Il ventesimo call della Innovative Medicines Initiative (IMI2 – Call 20) dovrebbe essere pubblicato sul portale Funding and Tender Opportunities della Commissione europea il 21 gennaio prossimo; le bozze degli argomenti proposti per le ricerche in campo life sciences sono già consultabili sul sito di IMI. Ne riepiloghiamo le linee essenziali per i lettori. La pagina dell’Iniziativa annuncia anche un secondo call per il 2020, che dovrebbe venire lanciato in modo ufficiale a fine giugno.

Nuovi approcci per l’artrite psoriatica

Il primo argomento di ricerca verte sull’utilizzo delle tecnologie emergenti per migliorare l’approccio alla diagnosi, al trattamento e al monitoraggio della progressione dell’artrite psoriatica, una malattia cronica autoimmune che provoca problemi sia a livello di articolazioni che della pelle e delle unghie. Di solito le manifestazioni cutanee della patologia si manifestano prima (anche fino a sette anni) di quelle che interessano le articolazioni, che toccano circa il 20-30% dei pazienti.

Risulta quindi interessante focalizzare la ricerca su metodologie che permettano una diagnosi precoce, in grado di supportare l’identificazione dell’approccio terapeutico più adatto al singolo caso e di prevedere il possibile decorso della malattia. Gli obiettivi del programma di ricerca sono stati individuati dal Group for research and assessment of psoriasis and psoriatic arthritis (Grappa) e includono la possibilità di diagnosticare precocemente l’artrite psoriatica sia nei pazienti che hanno già sviluppato la psoriasi che in quelli che ne sono ancora esenti. Dovrebbe anche venire migliorata la capacità di predire la comparsa della forma artritica della malattia nei pazienti psoriatici, utilizzando a tal fine biomarcatori specifici di tipo genetico, epigenetico, transcrittomico, proteomico o clinico. Le moderne tecnologie dell’intelligenza artificiale e del machine learning sono indicate quali strumenti principe per raggiungere l’obiettivo proposto. Un algoritmo specifico da sviluppare nel corso dell’azione dovrebbe permettere infine di stimare la risposta attesa ai trattamenti per ogni paziente. L’azione prevede anche la creazione di una banca dei tessuti, in una prospettiva di futura sostenibilità, organizzata dal consorzio di ricerca e accessibile ai partecipanti al progetto.

Ottimizzare lo sviluppo dei vaccini

Al tema sempre caldo dei vaccini è dedicato il secondo topic, che punta ad accelerare le modalità di sviluppo di questo tipo di prodotti, che le stime indicano attualmente richiedere circa 11 anni di tempo e 800 milioni di euro d’investimenti. Anche in questo caso, le nuove tecnologie informatiche sono attese poter aiutare nell’ottimizzazione del processo di sviluppo, in un progetto che dovrebbe procedere su quattro diverse linee di ricerca: la creazione di piattaforme informatizzate per la gestione della conoscenza e il modelling matematico del sistema immunitario; lo sviluppo di nuovi modelli CHIMs d’infezioni umane controllate (in particolare per l’influenza, virus respiratorio sinciziale e il Clostridium difficile); la disponibilità di una nuova generazione di sistemi e test in vitro (organoidi e altri sistemi autoassemblanti mimici di tessuti e organi umani) e quella di piattaforme di modelling matematico in grado di ottimizzare il principio attivo del vaccino e gli attributi del prodotto utilizzati per il biomanufacturing.

