Glecaprevir/pibrentasvir (Maviret), che ha già ottenuto la rimborsabilità da AIFA, permette di eradicare a livello individuale l’infezione sostenuta da qualunque genotipo di virus dell’epatite C in 2 o 3 mesi (a seconda del genotipo e dell’eventuale presenza di cirrosi) nel 95% dei casi. Questo farmaco, quindi, raddoppia la percentuale di successo rispetto alle precedenti terapie immunomodulanti e contribuisce all’obiettivo di salute pubblica di eliminare il virus (cioè evitarne la circolazione nella popolazione).

Il piano di eradicazione dell'epatite C può contare sulla combinazione glecaprevir/pibrentasvir, già rimborsabile, che raddoppia la percentuale di successo rispetto alle precedenti terapie
Il piano di eradicazione dell’epatite C può contare sulla combinazione glecaprevir/pibrentasvir, già rimborsabile, che raddoppia la percentuale di successo rispetto alle precedenti terapie

L’introduzione del farmaco, reso disponibile nei centri pubblici nelle diverse unità operative complesse degli ospedali, di infettivologia, epatologia e medicina interna, inoltre, ha già permesso di ridurre la spesa sanitaria dedicata all’epatite C.

«La precedente terapia, che era in parte iniettiva, durava dai 6 ai 12 mesi e aveva un  successo nel 45% circa dei casi – spiega Giovanni Di Perri, professore ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Torino – Oggi, viste le caratteristiche di efficacia, affidabilità, tollerabilità e facilità di assunzione della terapia disponibile, si pretende di superare il 95%. Inoltre, la spesa per ogni singolo trattamento è scesa al di sotto del precedente trattamento».

L’epatite C in Italia e gli interventi effettuati nell’ambito del piano di eradicazione dell’epatite C

L’epatite C (o epatite cronica da virus C o HCV) provoca un processo progressivo che arriva a compromettere strutturalmente e funzionalmente il fegato. Inoltre comporta un rischio maggiore di contrarre malattie cardiovascolari e metaboliche, in particolare il diabete.

Eradicare il virus, quindi, non significa soltanto liberarsi di un’infezione del fegato, ma di un’infezione sistemica cronica che ha anche effetti su parametri vitali e che, in ultima analisi, accorcia la vita.

Si stima che in Italia ci siano circa 300.000 pazienti con epatite C diagnosticata e più del doppio di persone inconsapevoli di aver contratto l’infezione. In totale, l’HCV potrebbe aver infettato più di un milione di persone.

Dal 2014 lo scenario della terapia delle malattie epatiche da virus C è mutato. Infatti, con la disponibilità dei nuovi farmaci ad azione antivirale diretta, oggi è possibile curare la maggior parte dei pazienti, indipendentemente dallo stadio della malattia. Fino a oggi sono stati trattati 122.090 pazienti.

Sono stati realizzati due importanti interventi a livello nazionale nell’ambito del Piano di Eradicazione HCV.

Il primo è il fondo per i farmaci innovativi, che consta di 500 milioni di euro annui, dei quali la maggior parte è dedicata a farmaci per la cura dell’HCV.

Il secondo riguarda l’ampliamento dei criteri di arruolamento: da aprile 2017 tutti i pazienti affetti dal virus HCV (non più soltanto quelli più gravi, gli F3 ed F4) possono accedere alle cure con i nuovi farmaci antivirali diretti.

Secondo i Registri AIFA, dal 2017, sono stati trattati:

  • circa 7.337 pazienti da gennaio 2017 a fine marzo 2017;
  • 39.959 pazienti da marzo a dicembre 2017;
  • 12.662 pazienti da gennaio 2018 al 5 marzo 2018.

L’evoluzione delle terapie per l’epatite C

Dalla fine degli anni ’90, per oltre 20 anni, si sono avvicendate terapie inizialmente soltanto immunomodulanti. Nelle migliori circostanze, esse si dimostravano efficaci in circa il 45% dei casi e richiedevano un impegno terapeutico dai 6 ai 12 mesi. Avevano costi elevati ed effetti collaterali come ipertermia e anemia che spesso determinavano anche interruzioni del trattamento. Erano inoltre sconsigliate in alcune categorie di pazienti, come quelli con precedenti problemi psichiatrici.

A partire dal 2013 circa, sono state sintetizzate molecole con un’azione diretta contro il virus, anziché sul sistema immunitario dell’ospite (azione immunomodulante).

Giovanni Di Perri spiega che si è trattato di un’evoluzione molto rapida resa possibile dalla scoperta e realizzazione della tecnica per simulare la replicazione virale in un sistema di cellule in vitro. In veloce successione sono state individuate tre categorie di farmaci che rappresentano tre tappe diverse di inibizione del virus. Si è così arrivati a sviluppare e a disporre di molecole in grado di garantire la risposta in oltre il 95% dei casi, con tempi ridotti a sole 8 settimane. Peraltro i farmaci sono molto meglio tollerati dei precedenti grazie alla qualità e alla durata ridotta della terapia.

Costo dei nuovi farmaci e risparmio che permettono di realizzare

Nonostante il costo elevato, queste nuove terapie permettono un sensibile risparmio, sia per il paziente sia per il Sistema Sanitario Nazionale.

«In 4 anni – sottolinea Giovanni Di Perri – siamo arrivati a una spesa pro capite inferiore a quella che dovevamo sostenere quando utilizzavamo i vecchi farmaci. Bisogna poi aggiungere la riduzione dei tempi di terapia, il minor numero di esami intercorrenti e i minori effetti collaterali. In breve, siamo arrivati quindi a un processo di ottimizzazione di diagnosi e cura con costi inferiori al passato e con una percentuale di successo elevatissima».

Iniziative di sensibilizzazione sull’epatite C

Specialisti epatologi e infettivologi hanno promosso una serie di iniziative per promuovere questa nuova sfida della ricerca scientifica volta a eradicare l’epatite C in otto-dodici settimane resa possibile da glecaprevir/pibrentasvir (Maviret di AbbVie).

L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione a non sottovalutare l’infezione e favorire la collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti per individuare persone inconsapevoli di aver contratto la malattia e incoraggiare i pazienti titubanti ad abbandonare le remore legate alla precedente terapia e ad affrontare la nuova.

Le iniziative sono articolate in 4 appuntamenti nazionali a Siena, Venezia, Roma (Hotel Donna Camilla Savelli, 28 marzo 2018) e Palermo (Grand Hotel Piazza Borsa, 4 aprile 2018).