La duplice terapia con dabigatran risulta favorevole in modo consistente nei sottogruppi di pazienti con fibrillazione atriale dopo un intervento di angioplastica coronarica con inserimento di stent.

I benefici riscontrati nelle analisi di sottogruppo sono in linea con i risultati complessivi dello studio.

I risultati presentati al Congresso AHA 2017 confermano ulteriormente i benefici di sicurezza di dabigatran.

Sotto analisi su dabigatran per FA dopo PCI con inserimento di stent
Le principali sotto analisi dello studio RE-DUAL PCI dimostrano minore incidenza di complicanze emorragiche con la duplice terapia con dabigatran, rispetto alla triplice terapia con warfarin

Boehringer Ingelheim ha condiviso i risultati di sottoanalisi dello studio clinico RE-DUAL PCI™ in occasione del Congresso AHA 2017 ad Anaheim, California.

Lo studio RE-DUAL PCI ha valutato approcci terapeutici diversi in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare dopo un’angioplastica coronarica (PCI) con inserimento di stent. È stata valutata la terapia anticoagulante con dabigatran etexilato in duplice terapia con un unico antiaggregante piastrinico, senza aspirina, rispetto alla triplice terapia con warfarin.

I risultati delle nuove sottoanalisi presentate hanno dimostrato che la duplice terapia con dabigatran offre grandi benefici consistenti in diversi gruppi pre-specificati di pazienti, tra cui:

  • coloro che assumono diverse terapie antiaggreganti piastriniche (gli inibitori del recettore P2Y12 ticagrelor o clopidogrel);
  • Pazienti con o senza sindrome coronarica acuta;
  • Pazienti con impianto di stent medicato o con impianto di stent metallico.


L’angioplastica coronarica con inserimento di stent viene eseguita per migliorare l’afflusso di sangue al cuore. Può essere necessaria nel 20-30% dei soggetti con fibrillazione atriale, già in terapia con anticoagulante orale per ridurre il rischio di ictus.
 L’attuale combinazione di terapie  antitrombotiche potenti, ovvero la triplice terapia con warfarin e due antiaggreganti piastrinici, è associata ad alte percentuali di sanguinamenti maggiori. I principali risultati di RE-DUAL PCI, presentati al Congresso ESC di quest’anno e pubblicati sul New England Journal of Medicine, hanno dimostrato percentuali significativamente più basse sia  di sanguinamenti maggiori che di  sanguinamenti non maggiori clinicamente rilevanti con la duplice terapia con dabigatran, rispetto alla triplice terapia con il warfarin, e percentuali simili di eventi tromboembolici complessivi.

«Quando si trattano pazienti con fibrillazione atriale dopo un’angioplastica coronarica  con inserimento di stent è importante capire come le diverse variabili cliniche, come la presenza di sindrome coronarica acuta, la scelta del tipo di stent o la scelta della terapia antiaggregante piastrinica concomitante, possano influenzare i risultati – ha spiegato il Professor Jonas Oldgren, del Centro di Ricerca Cinica di Uppsala, Ospedale Universitario di Uppsala, Svezia – Le ulteriori analisi dello studio RE-DUAL PCI presentate al Congresso AHA dimostrano che i risultati della duplice terapia con dabigatran in questi sottogruppi sono in linea  con i risultati globali dello studio».

I risultati complessivi dello studio RE-DUAL PCI sono stati i seguenti:

Incidenza dell’endpoint primario (tempo al primo episodio di sanguinamento maggiore o di sanguinamento non-maggiore clinicamente rilevante):

  • Inferiore del 48% con la duplice terapia con dabigatran 110 mg;
  • inferiore del 28% con la duplice terapia con dabigatran 150 mg (differenza relativa).

Gli eventi tromboembolici complessivi (principali endpoint secondari) sono risultati simili per la duplice terapia con dabigatran per entrambi i dosaggi, rispetto alla triplice terapia con warfarin.

«Volevamo rispondere ai quesiti che si pongono i medici quando si tratta di terapia anticoagulante in pazienti con stent – ha commentato il Professor Jörg Kreuzer, Vice Presidente Medicina, Area Terapeutica Cardiovascolare di Boehringer Ingelheim – Le sottoanalisi di RE-DUAL PCI confermano gli straordinari risultati riscontrati nella popolazione complessiva dello studio RE-DUAL. Anche nei sottogruppi, la duplice terapia con dabigatran ha dimostrato un profilo rischio-beneficio significativamente migliore rispetto alla triplice terapia con il warfarin».

Lo Studio RE-DUAL PCI

RE-DUAL PCI™ è uno studio che ha valutato la duplice terapia con dabigatran etexilato associato ad una singola terapia con antiaggregante piastrinico (senza aspirina), rispetto alla triplice terapia con warfarin e due antiaggreganti piastrinici, tra cui aspirina, in pazienti con fibrillazione atriale, dopo una procedura di angioplastica coronarica (PCI) con inserimento di stent.