Superare la resistenza ai farmaci sviluppata dai tumori

Il terzo argomento di ricerca affronta il problema della resistenza che molte cellule tumorali sviluppano a seguito del trattamento con molti dei farmaci oggi in uso per la cura delle patologie tumorali. L’azione prevista dall’IMI Call 20 punta a utilizzare le tecnologie di single-cell sequencing per meglio capire come si sviluppa tale resistenza e come poterla superare. In prima istanza le attività previste dovrebbero indirizzarsi verso i tumori degli adulti, in particolare il tumore della mammella, quello del polmone non a piccole cellule (Nsclc) e quello del colon-retto. Un 20% delle attività del progetto potrà essere rivolto anche ad altre tipologie tumorali, compresi quelli pediatrici. La bozza del Call specifica che la maggior parte delle single cells che saranno studiate all’interno dell’azione dovrebbero provenire dai partner industriali, mentre quelli accademici dovrebbero contribuire soprattutto con l’esperienza nel campo del sequenziamento e dell’analisi dei dati. Vengono anche indicate le piattaforme preferite a tal fine (Chromium (10X Genomics) e Smart-Seq2), onde poter ottenere una migliore integrazione dei dati provenienti dai diversi partecipanti al progetto.

L’azione IMI Call 20 è attesa caratterizzare la biologia delle cosiddette Drug tolerant persister cells, compresi i cammini di segnale e i processi cellulari che ne permettono la sopravvivenza ai farmaci antitumorali. Conseguenza di ciò è anche la possibilità d’identificare nuovi target terapeutici. Le tecniche di micro-imaging, inoltre, dovrebbero permettere di meglio caratterizzare le interazioni tra le cellule del tumore e il microambiente che le circonda. Gli obiettivi prevedono anche di giungere alla definizione di protocolli gold standard per la raccolta delle sigle cells e di metodi analitici core che ne permettano l’identificazione sia prima che durante e dopo il trattamento farmacologico. La messa a punto di un’infrastruttura europea per questo tipo di attività è un altro esito atteso dal progetto.

Un tripla strategia per il tumore dell’esofago

Il quarto argomento dell’IMI Call 20 si propone d’investigare meglio la possibile applicazione della terapia protonica per il trattamento del tumore all’esofago, un patologia che conta circa 570 mila nuovi casi l’anno. Questo tipo di approccio andrebbe a completare l’armamentario terapeutico a disposizione dei medici, insieme alla chirurgia e alla radioterapia, e potrebbe permettere di ridurre l’esposizione alle radiazioni dei tessuti non interessati dalla malattia. Obiettivo del Call è condurre uno studio clinico che paragoni gli esiti della “pencil-beam scanning proton therapy” rispetto alla radioterapia a intensità modulata (Imrt).

Un altro obiettivo dello studio è valutare l’utilità della terapia protonica all’interno della tripla strategia d’azione contro la malattia al fine di ridurre la tossicità cardio-polmonare dei trattamenti, migliorare il controllo loco-regionale del tumore e migliorare la sopravvivenza. Le evidenze così ottenute potranno anche essere utilizzate per raggiungere il consenso sulla metodica migliore per valutare l’utilità della terapia protonica per altre indicazioni. Il progetto prevede a tal fine di raccogliere anche dati di costo-efficacia e di coinvolgere una vasta gamma di stakeholder, tra cui anche gli enti regolatori e le associazioni di medici e pazienti.

Purezza e stabilità dei farmaci biologici

La purezza e la stabilità dei farmaci biologici, in particolare quelli a base di proteine, è al centro dell’attenzione del quinto tema di ricerca proposto dall’IMI Call 20. Obiettivo principale è determinare come le varie manipolazioni a cui vengono sottoposti i prodotti in condizioni real-world possano influenzare la qualità. Le attività del progetto dovrebbero approfondire gli effetti a livello di tutti gli stadi di preparazione, trasporto e somministrazione del farmaco biologico, compresi i passaggi di fornitura e tecnologie quali i dispositivi di traferimento a sistema chiuso. Anche le manipolazioni e le procedure di routine utilizzate dal personale medico e infermieristico negli ospedali, dai farmacisti e dai pazienti verranno prese in considerazione; l’acquisizione dei dati potrebbe comportare anche l’utilizzo di strumenti digitali  o sensori che registrino i parametri critici durante la conservazione e somministrazione del farmaco. Gli esiti dovrebbero quindi confluire in un’analisi di rischio, con individuazione delle opportune misure migliorative dell’attuale situazione.

