Giorgio Bruno – Presidente AFI

Ha preso ufficialmente il via con la presentazione in grande stile dello scorso febbraio nel centro di Milano il conto alla rovescia verso il 62esimo appuntamento con il Simposio di Associazione Farmaceutici Industria in calendario al Palacongressi di Rimini dal 7 al 9 giugno prossimi, dal titolo “La Filiera della Salute: motore di Sviluppo per il Paese”. Si tratta del secondo evento destinato a svolgersi interamente in presenza dopo i forzati restyling imposti dalle misure di contenimento dell’ondata pandemica da Covid-19 nel biennio 2020-2021. Chiaramente, il diffondersi del virus e le lezioni che i player e le istituzioni hanno avuto modo di apprendere a causa di esso continuano a orientare il dibattito e a spingere l’innovazione. Tuttavia, il settore o meglio i settori cui AFI dà tradizionalmente voce sono per natura vocati all’evoluzione e quindi ben disposti al cambiamento e i temi portanti del meeting d’inizio giugno in Romagna lo dimostrano. Alcuni di questi sono stati messi sul tavolo e discussi da Notiziario Chimico Farmaceutico in occasione di una recente intervista col presidente associativo Giorgio Bruno.

Esponenti di una filiera fondamentale

Proprio in tempi di allarme pandemico la supply chain della quale AFI è espressione ha confermato la sua importanza cruciale per il benessere dell’intero Paese e il concetto è stato inevitabilmente sottolineato da Bruno. «Quella della salute – ha esordito – è una filiera fondamentale anche perché garantisce opportunità di occupazione di elevato livello qualitativo e genera, con le sue importanti e numerose punte di eccellenza, investimenti rilevanti in ricerca e sviluppo e in tecnologie innovative. Guardando alla nostra Penisola è impossibile non osservare la capillare presenza di produttori di primo piano nel mondo e il primato degli stanziamenti dedicati alla qualità. L’industria tricolore è estremamente competitiva e diversificata e a fronte di ciò è a pieno titolo un driver dell’economia». A maggior ragione se si pensa alla sua capacità di proporsi e giocare da protagonista sugli scenari di più grande interesse per il futuro: ne è esempio «il comparto biotech», secondo Giorgio Bruno, ove «molte sono le autentiche eccellenze nazionali». Ed è il simbolo di un’attività in grado di «valorizzare e mettere al primo posto tutto quello che porta con sé un carico di innovazione». Proprio le biotecnologie saranno oggetto di argomentazioni approfondite durante più sessioni e tavole rotonde; l’information technology e la digitalizzazione sono le fondamenta sulle quali, inevitabilmente, dovrebbe poggiare la loro crescita.

La sicurezza dai dati e la sicurezza dei dati

«Un progresso rapido – ha proseguito il presidente – caratterizza anche le terapie avanzate e tocca sia gli aspetti della sicurezza sia quelli dell’accessibilità alla più vasta possibile platea di pazienti. Come detto, la catena di approvvigionamento della salute non si è mai fermata, neppure nei momenti più critici, ed è sempre stata in grado di dare risposte tempestive ai bisogni dei cittadini. Una delle sfide ha riguardato e continuerà a riguardare il punto-chiave della tracciabilità dei farmaci lungo le varie fasi del trasporto; la loro integrità e quindi quella dei dati. L’integrazione dei sistemi IT è un traguardo da perseguire e così pure la definitiva affermazione della firma digitale. Tutto questo non può prescindere dall’attenzione nei confronti della cybersecurity, a garanzia della (conseguente) inviolabilità delle informazioni. I processi necessitano di essere monitorati costantemente perché si possa al contempo avere un adeguato controllo a 360 gradi sulla filiera». Con la sua indubbia e conclamata pervasività Internet è un pilastro del business contemporaneo. È però innegabile che possegga un lato oscuro, una faccia nascosta che i reiterati allarmi sulla pirateria (il mondo healthcare ne è fra i bersagli prediletti) mettono sempre più spesso alla luce. AFI vi ha riservato seminari mirati in passato e non intende astenersi dal fare formazione in avvenire.

