Gli esperti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, riuniti nel XVIII Congresso Nazionale, ricordano che l’Italia è prima in Europa per numero di morti legate all’antibiotico-resistenza: ogni anno si registrano oltre 10.000 decessi per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. Nei Paesi dell’Unione Europea, invece, si contano 33.000 morti.

costi antibioticoresistenza
Marcello Tavio, presidente Simit e direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona

L’antibiotico-resistenza costerà all’Italia 13 miliardi di dollari da qui al 2050. In base agli ultimi dati disponibili, desunti dal rapporto AIFA 2019 e relativi al consumo di farmaci antibiotici in Italia fino al 2017, si rileva che il 90% del consumo di antibiotici è in regime di assistenza convenzionata, ovvero in seguito alla prescrizione del Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta. È quindi soprattutto in questa “area prescrittiva” che si devono concentrare i maggiori sforzi di per rendere l’uso degli antibiotici più assimilabile a quanto avviene nel resto dell’Europa.

«Per quanto attiene il consumo di farmaci antibiotici in ambito ospedaliero – spiega Marcello Tavio, neo eletto presidente Simit e direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona – questo non si scosta dalla media europea. L’analisi per area geografica conferma un maggior consumo al Sud e al Centro rispetto al Nord, pur registrando una confortante e progressiva tendenza a un uso più attento degli antibiotici proprio nelle aree di maggior utilizzo. Luci e ombre, pertanto, che devono aiutarci a capire cosa evitare e dove andare. I dati servono a questo».

L’antibiotico-resistenza in Europa

Ogni anno si verificano in Europa più di 670.000 infezioni da batteri resistenti agli antibiotici e ci sono 33.000 decessi come diretta conseguenza di queste infezioni.

2,4 milioni di persone potrebbero perdere la vita in Europa, Nord America e Australia nel periodo 2015-2050, a causa della resistenza agli antibiotici.

L’impatto economico della resistenza antimicrobica (AMR) potrebbe avere nel 2050, nella peggiore delle ipotesi, ripercussioni più pesanti della crisi finanziaria del 2008-2009.

L’antibiotico-resistenza in Italia

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità In Italia, nel 2018, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species), si mantengono più alte rispetto alla media europea, pur nell’ambito di un trend in calo rispetto agli anni precedenti. Le percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione (29%) e ai fluorochinoloni (42%) in Escherichia coli si sono confermate molto maggiori rispetto alla media europea, anche se in leggero calo rispetto agli ultimi anni.

«È possibile – spiega Marcello Tavio – che in alcuni casi si faccia un uso sbagliato o non ottimale degli antibiotici, come nel caso citato delle resistenze dei Coli ai fluorochinoloni, dovuto al fatto che nelle infezioni urinarie si potrebbero prescrivere altri farmaci e per periodi più brevi. Il tema dell’uso appropriato della risorsa riguarda in primis la classe medica, che sta dimostrando però molta più attenzione e sensibilità sulla tematica rispetto al recente passato».

Disponibilità dei nuovi antibiotici

Per combattere la battaglia contro le malattie infettive di origine batterica servono gli antibiotici, non ci sono dubbi. Ma per combattere l’insorgenza di germi multiresistenti dovuta all’utilizzo degli antibiotici serve cultura, sensibilità e attenzione da parte di tutti, anche dei pazienti; i quali, infatti, opportunamente istruiti (e non soltanto dal medico, quando sono malati, ma anche dai media quando sono sani) potrebbero accettare volentieri l’idea di non sprecare (se non serve) l’antibiotico oggi, per non prendere un’infezione più grave e meno curabile domani. Ecco quindi l’importanza dei giornalisti e dei giornali, cartacei o elettronici che siano.

«Se ragioniamo sul futuro, dobbiamo distinguere fra un futuro con intervento e un futuro senza intervento – conclude Marcello Tavio. – Se non interveniamo in maniera decisa e duratura, coinvolgendo la società civile e le istituzioni al pari del sistema sanitario in tutti i suoi gangli come le aziende farmaceutiche che scoprono e producono nuovi antibiotici, il futuro è nero. In un recente scenario privo di interventi correttivi, elaborato a cura dell’OMS, entro il 2050 la prima causa di morte saranno le infezioni da germi resistenti, con un numero di vite perdute (10 milioni) pari al numero di morti che il cancro causa attualmente. Se invece, per paura o per saggezza, interveniamo (e abbiamo tutto il tempo, le energie e le risorse per farlo) fra 10 anni parleremo d’altro».

L’antibiotico-resistenza al XVIII Congresso Nazionale SIMIT

Si è parlato di antibiotico-resistenza e dei suoi costi a Palermo durante il XVIII Congresso Nazionale SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, presieduto da Antonio Cascio e Luigi Guarneri. Durante l’appuntamento si è discusso anche sul piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza nonché sull’attuazione del piano nazionale AIDS e sul sempre attuale problema delle vaccinazioni, soprattutto nel paziente a diverso titolo non immunocompetente.

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