Nello studio RE-DUAL PCI sono stati randomizzati 2.725 pazienti adulti sottoposti a intervento coronarico percutaneo (PCI) con inserimento di stent (intervento elettivo o dovuto a sindrome coronarica acuta) in 414 centri di oltre 41 Paesi del mondo.

L’obiettivo principale dello studio è stato quello di confrontare un regime di duplice terapia antitrombotica con dabigatran etexilato due volte/die al dosaggio di 110 mg o 150 mg, più clopidogrel o ticagrelor, rispetto a triplice terapia antitrombotica con warfarin più clopidogrel o ticagrelor più aspirina ad un dosaggio uguale o inferiore a 100 mg una volta/die.

L’endpoint principale di sicurezza dello studio, durato 30 mesi, è la non-inferiorità in termini di tempo intercorso sino all’insorgenza del primo evento di sanguinamento maggiore, come definito dall’International Society on Thrombosis and Haemostasis (ISTH), o evento di sanguinamento non-maggiore clinicamente rilevante. Il principale endpoint tromboembolico valutato per la non-inferiorità era l’endpoint composito costituito da tempo intercorso sino a:

  • decesso,
  • primo evento trombotico (infarto del miocardio, ictus o embolia sistemica),
  • rivascolarizzazione non pianificata.

Angioplastica Coronarica (PCI)

L’angioplastica coronarica comporta l’impiego di stent e serve a restituire pervietà ad arterie ostruite in pazienti con coronaropatia, per migliorare o ripristinare l’afflusso di sangue al muscolo cardiaco.

In Europa circa due milioni di pazienti con fibrillazione atriale e concomitante malattia coronarica sono candidati a questa procedura.

I pazienti con FA sottoposti a PCI con inserimento di stent sono a maggior rischio di complicanze gravi causate dalla formazione di trombi, quali:

  • ictus,
  • embolia sistemica,
  • infarto,
  • trombi intra-stent,
  • morte. 

Per ridurre il rischio di formazione di trombi e delle conseguenze che ciò può comportare è necessario che il paziente assuma una terapia antitrombotica.

Questi pazienti necessitano di due tipi di terapia:

  • antiaggregante per ridurre il rischio di trombosi intra-stent e di infarto
  • anticoagulante per ridurre il rischio di ictus.

L’associazione fra la duplice terapia antiaggregante e quella anticoagulante fino ad ora è stata una grande sfida, che ha spesso comportato complicanze emorragiche. Rispondere a questa sfida significa andare al cuore della ricerca in quest’area.

Dabigatran etexilato

Dabigatran etexilato è un inibitore diretto della trombina (IDT).

Gli inibitori diretti della trombina ottengono potenti effetti antitrombotici, bloccando in maniera specifica l’attività della trombina, l’enzima centrale nel processo di formazione di coaguli (trombi). A differenza degli antagonisti della vitamina K, che agiscono in maniera variabile tramite i diversi fattori della coagulazione, dabigatran induce un’anticoagulazione efficace, attesa e riproducibile con basso potenziale di interazione con altri farmaci e nessuna interazione con il cibo, senza richiedere il monitoraggio regolare della coagulazione né aggiustamenti di dosaggio.

Dabigatran etexilato è l’unico anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K per cui esiste un farmaco, idarucizumab, approvato che ne inattiva in maniera specifica l’effetto. Questo farmaco è approvato nell’Unione Europea e negli Stati Uniti per l’impiego in pazienti adulti trattati con dabigatran etexilato che necessitano di rapida inattivazione del suo effetto anticoagulante, prima di interventi chirurgici d’urgenza/interventi di emergenza o in caso di sanguinamento incontrollato o che possa mettere a rischio la vita del paziente.

L’esperienza clinica con dabigatran etexilato supera i 7,9 milioni di anni/paziente per tutte le indicazioni per cui il farmaco è stato approvato nel mondo. Dabigatran è sul mercato da oltre 8 anni ed è approvato in più di 100 Paesi.

Indicazioni approvate di dabigatran etexilato

Dabigatran etexilato è stato il primo farmaco di una nuova generazione di anticoagulanti orali ad azione diretta ad essere ampiamente approvato e disponibile sul mercato per rispondere a un forte bisogno insoddisfatto di terapie per la prevenzione e il trattamento delle malattie tromboemboliche acute e croniche.

Le indicazioni per cui dabigatran etexilato è attualmente approvato sono le seguenti:

  • Prevenzione di ictus e embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non-valvolare (FANV), con uno o più fattori di rischio, quali precedente ictus o attacco ischemico transitorio (TIA); età > 75 anni; insufficienza cardiaca (ClasseNYHA≥II); diabete mellito; ipertensione;
  • Prevenzione primaria di episodi tromboembolici in pazienti adulti sottoposti a chirurgia sostitutiva elettiva totale dell’anca o del ginocchio;
  • Trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e dell’embolia polmonare (EP) e prevenzione delle recidive di TVP e EP negli adulti.

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