Consolidare la cultura

«Stiamo lavorando – ha commentato in proposito l’intervistato – sul fronte dell’esposizione agli attacchi, sottolineando il crescente valore del patrimonio dei dati e raccomandando il monitoraggio dei differenti e molteplici passaggi della catena. Quella ingaggiata con gli hacker è una lotta che talvolta può sembrare impari: non per questo bisogna estraniarsene. Le reti vanno consolidate di pari passo con la cultura delle persone e il relativo diritto alla riservatezza, l’agognata privacy. Specie se si parla di telemedicina e terapie digitali, il paziente dev’essere messo al 100% al sicuro». Altre sono le evoluzioni o ancor più le rivoluzioni che già stanno scuotendo il panorama scientifico nella sua interezza, a iniziare dall’avvento più significativo e massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale. Ma non solo. «Facciamo – ha argomentato Bruno – formazione e informazione. Il ruolo determinante della sicurezza informatica deve essere chiaro a tutti e spiegarlo è una delle nostre più urgenti mission. C’è però dell’altro: penso per esempio alle Buone Pratiche di Fabbricazione (GMP o Good manufacturing practice) e di distribuzione (GDP) o all’analisi dei processi di produzione. Siamo pienamente orientati a Industria 4.0: ora però i nostri ambienti devono essere salvaguardati». Tanto nel Pharma quanto altrove la transizione digitale è sinonimo di passaggio generazionale: le leve più giovani devono essere primattrici del cambiamento e di questo AFI è del tutto consapevole.

Capire il presente, anticipare il futuro

«Su questo come su altri argomenti – ha detto Giorgio Bruno – i nostri giovani sono chiamati a dire la loro e credo che le Sessioni a essi dedicate (sotto l’egida di Farmaceutica Younger e non soltanto) possano suscitare enorme interesse. Non a caso aspettiamo per queste il definitivo via libera alla partecipazione di alcuni grandi nomi dell’industria. È percepibile per le nostre attività un cambio di passo e di paradigma per il quale è necessario uno sforzo di comprensione del quadro attuale e del possibile framework futuro; è necessario cioè proiettarsi in avanti verso l’evoluzione dei processi, degli impianti e i prodotti di nostra pertinenza». Non è esclusivamente una questione di tecnologie, bensì pure di normative: sono a loro volta attraversate da continui mutamenti e districarvisi non è sempre impresa semplice. «Gli associati ad AFI – ha puntualizzato qui il presidente – devono poter disporre di strumenti validi e conoscenze alla luce dei quali riescano a confrontarsi con le istituzioni, il settore regolatorio, gli altri player dell’industria. Nondimeno, è decisivo il dialogo con le università. Solo coltivando la relazione con questi interlocutori, tutti rappresentati a Rimini, è possibile governare questa fase di passaggio in maniera efficace e facendo sì che il digitale, acceleratore di processi, non ci si ritorca poi contro. La rolling review sui vaccini e l’immediata disponibilità loro e dei farmaci ha dimostrato la preziosità del connubio fra industria farmaceutica e nuove tecnologie. È una best practice della quale si deve far tesoro per indirizzare la sperimentazione e garantire un servizio ancora migliore al cittadino. Ripeto: l’orizzonte è la telemedicina, ma a essa dobbiamo poterci affidare in totale serenità. Il PNRR vi destina risorse importanti, analogamente a quelle stanziate per il Fascicolo Sanitario Elettronico».

Col supporto delle istituzioni

Già organizzata con successo nel 2022, è in programma anche quest’anno la Piazza delle Donne, a sua volta pronta a ripresentarsi tuttavia in una veste parzialmente rinnovata. «Nella passata edizione – ha ricordato Bruno – la Piazza è stata più che altro il teatro di una narrativa di esperienze, mentre durante il Simposio del prossimo giugno le relatrici si confronteranno su tematiche specifiche inerenti il mondo della Salute. Le donne, come hanno testimoniato altri recenti incontri curati da Farmindustria, sono impegnate in prima linea e con funzioni di elevato profilo tanto nell’industria quanto nel regolatorio e la loro importanza è da sempre riconosciuta in toto da AFI». Il momento appare propizio anche per quel che attiene al rapporto con le istituzioni: il Ministero per la Salute, l’Agenzia del Farmaco e l’Istituto Superiore di Sanità sono sponde collaboranti e aperte alle esigenze del settore in un’ottica di crescita comune. L’auspicio è che le sinergie si facciano sentire – e magari coinvolgano l’Europa – pure sul tema dell’autonomia dall’approvvigionamento di materie prime dai Paesi asiatici; quindi, sul rientro o riavvicinamento della manifattura in Occidente. «Servono tempi di approvazione certi per il nostro prodotto – ha concluso Bruno – e una burocrazia più snella: una migliore governance della filiera, insomma. Gli atti legislativi, senza allentare i controlli, devono favorire l’innovazione e quindi l’accessibilità delle cure per i cittadini. La velocizzazione dei processi è anche un traino per gli investimenti. L’approvazione dei decreti attuativi sulle sperimentazioni cliniche è stato un passo avanti di grande importanza anche perché in sperimentazione ci sono farmaci biologici e biotech, che rappresentano altrettanti elementi di attrattiva per gli investimenti e fattori di competitività, di qualità di vita e successo dell’industria».

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