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I risultati dello studio ELIMINATE–AF dimostrano che il trattamento non interrotto con edoxaban 60 mg è efficace e sicuro nei pazienti affetti da fibrillazione atriale e sottoposti a procedura di ablazione transcatetere. Con la somministrazione di edoxaban, infatti, si è verificato un basso numero di eventi, sia tromboembolici sia emorragici.

I dati sono stati presentati da Daiichi Sankyo, durante una late-breaker session di EHRA 2019, il congresso annuale della European Heart Rhythm Association a Lisbona.

Nuovi dati su edoxaban per la FA in caso di ablazione transcatetere confermano la bassa incidenza di eventi tromboembolici ed emorragici
Nuovi dati su edoxaban per la FA in caso di ablazione transcatetere confermano la bassa incidenza di eventi tromboembolici ed emorragici

«L’ablazione transcatetere è una procedura comune ed efficace per il controllo del ritmo nei pazienti con fibrillazione atriale sintomatica. Tuttavia, essa è associata a un significativo rischio tromboembolico durante e poco dopo la procedura, perciò richiede anticoagulazione sistemica prima, durante e dopo l’ablazione – spiega Stefan Hohnloser, MD, professore di Medicina e Cardiologia, direttore del Dipartimento di Elettrofisiologia all’Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte, e sperimentatore principale dello studio – Questi risultati forniscono l’evidenza che il trattamento continuo con edoxaban rappresenta un’alternativa all’anticoagulazione continua con AVK in pazienti affetti da FA e sottoposti all’intervento. Ciò è significativo per questa popolazione complessa di pazienti e per i loro medici, poiché la gestione dell’anticoagulazione peri-ablazione è molto più facile con edoxaban in monosomministrazione giornaliera, con un basso potenziale di interazioni con altri farmaci».

Fino a poco tempo fa, i dati a supporto dell’uso non interrotto peri-procedurale di anticoagulanti orali non-AVK durante l’ablazione nella fibrillazione atriale erano scarsi. ELIMINATE-AF è stato il primo trial randomizzato controllato sull’uso di edoxaban in tale procedura.

«Siamo incoraggiati da questi risultati che rappresentano un potenziale e importante avanzamento nella gestione del rischio tromboembolico durante la procedura di ablazione transcatetere – dichiara Hans Lanz, vice presidente e capo del Dipartimento Global Medical Affairs di Daiichi Sankyo Europa – ELIMINATE-AF aiuterà a definire il ruolo della terapia non interrotta con edoxaban nel setting clinico dell’ablazione transcatetere nella FA. Questi risultati sono i primi di un ampio set di dati che saranno presentati nel 2019 e supporteranno l’uso di questo farmaco in situazioni cliniche specifiche e in un setting real-world».

Edoxaban, anticoagulante orale diretto

Edoxaban è un inibitore diretto del fattore Xa che si somministra una volta al giorno. Il fattore Xa è uno dei componenti chiave responsabili della coagulazione del sangue, quindi inibirlo significa rendere il sangue più fluido e meno incline alla coagulazione. Edoxaban è attualmente commercializzato da Daiichi Sankyo e dai suoi partner in 20 Nazioni.

Lo Studio ELIMINATE-AF su edoxaban in pazienti sottoposti ad ablazione transcatetere

EvaLuatIon of Edoxaban coMpared with VKA IN subjects undergoing cAThEter ablation of non-valvular Atrial Fibrillation (ELIMINATE-AF) è uno studio prospettico di fase IIIb, randomizzato a gruppi paralleli, in aperto con valutazione dell’endpoint in cieco, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento non interrotti con edoxaban 60 mg in monosomministrazione giornaliera, rispetto agli antagonisti della vitamina K (AVK), in pazienti affetti da fibrillazione atriale e sottoposti a procedura di ablazione transcatetere.

Per questo studio sono stati arruolati circa 600 pazienti da più di 70 centri distribuiti tra Europa, Canada e Asia. I soggetti sono stati randomizzati (2:1) per ricevere edoxaban o AVK nei 21-28 giorni pre- e nei 90 giorni post- procedura di ablazione transcatetere.

Endpoint dello studio ELIMINATE-AF

L’obiettivo primario del trial era il confronto descrittivo dell’incidenza dell’endpoint composito di morte per tutte le cause, ictus (ischemico, emorragico o indeterminato) e, anche come endpoint primario di sicurezza, i sanguinamenti maggiori (secondo la definizione ISTH) nel gruppo trattato con edoxaban e in quello trattato con antagonisti della vitamina K, dalla fine della procedura fino al novantesimo giorno/fine del trattamento.

In particolare, l’obiettivo primario di efficacia dello studio ELIMINATE-AF era il confronto descrittivo del tempo trascorso fino al primo evento (morte per tutte le cause, ictus o emorragia maggiore secondo la definizione ISTH) osservato nella popolazione per-protocol dalla fine della procedura di ablazione fino alla fine del trattamento. L’incidenza dell’endpoint primario è stata dello 0,3% (1/316) nel gruppo edoxaban e 2,0% (2/101) nel gruppo AVK (HR 0,16; 95% CI 0,02; 1,73). L’incidenza di eventi è stata bassa e simile in entrambi i bracci dello studio; la maggior parte degli eventi era correlata alla procedura. Tutti e tre gli eventi erano sanguinamenti maggiori e non si sono verificati decessi nello studio. L’aderenza ad edoxaban è stata eccellente (>97%) e il trattamento con AVK ben gestito.

