Lo studio sulle New Genomic Techniques (NGTs), da poco pubblicato dalla Commissione europea sul suo sito, fornisce una definizione delle tecniche di editing genomico quali “tecniche in grado di alterare il genoma di un organismo, aventi il potenziale di contribuire a un sistema alimentare più sostenibile come parte degli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia ‘Farm to Fork’”.
Lo studio risponde a una richiesta in tale senso posta a novembre 2019 dal Consiglio dell’Unione europea e sarà ora oggetto di discussione all’interno della riunione dei ministri dell’Agricoltura dei paesi membri prevista per maggio. Il documento intende contribuire a promuovere produzioni agricole più sostenibili sul suolo europeo, ha sottolineato il Commissario per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides: “Seguendo il principio guida della sicurezza dei consumatori e dell’ambiente, è ora il momento di avere un dialogo aperto coi cittadini, gli stati membri e il Parlamento europeo per decidere congiuntamente come proseguire nell’uso di queste biotecnologie nell’UE”.
Rivedere la legislazione sugli organismi OGM
Uno degli elementi principali emersi dallo studio evidenzia come l’attuale legislazione europea in tema di organismi geneticamente modificati, risalente al 2001, sia ormai inadeguata a riflettere le sfide poste dalle nuove tecnologie oggi disponibili. La Commissione proseguirà sulla strada per arrivare a definire il nuovo quadro legale per il settore con la pubblicazione, nei prossimi mesi, di un impact assessment e con la conduzione di consultazione pubblica.
Le tecnologie di editing genomico hanno visto uno sviluppo esponenziale soprattutto nell’ultimo decennio, e permettono di modificare in modo rapido, efficiente e poco costoso il genoma dell’organismo target. Finora vietati in agricoltura all’interno dell’UE, gli organismi così ottenuti sono già una realtà applicativa in altre aree geografiche, come il Nord America. Tra i benefici apportati dagli interventi sul genoma delle piante vi sono una maggiore resistenza ai parassiti (con conseguente minor bisogno di pesticidi nocivi), alle malattie e alle condizioni climatiche estreme. Anche le qualità nutrizionali possono venire ottimizzate, ad esempio riducendo le quantità di sostanze dannose presenti e aumentando, invece, quelle delle sostanze benefiche per la salute umana.
I punti di attenzione
L’uso di organismi geneticamente modificati ha sempre sollevato molti dubbi per quanto riguarda il possibile impatto sulla salute umana, animale e dell’ambiente. Preoccupazioni che sono state analizzate anche all’interno dello studio della Commissione, ad esempio a livello della biodiversità e della possibile coesistenza di piante “organiche” e geneticamente modificate. Anche gli aspetti di etichettatura dei prodotti che ne derivano vanno meglio considerati. Lo studio sottolinea come i risultati ottenuti siano molto variabili a seconda della specifica tecnica di editing genomico utilizzata, e che alcuni prodotti ottenuti da piante NGT potrebbero essere considerati altrettanto sicuri per la salute umana e animale che quelli derivati da agricoltura tradizionale.