Si è aperto lo scorso 27 aprile il secondo bando del Ministero della salute per potenziare il sistema della ricerca biomedica in Italia, previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). I 310 milioni di euro totali, erogati attraverso il finanziamento NextgenerationEu, supporteranno le proposte di progetto nell’ambito della linea d’investimento “2.1 – Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del Ssn”, in riferimento al programma quadro europeo Horizon Europe (Regolamento (UE) 2021/695). Il nuovo bando fa seguito a quello conclusosi a fine ottobre 2022, con la pubblicazione della graduatoria definitiva.

I fondi disponibili per il secondo bando permetteranno di finanziare, più in particolare, progetti di ricerca nel campo dei tumori rari, per un totale di 50 milioni di euro. Obiettivo di questa linea di ricerca è il rafforzamento della capacità di risposta dei centri di eccellenza presenti in Italia e la messa a punto di modelli innovativi che migliorino la qualità complessiva della presa in carico. Altri 3 milioni di euro (derivati dalla quota di finanziamento non assegnato con il precedente avviso) sono stati destinati alle malattie rare, coi medesimi obiettivi. 

Le malattie croniche non trasmissibili, ad alto impatto sui sistemi sanitari e socio-assistenziali, potranno godere un finanziamenti per oltre 30 milioni di euro, per progetti di ricerca su fattori di rischio e prevenzione o eziopatogenesi e meccanismi di malattia. A questi si aggiungono oltre 160 milioni di euro per progetti di ricerca su innovazione in ambito diagnostico e terapeutico

Ai progetti proof of concept, infine, sono stati destinati oltre 65 milioni di euro, con l’obiettivo di colmare il gap tra ricerca e industria che si crea nell’intervallo tra la fase di scoperta e quella di messa a punto.

I progetti finanziati dal bando avranno durata biennale e possono essere presentati da Regioni e Province autonome, Istituto superiore di sanità, INAIL, Agenzia per i servizi sanitari regionali, IRCCS pubblici e privati, istituti zooprofilattici sperimentali, aziende ospedaliere e sanitarie locali, aziende ospedaliere universitarie e altri enti del servizio sanitario nazionale, con esclusione delle  strutture private accreditate, oltre che università, enti di ricerca pubblici e soggetti privati no profit.

Il bando specifica criteri specifici per l’assegnazione dei fondi, tra cui il fatto che almeno il 40% del finanziamento richiesto sia assegnato a soggetti attuatori aventi stabile organizzazione delle attività di ricerca nel Mezzogiorno. Altri criteri riguardano il garantire almeno il 30% di ricercatrici collaboratrici principali, il rispetto delle quote per i giovani ricercatori (età inferiore ai 40 anni), sia per il personale con rapporto di lavoro già in essere, sia per i giovani ricercatori da assumere.

Il bando descrive anche nel dettaglio la procedura di valutazione delle proposte presentate, basata su una prima selezione preliminare riguardante il gruppo di ricerca a cui farà seguito una fase di valutazione peer review e di audit delle proposte.