Questa operazione consente di disporre di strumenti e campioni di misura che restituiscono informazioni affidabili. Affinché ciò avvenga in modo corretto, però, è necessario l’intervento di un ente di accreditamento di terza parte indipendente. Ne abbiamo discusso con Rosalba Mugno, Direttrice Dipartimento Laboratori di taratura Accredia

Roberta Mugno, Accredia

Con il termine “taratura” de- finiamo un’operazione che conferma le caratteristiche metrologiche dello strumento, eseguita in condizioni specificate, che in una prima fase stabilisce una relazione tra i valori di una grandezza – con le rispettive incertezze di misura – forniti da campioni di misura, e le corrispondenti indicazioni com- prensive delle incertezze di misura associate, e in una seconda fase usa queste informazioni per stabilire una relazione che consente di ottenere un risultato di misura a partire da un’indicazione. Per approfondire l’argomento e scoprire quali sono le sfide future abbiamo interpellato Rosalba Mugno, Direttrice Dipartimento Laboratori di taratura Accredia.

Prima di inoltrarci in modo approfondito nel tema al centro di questa intervista, potrebbe chiarirci cosa si intende con il termine taratura?

Il passaggio più delicato nel parlare di taratura è proprio chiarire cosa sia. La taratura consente di determinare le informazioni da conoscere per un uso corretto delle indicazioni fornite da uno strumento e dei valori di un campione di misura. Queste informazioni devono essere affidabili per un arco temporale definito, solitamente compreso tra una taratura e la successiva. Si intuisce dunque l’importanza che la taratura riveste nel rendere affidabile la misura restituita dallo strumento e dal campione. In questa sede risparmio la definizione ufficiale del documento di riferimento per la metrologia, ovvero il Vocabolario Internazionale delle Misure (VIM) disponibile online sul sito https://www.ceinorme.it/strumenti-online/vim-vocabolario-interna- zionale-di-metrologia/vim-app/, ma segnalo che, in qualunque ambito, dal meccanico al chimico, dall’elettrico al farmaceutico, la taratura consente di disporre di strumenti e campioni di misura che restituiscono indicazioni corrette ovvero, in linguaggio scientifico, misure metrologicamente riferibili. Il concetto di riferibilità metrologica è ciò che scientificamente lega una misura alla sua correttezza e alla sua affidabilità. Attraverso la taratura, infatti, lo strumento o il campione di misura restituisce un’indicazione che è posta in relazione con un riferimento meglio conosciuto della grandezza realizzata. A titolo di esempio, il volume di liquido misurato da una pipetta, mediante la taratura di quest’ultima, è posto in relazione con un volume di riferimento meglio noto. Inoltre, se è necessario correggere, grazie alla taratura si possono conoscere gli errori propri della scala di misura della pipetta stessa. In conclusione, la taratura è l’insieme delle operazioni eseguite su uno strumento o su un campione di misura, che restituiscono una sorta di sua fotografia.

Perché è così importante realizzare un buon processo di taratura di strumenti e campioni?

Per rispondere brevemente alla domanda devo tornare sull’obiet- tivo della taratura, che è rendere metrologicamente riferibile la misura fornita da uno strumento o da un campione di misura, e approfondire il concetto di riferibilità metrologica che ne è alla base. La riferibilità metrologica è un attributo associato alle indicazioni degli strumenti di misura e ai valori dei campioni di misura. Indicazioni di misura sono per esempio la temperatura restituita da un termometro o il valore attribuito a una proprietà di un campione di misura, come la massa di un peso. Affermare che l’indicazione fornita da uno strumento di misura è metrologicamente riferibile, significa affermare che quel valore è riconducibile, attraverso una catena ininterrotta di confronti, alla realizzazione primaria della sua unità di misura. Unità di misura come il Kelvin per il termometro, o il grado Celsius, e il chilogrammo per la massa. Ogni confronto comporta una misura e il risultato di una misura è composto dal suo valore, dall’unità di misura e dall’incertezza con cui il valore è stimato attraverso la misura stessa. Quindi ogni misura, più che restituire un solo valore, restituisce un insieme di valori, tutti probabili, e siccome ci sono dei confronti, per ogni confronto sono note le incertezze che si compongono nell’incertezza del valore restituito. Solo se il valore è metrologicamente riferibile, può essere utilizzato nelle successive operazioni di una misura in cui è coinvolto lo strumento o il campione tarato. La taratura restituisce dunque il valore dell’errore commesso dallo strumento o il valore della proprietà del campione, con la sua unità di misura e la sua incertezza. Di conseguenza, se si conosce l’errore, e se questo è significativamente grande, si può correggere. In sintesi, la taratura consente di correggere la misura fornita dallo strumento e, se è fatta bene ovvero rispetta il concetto di riferibilità metrologica, la correzione è affidabile.