Ho appena terminato di preparare una presentazione in cui parlerò di Supply Chain nel mondo Healthcare ed andrò a raccontare di come, in un contesto di forte cambiamento, la digitalizzazione dei processi è ormai diventata un must. Digitalizzazione dei processi che verrà governata ed opportunamente indirizzata, si spera, da manager il cui compito prevalente è quello di fare uso delle proprie competenze per poter, quando le circostanze lo richiedono, reinventare i processi per renderli adeguati alle nuove richieste del contesto, più efficienti e nello stesso tempo più efficaci. Le nuove tecnologie sono a supporto della digitalizzazione e conseguentemente della semplificazione con eliminazione laddove possibile di quanto oggi affidato essenzialmente alla carta. Peccato che accanto a questa decisa cambiamento di rotta ci si imbatta ancora in comportamenti del tutto “conservativi” che appartengono ormai, oserei dire, al medioevo…

A tale proposito citerò due episodi che mi sono accaduti recentemente, uno che coinvolge una multinazionale del settore automotive, un’altra che coinvolge un ente pubblico. Possiedo un’auto non di primo pelo, ma neppure da rottamare. Una vettura di un buon livello dotata di tutti gli accessori tecnologicamente avanzati, tra cui un navigatore “proprietario” con CD delle mappe. Volendole aggiornare, mi sono sentito chiedere oltre 400€ per un CD e una rielaborazione della memoria che gestisce la mappa stessa sul navigatore. Non commenterò qui la mia risposta, peraltro condivisa pienamente dal concessionario cui mi sono rivolto.

Secondo episodio; dovendo completare la documentazione per formalizzare con un ente universitario la convenzione con l’azienda in cui collaboro, mi è stato richiesto di produrre, tra gli altri, un documento accompagnato dal marca da bollo. Lavoro in provincia di Monza e Brianza, non in periferia. Ebbene ho girato ben cinque tabaccherie prima di trovarne una che, dotata di tecnologia adeguata, ha provveduto a “stamparmi” in tempo reale la marca da bollo; o meglio, stampare sul supporto che ben conosciamo l’importo e “la targa”. Mi chiedo, non è possibile semplificare queste operazioni facilitando il pagamento online ed eliminando carta, tempo e stampante? Ma già, questa decisione di sopprimere la marca da bollo come “pezzo di carta” potrebbe turbare molti, certamente non chi si aspetta di vedere la dematerializzazione di quanto possibile.

Mi scuso per queste divagazioni, che sono però secondo me significative del perché la digitalizzazione dei processi procede a macchia di leopardo e torno, come mio solito, a dare alcuni consigli al lettore indicando gli articoli della rivista che reputo più innovativi e quindi meritevoli di maggior attenzione.

Su questo numero della rivista avrete modo di leggere tre articoli che, da prospettive differenti, propongono il tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie di digitalizzazione per quanto riguarda le nuove terapie e quindi il coinvolgimento del paziente. A tale proposito propongo come prima lettura l’articolo di Giuliana Miglierini, dal titolo “Il punto sull’innovazione digitale in medicina”, dove tramite l’intervista con la dr.ssa Chiara Sgarbossa, direttrice Osservatorio Life Sciences, Politecnico di Milano, apprendiamo quali sono attualmente i trend nell’utilizzo delle tecnologie abilitanti, siano esse costituite da software, piuttosto che da wearable hardware, se non da elaborazione di dati attraverso strumenti di IA. Trovo molto interessante la rappresentazione di pagina 41, dal titolo “Possibile modello di business platform-based per le terapie digitali” che mostra le interazioni dirette tra il paziente ed i vari attori che operano con differenti finalità nell’ambito della tutela della sua salute. Altrettanto interessante la seconda parte dell’articolo dove viene preso in esame un tema di fondamentale importanza; la protezione dei dati a tutela della privacy del paziente.

Il secondo articolo è redatto da Viviana Persiani, “Digital therapeutics, il futuro è alle porte”; in questo caso la persona al centro dell’intervista è il professor Gualberto Gussoni, Direttore Scientifico Centro Studi FADOI. Interessante l’analisi attraverso la quale si prendono in considerazione le criticità attuali per la gestione delle malattie croniche, la cui incidenza rappresenta circa il 70-80% del Fondo del Servizio Sanitario Nazionale che è dedicato alla gestione di queste patologie. In una situazione di contesto dove il paziente è sempre più partecipe ed interessato al proprio percorso di cura, il ricorso a queste nuove modalità digitali di interazione trovano una facilità di utilizzo. Un caso pratico che viene citato è relativo alla cura della depressione del paziente. Purtroppo, il rovescio della medaglia è che in Italia nessuna terapia digitale al momento è riconosciuta e regolamentata; questo è un peccato in quanto la possibilità di utilizzo di queste terapie, che risultano essere più efficaci delle tradizionali, permettere significativi risparmi al SSN per quanto riguarda la contribuzione ai costi.

Il terzo articolo, a cura di Francesca Morelli tratta un tema estremamente attuale “Cybersecurity e nuove normative: vantaggi e limiti per la ricerca clinica”; l’articolo riprende una sessione specifica dell’ultimo simposio AFI dello scorso giugno, in cui, con la regia di Lorenzo Cottini e la moderazione di Giudo Fedele, Francesco Scaccabarozzi e Francesca Vaccari, tutti colleghi AFI esperti nell’ambito della Sperimentazione Clinica, vengono affrontati i vari temi impattanti l’utilizzo di queste tecnologie in ambito ricerca clinica. Raccomando di leggere con attenzione quanto relazionato nell’ordine da Gian Paolo Baranzoni AFI, in tema di Sistemi Informativi, gestione di processi, nonché di strategie di Data Loss Prevention, e di Best Practices con chiaro riferimento alla ISO 27000, da Stefano Piccoli ed Elena Ciuchini sull’importante argomento della Firma elettronica e dei suggerimenti per la miglior scelta. Completa l’articolo una ampia carrellata sugli aspetti legali e di privacy trattati da Silvia Stefanelli, AFI e da Barbara D’Alessio presidente LIRH.

Auguro a tutti una buona lettura.