È stato pubblicato da EMA il report del workshop sull’uso terapeutico delle sostanze psichedeliche tenutosi lo scorso 16-17 aprile. Obiettivo dell’incontro era mettere a confronto i diversi attori coinvolti (inclusi pazienti, professionisti sanitari, accademia, industria e regolatori) per discutere del possibile sviluppo e utilizzo di sostanze a effetto psichedelico per rispondere a bisogni ancora disattesi nel campo della salute mentale.
Sostanze psichedeliche a effetto terapeutico
Le sostanze psichedeliche, sviluppate a partire dagli anni ’50-’60 del secolo scorso, producono stati alterati di coscienza che possono anche caratterizzarsi per cambiamenti di umore, percezione e pensiero. L’esempio più conosciuto di questa categoria di sostanze è la dietilammide dell’acido lisergico (LDS). Classificate a inizio degli anni ’70 come droghe ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sulle Sostanze Psicotrope, a partire da quegli anni sono cessate le attività di R&D volte al loro impiego terapeutico. Impiego che ha iniziato a ritrovare interesse negli ultimi anni, ad esempio per il trattamento di condizioni quali la depressione resistente ai farmaci, i disordini legati all’uso di sostanze, la malattia post-traumatica da stress e condizioni di disagio psicologico ed esistenziale legate al fine vita.
Il rapporto di EMA sottolinea come lo sviluppo di sostanze terapeutiche psichedeliche debba necessariamente sottostare agli stessi requisiti e standard di evidenza che si applicano a tutti gli altri medicinali in termini di valutazione del rapporto beneficio-rischio.
La peculiarità di questa possibile nuova classe di agenti terapeutici, tuttavia, pone non poche sfide sia agli sviluppatori che agli enti regolatori su come generare dati affidabili a supporto delle valutazioni compiute. Sarebbe anche necessario creare setting clinici adeguati e dedicati a fornire ai pazienti il supporto necessario all’assunzione di questa tipologia di sostanze. Non vanno infine dimenticate le possibili restrizioni alla produzione e fornitura delle sostanze psichedeliche, conseguenti alla loro classificazione come droghe controllate, e alla generazione di evidenze adeguate a a determinare la costo-efficacia del rimborso.
Il documento contiene anche considerazioni sul quadro vigente in Australia, Stati Uniti e Canada, le cui autorità regolatorie hanno partecipato al workshop di EMA.
I punti principali emersi dai lavori
Sul piano regolatorio, il rapporto sottolinea come le attività di dialogo precoce tra aziende interessante a sviluppare farmaci a base di sostanze psichedeliche e enti regolati sia un prerequisito essenziale per garantire l’allineamento dei programmi di sviluppo con i requisiti regolatori. Tra i principali elementi di criticità per la messa a punto, conduzione e interpretazione degli studi clinici, sono stati individuati la scelta del placebo e/o comparatore, l’aspettativa e l’unblinding, la determinazione delle dosi terapeutiche ottimale e il mantenimento dell’effetto. A tal fine, potrebbe venire sviluppata in futuro una nuova linea guida specifica, una volta che sia disponibile una sufficiente base di evidenze che supportino l’identificazione dell’approccio ottimale allo sviluppo di questa tipologia di medicinali e per la caratterizzazione del loro profilo beneficio-rischio rispetto all’indicazione proposta.
Il rapporto sottolinea anche come non vada dimenticata la distinzione tra gli enti regolatori che si occupano di farmaci e gli altri enti deputati a sovraintedere alla pratica della medicina, in particolare per i trattamenti che includo la psicoterapia. “Mentre le autorità di regolamentazione dei farmaci sono responsabili dell’approvazione dei nuovi medicinali, esse non regolano la pratica della medicina in sé”, si legge nel documento.
Il rapporto discute nel dettaglio tutti i diversi elementi che possono entrare a far parte dello sviluppo di sostanze psichedeliche, a partire dalle sfide aperte sul piano della selezione dei pazienti, degli studi dose-risposta, dell’uso concomitante di altri medicinali e dalla messa a punto del setting sperimentale.
Per quanto la safety, viene riassunto l’attuale livello di comprensione del profilo di sicurezza della sostanze psichedeliche e vengono proposte considerazioni sul follow-up degli studi, la raccolta e documentazione degli effetti avversi, il consenso informato, l’utilizzo di dati real-world.
Tra le sfide per l’implementazione figurano anche la classificazione legale di queste sostanze, il loro possibile uso illecito, le necessaria valutazioni HTA e le possibilità di finanziamento, nonché l’utilizzo per uso compassionevole e aspetti legati alla nomenclatura.
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