico mondiale, con l’attivazione dell’enorme sforzo di ricerca e sviluppo per individuare e produrre le nuove terapie contro il virus Sars-CoV-2. Sforzo che si sta pienamente dispiegando quest’anno con la progressiva disponibilità in primis di un numero crescente di vaccini, e in modo un po’ più defilato anche di nuovi trattamenti terapeutici. 

Nuove tecnologie, come quelle a mRNA, sviluppate da aziende fino a questo momento conosciute solo dagli addetti ai lavori, “sono sotto attenta osservazione da parte degli investitori, dei politici e a più ampio raggio del mondo”, sottolinea l’annuale rapporto Evaluate Pharma 2021 Preview, che tratteggia un anno foriero di sostegno finanziario per i nuovi approcci, anche oltre le applicazioni strettamente correlate al Covid. 

La spinta della pandemia

Sul fronte clinico, da aprile 2020 si è assistito a un netto spostamento dei progetti di sviluppo per rispondere alle mutate esigenze, con chiusura di 160 ricerche cliniche, per la metà sostituite già a novembre con nuove attività mirate a contenere la pandemia. Vaccini, ma non solo: anche repurposing di farmaci già in commercio e sviluppo di nuovi agenti antivirali e anticorpi monoclonali. 

Le vendite dei vaccini per il Covid-19 sono attese raggiungere i $10-15 mld nel 2021; le prime proiezioni di consenso al 2027 di Evaluate Pharma vedono primeggiare i prodotti sviluppati da Moderna e Novavax, a discapito del vaccino Pfizer/Biontech, il primo disponibile ma che soffre la necessità di conservazione a -70°C. Il prodotto di AstraZeneca appare, invece, limitato dai problemi di sicurezza assurti alle recenti cronache, mentre altri vaccini ancora in attesa di approvazione potrebbero beneficiare per gli analisti di una somministrazione a dose unica. 

Le altre aree terapeutiche

L’oncologia rimane l’area terapeutica più interessante per le aziende, con sei dei primi dieci prodotti per potenziale di vendita. Il rapporto indica che Keytruda (Merck), con $2,7 mld di nuove vendite attese per il 2021, dovrebbe spodestare nel 2023 Humira (Abbvie) dalla testa della classifica. Quest’ultimo prodotto soffrirà, infatti, il lancio di nuovi biosimilari, trend che dovrebbe toccare anche Revlimid (BMS), Eylea (Bayer) e Xarelto (Bayer), anch’essi in scadenza di brevetto. Il loro ruolo sul mercato è atteso essere assunto da nuovi prodotti, quali Dupixent (Sanofi, dermatite atopica), Ozempic (Novo Nordisk, ipoglicemizzante), Tagrisso (AstraZeneca, cancro del polmone non a piccole cellule) e Tecentriq (Roche, carcinoma uroteliale), che potrebbero raggiungere nei prossimi anni un valore di $8 mld di vendite ciascuno.

A livello di aziende, per Evaluate Pharma Abbvie dovrebbe beneficiare delle vendite provenienti dalle nuove immunoterapie Rinvoq e Skyrizi, già lanciate per il trattamento di artrite reumatoide e psoriasi. AstraZeneca e Bristol Myers Squibb sono attese a ricavi provenienti dai nuovi prodotti oncologici; per il 2021 gli analisti si aspettano anche che Novartis ($51,0 mld di fatturato atteso) contenda a Roche ($51,3 mld) la leadership per le vendite di medicinali su prescrizione e OTC, con Abbvie di poco più dietro ($50,5 mld). 

Tra i nuovi lanci per il 2021, il rapporto di Evaluate Pharma segnala gli anticorpi monoclonali a base di aducanumab per il trattamento dell’Alzheimer (Biogen/Esai, che però hanno ricevuto un’opinione sfavorevole dall’advisory committee di FDA) ed efgartigimod (Argenx) contro la malattia autoimmune mediata da Ig-G.