Un obiettivo secondario di quest’azione riguarda lo sviluppo di nuove linee guida e procedure operative volte a migliorare il processo di fabbricazione e il training degli operatori. Nuove soluzioni per migliorare la stabilità dei farmaci biologici potrebbero essere un target, come pure una formazione specifica per medici e pazienti che utilizzi un mix multimediale di strumenti (video, webinar, media online e manuali creativi).

Nuovi antibiotici per la tubercolosi

All’interno dell’ampio tema dell’antibiotico-resistenza e del programma AMR Accelerator ad essa dedicata, il sesto argomento di ricerca affronta il problema dello sviluppo di nuovi farmaci in gradi di colpire i batteri Gram negativi, in particolare quelli responsabili per la trasmissione della tubercolosi. Nessun farmaco con un nuovo meccanismo d’azione contro i batteri Gram – è stato approvato negli ultimi 40 anni, nonostante i 1,7 milioni di morti che la tubercolosi ha fatto solo nel 2016 (dati Who). Obiettivo dell’azione è sviluppare nuovi regimi di combinazione (“pan-Tb regimen”) composti da almeno tre diversi farmaci e in grado di colpire tutte le forme di tubercolosi (drug-sensitive, Ds, multidrug resistant, Mdr, ed extensively-drug resistant, Xdr) in modo più efficiente e sicuro rispetto ai trattamenti oggi disponibili.  L’attesa è che dal progetto escano nell’arco di sette anni almeno dieci nuovi candidati a livello pre-clinico e almeno cinque nuovi prodotti pronti per affrontare la fase 2 di sviluppo clinico.

L’azione rivolta alla lotta alla tubercolosi sarà condotta all’interno dell’AMR Accelarator, programma a cui fanno riferimento tre pilastri fondamentali per la ricerca nel campo dell’antibiotico-resistenza: la creazione di un Capability building network (Cbn), quella di un Tuberculosis drug development network (Tbddn) e quella di Company-specific portfolio building networks (Pbn). All’interno di questo Acceleratore, i diversi progetti di ricerca potranno essere rivolti sia allo sviluppo di misure di prevenzione (come i vaccini) che di trattamento (nuovi antibiotici o altre tipologie di farmaci). L’analisi dai dati provenienti dagli studi clinici condotti dalle aziende associate ad Efpia potrebbe anche supportare la creazione di nuovi percorsi clinici o regolatori di fase 2-3. L’azione potrebbe essere supportata anche da finanziamenti aggiuntivi, oltre a quelli stabiliti all’interno dell’iniziativa IMI, come ad esempio fondi del programma Horizon 2020.

Il pilastro Cbn, che poggia sugli esiti dell’azione 7 dell’IMI Call 15, sarà volto a creare la struttura di coordinamento e supporto per tutte le attività svolte all’interno dell’Acceleratore e al sostegno della ricerca di base e pre-competitiva. Il pilastro Tbddn sarà responsabile per le attività di ricerca volte allo sviluppo di nuovi regimi pan-Tb, utilizzando anche nuovi strumenti, in modo indipendente da altre piattaforme già esistenti (come la Integrated Research Platform, Irp, o il TB Drug Accelerator, Tbda), con l’obiettivo di fornire servizi pronti all’uso per ottimizzare lo sviluppo di trattamenti di prima linea già disponibili o di nuovi approvi terapeutici.  Il monitoraggio del percorso dei nuovi candidati sarà curato dal gruppo formato in base agli esiti del topic 8 di IMI Call 15. Il pilastro Pbn, infine, sarà coinvolto nell’avanzamento in senso più ampio delle varie pipeline di R&D, con creazione di nuove partnership tra le aziende associate a Efpia e le Pmi o le università volte alla scoperta di nuovi approcci per il problema.