Il nuovo coronavirus Sars-Cov-2 ha scatenato una pandemia che dura ormai da quasi nove mesi, ha contagiato finora oltre 31 milioni di persone in tutto il mondo e danneggiato seriamente l’economia mondiale.

La malattia causata da Sars-Cov-2, COVID-19, ha ucciso oltre 960 mila esseri umani in tutto il pianeta e fino ad oggi non è ancora possibile disporre di terapie efficaci per il suo trattamento.

Caccia al rimedio contro il virus

Nel corso del 2020 si è assistito a una vera e propria corsa alla ricerca di una cura valida per combattere COVID-19: farmaci, anche quelli già in commercio per altre indicazioni terapeutiche, anticorpi prelevati da malati di COVID-19 convalescenti, vaccini.

Questi ultimi sono ritenuti la migliore arma possibile per riuscire a stroncare l’epidemia e magari a eliminare definitivamente il nuovo coronavirus.

Secondo i dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 187 in tutto il mondo i vaccini in corso di sviluppo; 38 di questi sono attualmente nella fase di sperimentazione clinica e vengono quindi provati direttamente sull’uomo.

Se, alla fine dei test previsti, uno o più di questi prodotti fossero ritenuti sicuri ed efficaci nel contrastare COVID-19, otterrebbero l’approvazione per il loro impiego di massa nella popolazione mondiale.

Addirittura, se tutto andasse bene, come si spera, le prime dosi del futuro vaccino, milioni di dosi, potrebbero già essere distribuite entro la fine del 2020, cioè tra pochissimi mesi.

Ma a chi andranno?

Piano COVAX

Per evitare che i Paesi economicamente più ricchi possano in qualche modo accaparrarsi la maggior parte delle dosi disponibili a discapito delle Nazioni più povere, l’OMS ha deciso di elaborare e coordinare un programma ad hoc, chiamato COVAX, in collaborazione con GAVI, la Vaccine Alliance, con CEPI, il Center for Epidemics Preparedness Innovations e con altri ancora. L’obiettivo è quello di comprare dosi sufficienti per tutte le nazioni della terra, comprese quelle non particolarmente ricche e non in grado di acquistare tutto quello che sarebbe necessario.

Si vuole evitare, insomma, che le Nazioni ricche possano acquistare tutte le dosi possibili e/o bloccare l’esportazione delle proprie. Comportamenti del genere, peraltro, si sono già verificati a inizio pandemia e riguardavano sia i mezzi di protezione individuale sia i ventilatori polmonari per le terapie intensive.

In sintesi, i Paesi che aderiranno a COVAX potranno godere dei seguenti vantaggi:

  • garanzia di avere accesso a un vaccino sicuro ed efficace
  • accesso a un ventaglio di potenziali vaccini e non a uno solo da parte delle Nazioni più ricche
  • aiuto economico e garanzia di parità di accesso al vaccino ai paesi meno ricchi

I numeri di COVAX

Finora hanno aderito a COVAX 156 nazioni e almeno 38 ulteriori ingressi sono previsti nei prossimi giorni. Tra coloro che hanno deciso di partecipare a COVAX c’è anche il “Team Europa”, il gruppo di Paesi rappresentati dalla Commissione Europea il cui contributo finanziario iniziale raggiungerà i 400 milioni di euro. Complessivamente, la somma di denaro raccolta finora è di 700 milioni di dollari, ma ne serviranno quantomeno 2000 alla fine di quest’anno.

COVAX è ritenuto un meccanismo vincente nella lotta contro il virus perchè vuole coinvolgere tutti. La stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella sua dichiarazione di adesione a COVAX, ha dichiarato: “sono fiduciosa che questa decisione ci avvicinerà ulteriormente al nostro obiettivo: sconfiggere insieme questo virus. Perché una cosa è chiara: non saremo al sicuro finché tutti, qui in Europa o là fuori nel mondo, non saranno al sicuro”.

Ma gli Stati Uniti e la Cina, due giganti dell’economia mondiale, non fanno parte di COVAX, almeno fino ad oggi. I primi seguono la strada degli accordi bilaterali, mentre il grande paese asiatico ha come obiettivo quello di fornire al mondo 2 miliardi di dosi di vaccino entro la fine del 2021.

Strategia di applicazione del piano COVAX

La strategia di applicazione del piano COVAX, una volta disponibile il vaccino, comprende due fasi. Nella prima, tutte le nazioni riceveranno un numero di dosi proporzionale al numero degli abitanti e sufficiente a immunizzare il 3% della popolazione (prima di tutti operatori sanitari e categorie di persone più a rischio). Verranno poi distribuiti a tutti i Paesi tante dosi quante necessarie per raggiungere la copertura vaccinale del 20% della popolazione. Questa percentuale è ritenuta sufficiente a garantire il vaccino a tutti coloro che corrono rischi maggiori come gli anziani, le persone affette da più malattie e gli immunodepressi.

Nella seconda fase, ci sarà finalmente la distribuzione delle dosi di vaccino a tutti gli altri sperando di raggiungere al più presto l’immunità di gregge. L’erogazione delle dosi si baserà su alcuni criteri, tra i quali:

  • l’andamento della curva epidemiologica, ossia il valore di Rt
  • il grado di diffusione di altre malattie contagiose come il morbillo e l’influenza
  • la situazione del sistema sanitario di un determinato Paese con particolare riferimento al grado di occupazione dei reparti ospedalieri e delle terapie intensive

Durante un briefing virtuale con la stampa, il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato: “COVAX offrirà al mondo il portafoglio più ampio e diversificato possibile di candidati vaccini. Questa non è beneficenza, è qualcosa che viene fatta nell’interesse di ogni paese del mondo. Affondiamo o nuotiamo insieme. Non è solo la cosa più giusta da fare, è anche la più intelligente”.