L’obiettivo primario di sicurezza era il confronto descrittivo dell’incidenza dei sanguinamenti maggiori (secondo la definizione ISTH) nel gruppo edoxaban rispetto al gruppo AVK, dalla data della prima assunzione del farmaco nello studio fino al 90esimo giorno/fine del trattamento. L’endpoint di sicurezza nella popolazione mITT (intent-to-treat modificata) si è verificato nel 2,5% (10/405) nel gruppo edoxaban e nell’1,5% (3/197) nel gruppo AVK (HR 1,68; 95 CI 0,46, 6,07).

Il programma di ricerca clinica su edoxaban EDOSURE

ELIMINATE-AF fa parte di EDOSURE, il programma di ricerca clinica su edoxaban, che comprende più di dieci tra trial controllati randomizzati, registri e studi non interventistici, conclusi e ancora in corso.

Si stima che saranno più di 100.000 i pazienti arruolati in tutto il mondo, con l’obiettivo di generare nuovi dati clinici e real-world sull’uso di edoxaban nelle popolazioni affette da fibrillazione atriale e tromboembolia venosa, al fine di fornire a medici e pazienti la più ampia garanzia sul trattamento.

Daiichi Sankyo, infatti, prosegue il proprio impegno nell’ampliamento delle conoscenze scientifiche su edoxaban, come dimostrano i programmi di ricerca clinica disegnati per approfondire ulteriormente i risultati degli studi chiave ENGAGE-AF e Hokusai-VTE e valutare l’uso di questo anticoagulante orale diretto per il trattamento della fibrillazione atriale (FA) e del tromboembolismo venoso (TEV) in un’ampia gamma di condizioni cardiovascolari, tipologie di pazienti e situazioni cliniche.

EDOSURE ha l’obiettivo di generare nuovi dati clinici e real-world relativi all’utilizzo di edoxaban nelle popolazioni affette da FA e TEV e quindi di migliorare la conoscenza di questo trattamento.

Trial del programma EDOSURE

I trial randomizzati e controllati includono:

  • ENGAGE AF-TIMI 48 (Effective aNticoaGulation with factor xA next GEneration in Atrial Fibrillation), in pazienti affetti da FA con rischio moderato o alto di eventi tromboembolici,
  • Hokusai VTE (Edoxaban in Venous Thromboembolism), in pazienti affetti da trombosi venosa profonda (TVP) o da embolia polmonare (EP) o entrambe,
  • ENSURE-AF (EdoxabaN vs. warfarin in subjectS UndeRgoing cardiovErsion of Atrial Fibrillation), in pazienti con FA sottoposti a cardioversione elettrica,
  • ENTRUST-AF PCI (EdoxabaN TReatment versUS VKA in paTients with AF undergoing PCI), in pazienti con FA sottoposti a intervento coronarico percutaneo,
  • Hokusai-VTE Cancer (Edoxaban in Venous Thromboembolism Associated with Cancer), in pazienti con cancro che hanno subito un evento acuto di TEV,
  • ELDERCARE-AF (Edoxaban Low-Dose for EldeR CARE AF patients), in pazienti anziani con FA in (studio condotto in Giappone),
  • ELIMINATE-AF (EvaLuatIon of edoxaban coMpared with VKA IN subjects undergoing cAThEter ablation of non-valvular Atrial Fibrillation) in pazienti con FA sottoposti ad ablazione transcatetere,
  • ENVISAGE-TAVI AF (EdoxabaN Versus standard of care and theIr effectS on clinical outcomes in pAtients havinG undergonE Transcatheter Aortic Valve Implantation (TAVI) – Atrial Fibrillation), in pazienti con FA sottoposti ad impianto di valvola aortica transcatetere.

Registri sull’uso di edoxaban in real-world

Inoltre, i registri globali e regionali forniranno importanti dati real-world sull’uso di edoxaban e di altri anticoagulanti orali nella pratica quotidiana e comprendono:

  • ETNA-AF (Edoxaban Treatment in routiNe clinical prActice in patients with nonvalvular Atrial Fibrillation) Trattamento con edoxaban nella pratica clinica quotidiana in pazienti con FA non valvolare,
  • ETNA-VTE (Edoxaban Treatment in routiNe clinical prActice in patients with Venous ThromboEmbolism) Trattamento con edoxaban nella pratica clinica quotidiana in pazienti con TEV,
  • EMIT-AF/VTE (Edoxaban Management In diagnostic and Therapeutic procedures-AF/VTE) Gestione di edoxaban in procedure diagnostiche e terapeutiche FA/TEV,
  • Prolungamento del Registro Europeo PREFER in AF (PREvention oF thromboembolic events – European Registry) Prevenzione di eventi tromboembolici,
  • ANAFIE (All Nippon AF In Elderly) Registro dei pazienti anziani con FA in Giappone,
  • Cancer-VTE Registro in Giappone sui pazienti oncologici con TEV.

La fibrillazione atriale

La FA è una condizione in cui il cuore batte in modo rapido e irregolare. Quando ciò accade, il sangue può quindi accumularsi e addensarsi nelle camere del cuore con aumento del rischio di coaguli di sangue. Questi coaguli di sangue possono poi staccarsi e viaggiare attraverso il flusso ematico verso il cervello (o talvolta verso un’altra parte del corpo), dove possono provocare un ictus.

La fibrillazione atriale è il tipo più comune di disturbo del ritmo cardiaco ed è inoltre associata a una notevole morbilità e mortalità. Più di 6 milioni di Europei presentano già una diagnosi di FA, e si stima che questa cifra raddoppierà nei prossimi 50 anni. Rispetto a quelli che non ne soffrono, le persone con questa aritmia hanno anche un rischio di ictus 3-5 volte più alto. Un ictus su cinque è causato da FA.

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