La “Dichiarazione di Budapest” (link), formulata dai ledear europei nel corso dell’incontro informale del Consiglio europeo dell’8 novembre scorso, conferma l’impegno a fare dell’Unione il primo continente neutrale sul piano climatico e coniuga tale obietivo con quello di rendere l’UE sempre più competitiva, innovativa, produttiva e sostenibile.

I dodici punti della Dichiarazione

La Dichiarazione di Budapest pone le basi dell’annunciato Competitiveness Deal e richiama la necessità di un’azione decisa e di sforzi collettivi per perseguire dodici diversi driver di competitività.

Il pieno funzionamento del Mercato Unico è solo il punto di partenza per sbloccare il potenziale innovativo e d’investimenti e per promuovere convergenza e crescita. La richiesta alla Commissione è di presentare entro giugno 2025 una strategia orizzontale in tal senso. Il 2026, invece, è l’obiettivo temporale posto per la creazione dell’Unione dei Risparmi e degli Investimenti, per realizzare gli urgenti progressi in tema di Unione dei mercati dei capitali e per avanzare anche in tema di Unione bancaria.

Le nuove politiche industriali europee dovrebbero puntare su rinnovamento delle imprese e decarbonizzazione, con particolare attenzione alla transizione dei settori tradizionali. A ciò si dovrebbe affiancare una forte semplificazione del quadro normativo, con riduzione degli aspetti amministrativi, regolatori e di reporting, in particolare per le piccole e medie imprese. Una delle richieste alla Commissione è di ridurre di almeno il 25% il reporting entro la prima metà del 2025.

I leader europei hanno sottolineato anche la necessità di aumentare la capacità e preparazione alla difesa, con rafforzamento della base tecnologica e industriale del settore. Sul fronte della ricerca, la Dichiarazione conferma l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo di una spesa in R&I pari al 3% del prodotto interno lordo UE entro il 2030 e di lavorare alla “quinta libertà” proposta dal rapporto Letta.

In campo ambientale, è confermato l’obiettivo strategico di conseguire entro il 2050 la sovranità energetica e la neutralità climatica, attraverso la creazione di una Unione dell’Energia pienamente integrata e interconnessa al mercato energetico. I leader europei hanno anche confermato l’impegno a creare un nuovo modello di economia circolare, con sviluppo di un mercato integrato per i materiali secondari, in particolare quelli critici, che dovrebbe essere al centro dell’annunciato Circular Economy Act.

Un’accelerazione della trasformazione digitale in tutti i settori industriali dovrebbe supportare, secondo la Dichiarazione, il rafforzamento della capacità industriale europea. L’invito alla Commissione è di presentare le proposte a riguardo entro il primo semestre del 2025.

Il raggiungimento degli obiettivi del Pilastro europeo dei diritti umani dovrebbe, invece, vedere un impegno sul fronte della valorizzazione dei talenti e delle competenze, a supporto di posti di lavoro di elevata qualità. I leader hanno anche ribadito l’impegno nei confronti del dialogo sociale e delle ineguaglianze. 

Gli interessi commerciali europei dovrebbero venire salvaguardati lavorando in ambito WTO a politiche commerciali robuste, aperte e sostenibili, che puntino a diversificazione, resilienza e partnership internazionali. La Dichiarazione di Budapest indica infine l’obiettivo di dar vita a un settore agricolo competitivo e sostenibile, in grado di offrire un quadro stabile agli agricoltori e a rafforzare la posizione europea nella catena alimentare. 

Le reazioni delle associazioni

La Dichiarazione di Budapest ha visto i commenti di alcune associazioni industriali del mondo lifescience.

EuropaBio, ad esempio, ha riaffermato l’importanza strategica del settore delle biotecnologie e del biomanufacturing, con impatti che abbracciano molti settori industriali strategici.

Anche MedTech Europe ha ben accolto la Dichiarazione, sottolineando in una nota la richiesta ai leader europei di riconoscere in modo esplicito il settore delle tecnologie medicali tra i pilastri strategici per l’implementazione del Competitiveness Deal.
MedTech Europe chiede, in particolare di procedere alla riforma strutturale del sistema regolatorio basato sugli attuali regolamenti MDR e IVDR e alla sincronizzazione delle normative orizzontali, quali ad esempio quelle relative alla sostenibilità o alle politiche digitali. Sarebbero anche necessari investimenti mirati in ricerca e innovazione nel campo delle tecnologie medicali e investimenti strategici per dar vita a sistemi sanitari più efficienti e sostenibili.